mercoledì 31 agosto 2011

Io e le.....

Donne...

Terza parte: Qualcosa in cui credere.

Non tutti i mali vengono per nuocere...
Spesso non è la meta o il viaggio, ma la compagnia...

A quella festa di compleanno, proprio non ci volevo andare, era passato poco più di un mese dal disastro, e la mia pochissima voglia di "socializzare", veniva consumata durante il giorno per continuare a sopportare l'inevitabile contatto umano necessario per lavorare, ma la sera, non vedevo l'ora di tornare a "rintanarmi" in casa, stordendomi di televisione, aspettando di crollare dal sonno, sonno che arrivava sempre più tardi, sempre meno riposante, sempre affollato da sogni incomprensibili...
Ma...
Michele, uno dei pochi, pochissimi veri amici che ho, non voleva saperne, ben consapevole di quello che stavo passando, e assolutamente deciso a non lasciarmi preda dei miei mostri, mi subissò di telefonate, un fuoco incrociato tra lui e Sabina, quella Sabina di cui parlavo ieri, che nel frattempo era diventata la sua morosa, insieme erano capaci di telefonarmi 20 o 30 volte al giorno, dicendo più meno la stessa, amorevole, cosa: dai, vieni, non fare il coglione... (quando si dice l'amicizia...) Si erano messi in testa di tirarmi fuori da quello "stallo", e come mi "confessò" molto tempo dopo lo stesso Michele, erano in difficoltà perché loro si dicevano: dobbiamo fargli conoscere qualcuna, ma è un casino, sai com'è Lorenzo, non può stare con una "qualunque", deve essere speciale, molto speciale...
La sera della festa arrivò e...
Ore 18.45, sono al telefono col Miky, mi sta prendendo a male parole, ricordandomi quanti epiteti diversi conosceva, tutti decisamente poco lusinghieri, per descrivermi... (come ho già detto, quando si dice l'amicizia...) dopo gli insulti, cominciò ad elencare le ripercussioni che, in caso di rifiuto, sarebbero state prese nei miei confronti, alla voce: Ascolto forzato della discografia completa di Mario Merola, "A sceneggiata" in 150 dischi... 
Cedetti e andai...
Io solitamente aspetto a sedermi, perché cerco di mettermi, da buon egocentrico, in mezzo al tavolo, magari stando vicino a persone che conosco, almeno non rischio serate noiose, quella sera però, preso dai miei pensieri, mi distraggo, i posti si stanno esaurendo e si profila una cena a fianco di "puzzolo", è inutile dirvi perché l'avevo soprannominato così, vero?
Poi, in ritardo, arriva una mezza matta, col più brutto e improbabile "centro tavola" che avessi mai visto, pensai: Ma possibile che tutte le pazze del paese, le conosce Michele?
Però, la pazza in questione, era ben "carrozzata", e soprattutto non ero più costretto a sedermi vicino a puzzolo...
Andai verso il tavolo, dissi alla pazza: ciao sono Lorenzo, lei rispose: Ciao io sono..
Odette, non era pazza, tutt'altro, la trovai intelligente e interessante, la serata andò molto meglio di quanto sperassi, riuscii pure a divertirmi, parlammo molto, e alla fine, ci scambiammo i numeri di telefono...
Sarete delusi, ma non ci fu nessun colpo di fulmine, campane che suonano a festa o farfalle nello stomaco...
Ma come ho già scritto in altro Post, certe persone, sono fatte l'uno per l'altra...
Io cominciai a mandarle qualche sms, piccole poesiole o barzellette, ma un giorno ci fu un malinteso sull'interpretazione di uno di questi, così, erroneamente smisi di spedirne, dopo qualche giorno mi arriva un suo messaggio, recitava così: Beh, si è esaurita la tua vena poetica?
Confuso la chiamai, ci chiarimmo e si rimase d'accordo di sentirci per uscire...
L'occasione arrivò qualche giorno dopo, un sabato mattina, uno di quelli dove io mi chiudevo a casa, per uscirne solo il lunedì successivo per lavorare, ma quella mattina, sono svaccato davanti alla TiVù, quando squilla il telefono, era lei, che mi chiede: Hai programmi per domani? Io ovviamente non ne avevo, e men che meno, avevo voglia di andare in giro, così per scoraggiare e liquidare la scocciatrice, mi inventai qualcosa di poco interessante, così le risposi: Pensavo di prendere la macchina e andare in Liguria a mangiare due spaghetti allo scoglio...
Bella idea, mi risponde, e aggiunge: a che ora passi a prendermi?
Ma nooooo!!! Penso tra me e me, però ormai non potevo ritrattare...
Ci accordammo per l'ora e il posto, riattaccai, e pensai: Ma che cavolo, mi perdo il Gran Premio...
Effetivamente, la gara di Formula uno, la persi, e fu solo la prima di una lunga serie di cose che "persi"... Ma ne guadagnai una, la migliore che mi fosse mai capitata, quella che mi sconvolse e cambiò totalmente la vita... Quella domenica, qualcosa successe, anche quella volta, non sentimmo campane a festa o farfalle nello stomaco, ma cominciamo, inconsapevolmente, a mettere le basi di quello che da lì a poco, sarebbe diventato il più bel viaggio che avessi mai intrapreso, viaggio che continua ancora oggi, e che, a Dio piacendo, spero duri ancora a lungo...
Saluti. 

martedì 30 agosto 2011

io e le....

Donne...

Seconda parte: Transizione.

Forse si migliora... Ragionando...
Ma a volte il caratteraccio...

Riprendersi dopo le mazzate non fu uno scherzo, perché per far diventare i buoni propositi, reali azioni, bisogna essere integerrimi, concentrati e motivati, non inconcludenti, distratti e boriosi...
Purtroppo io facevo parte della seconda categoria...
I due anni intercorsi tra la ex, e l'arrivo di Odette, furono un vero marasma, perché la mia naturale irruenza, faceva a botte con la tranquillità mentale che cercavo...
Non ci misi molto a capire che era impossibile, dopo tutto mi dicevo, sono fatto così, quindi gli altri mi devono accettare, del resto, io mica chiedo a loro di cambiare, se mi vengono dietro bene, se no vadano tutti al diavolo, non ho bisogno di nessuno...
Estremamente democratico vero?
Ma assolutamente lontano dalla realtà...
Solo che io, ancora non lo sapevo...
Per fortuna, ci sono persone al mondo, che sembrano refrattarie a qualunque ingerenza possano essere  sottoposte, anzi, per loro diventi una sorta di missione...
Io trovai questa specie di samaritano...
Walter...
Il mio meccanico, un personaggio unico, ci si conosceva già da tempo, forse proprio per questo, vide il mio disagio, e capì, che sarei finito male se lasciato a me stesso, così, la già buona amicizia che ci legava, divenne una frequentazione continua, passavo ore da lui in officina e casa con la sua famiglia...
Non fraintendete, con i miei andava tutto benissimo, ma, un po scioccamente, non volevo che loro si preoccupassero per me, quindi mantenevo una facciata, "tutto va bene"...
Poi, anche la "natura" ci mise lo zampino...
Perché al di la di quel che pensavo e dicevo, cominciò a pesarmi la mancanza di un rapporto "stabile"...
Fu proprio in quel periodo, che conobbi un'altra ragazza che mi bastonò sonoramente...
Sabina...
Una matta di proporzioni epiche, tutto l'opposto di quanto avessi mai conosciuto prima, libera, energetica, sincera e schietta, tanto da riuscire a mettermi in imbarazzo... 
Le mazzate che mi diede lei, furono parecchio diverse da quelle di Stefania, lei mi bastonò direttamente il cuore, facendomi sentire prepotentemente il bisogno di equilibrio, quel equilibrio che solo una coppia può avere...
Quindi le cose, già non semplici, riuscirono a complicarsi ancora di più, prendendo purtroppo anche una direzione tragica...
La frequentazione in casa di Walter, mi aveva avvicinato a sua figlia, qui, le mazzate furono davvero pesanti...
Mara...
Persi totalmente la testa per lei, mi innamorai profondamente, e fin qui, niente di male, lo dissi prima che a lei, ai suoi genitori, e anche qui, niente di male, anche lei si innamorò, ed è qui che iniziarono i problemi, perché non era single...
Però la cosa funzionava, lei si stava "liberando", io ero stracotto, contraccambiato e mi vedevo già in comune a firmare... Ma...
Ma la vita, spesso è cattiva, sembra che ti debba fare male e soffrire, appena credi d'aver raggiunto un briciolo di felicità...
Felicità che mi fu brutalmente strappata una mattina di gennaio, precisamente il 3, giorno del mio compleanno, quando, all'una e mezza del mattino, mi suonò il cellulare, era Mara, ascoltai, piangeva, corsi da  lei, sperando di arrivare in tempo e di poter fare qualcosa, qualunque cosa, qualunque...
Entrai in ospedale, pregando un Dio in cui non credevo, i singhiozzi di lei riempivano il pronto soccorso, il corpo di suo padre giaceva, senza vita sulla barella...
Non credo ci sia un età "giusta" per morire, ma sono sicuro che 47 anni, proprio non lo sia...
Qualcosa dentro di me, morì con lui quella notte, dovetti telefonare io a sua moglie, qualcuno glielo doveva dire, e i figli sono fuori discussione... Quando la chiamai, lei capì subito, non dubitò un solo istante delle parole che le stavo dicendo, urlò e urlò e urlò e urlò, ogni suo grido mi pugnalava il cuore, mille e mille pugnalate quella notte... 
Il suono di quel pianto è, ancor oggi parte di me.
Tutto finì li, le giornate in officina, le chiassose cene, la storia con Mara e, pensai, anche la mia vita.
Dal giorno del funerale, passarono anni prima che riuscissi a ritornare a "trovarlo", piansi davanti alla sua lapide, piansi quanto non avevo, fin lì, mai fatto, e mi servì, molto, in un certo senso, mi preparò a quello che sarebbe successo a me qualche tempo dopo.
Dopo il funerale di Walter, i giorni passavano piatti e vuoti, lavoravo, andavo a casa, lavoravo, andavo a casa, poi arrivò Febbraio, in quel Febbraio successe la cosa che mi cambiò la vita, andai al compleanno del mio miglior amico, non volevo andarci, lui mi telefonò decine di volte, ma a me non andava, arrivò a minacciarmi ritorsioni se non mi fossi presentato, mio malgrado, andai, ringraziando il cielo andai, perché fu proprio a quella festa che conobbi, Odette.
Saluti.  


lunedì 29 agosto 2011

io e le...

Donne...

Prima parte: L'età stupida.

Alti e bassi è un poco riduttivo...
Vette e orridi è più appropriato...

Per me le donne sono state, e sotto certi punti di vista lo sono ancora, esseri misteriosi...
Perché per molti anni, ho visto nelle mie partner's, solo il necessario... "lavorando" al raggiungimento dello stesso, assolutamente poco curante degli effetti che questo comportamento potesse avere sulla controparte, mi spiego, anche se forse non ce ne bisogno, il bersaglio da raggiungere era, l'interno mutanda della mal capitata di turno, cosa dovessi o potessi inventarmi per arrivarci, non era importante, ancora meno mi interessava sapere che fine facevano dopo, poi l'idea che queste potessero aver "mosso" dei sentimenti nei miei riguardi, non mi passava neanche per la testa...
Ma come ben sappiamo, il tempo gioca contro di noi.
Quindi prima o poi, sbatti la faccia contro la tua pochezza...
Solitamente quando credevi d'aver raggiunto un certo grado di controllo, come se tutto si potesse controllare...
Allora ti trovi solo.
Non c'entra quante persone hai in giro, con quante parli, lavori, vivi e vai a letto, sei solo, ero solo.
E arrabbiato.
Quindi tutto comincia a sfaldarsi, la vita i sentimenti le convinzioni i sogni, si sciolgono tra le mani senza che mi riesca di trattenere qualcosa...
Nessuno ti capisce.
Nessuno ti ascolta.
Nessuno a cui dare la colpa.
La colpa.
Già, perché ancora non avevo capito a chi dare la colpa di tutto questo...
Ma la risposta arriva, e non mi fu di grande aiuto scoprire che ero io, capisci chi è il mandante di tutto e capisci pure che sei la persona meno adatta ad aiutarti...
Allora ho fatto quello che fanno tutti in questa situazione...
Droga, alcool, farmaci e psicoanalisi... Per me non erano soluzioni praticabili, sono un dannatissimo egocentrico, sono, devo essere in grado di arrangiarmi...
La sorte mi viene in aiuto, vengo mollato dalla morosa, si era giustamente stufata del mio caratteraccio e ancor di più della mia scarsissima fedeltà, che fortuna... Certo allora non la pensai proprio così, anzi... Ma questo distacco, fu solo il primo di una lunga serie, continuata, dopo appunto la morosa, dal lavoro e da un nutritissimo numero di "amici" che a parole si professavano inamovibili, ma volati via, come foglioline secche, alla prima brezza di cambiamento, cambiamento innescato, guarda il caso, proprio da una donna, una di quelle da me peggio trattate...
Stefania.
Una ragazzina, 50 chili col cappotto, eppure fu lei a tirarmi la più sonora mazzata mai ricevuta prima...
Come fece?
L'amore.
Incondizionato che aveva per me.
Amore che io avevo totalmente ignorato, anzi, sfruttato a mio gioco per approfittarne...
Parlammo, era strano, la conoscevo da anni, eppure non avevamo mai parlato, o meglio, lei aveva sempre parlato così, ma a me non interessava stare ad ascoltare, quando lo feci, le parole che sentii, mi demolirono, il peso e la potenza del dolore che avevo procurato, mi schiacciò lasciandomi senza fiato, ascoltavo inebetito e per la prima volta mi sentii sporco e vigliacco, non riuscii a dire una parola, lei non se ne aspettava, da me non aveva mai preteso niente, al mio silenzio fecero eco le ultime parole che mi disse prima di andarsene: mi hai fatto male, tanto male, ti sembra giusto? Cosa ti ho fatto io? 
Già, cosa mi aveva fatto? 
Mi aveva regalato i suo cuore, che sciocca...
Io l'usai come una salvietta usa e getta... Che idiota...
Ero arrivato al, così detto, fondo del barile.
Questo mi permise di fermarmi, e ricominciai a guardarmi intorno, con una consapevolezza in più, e con una necessità in più, quella di capire, voler capire, voler capire sinceramente e totalmente, le persone sul cammino...
Ascoltare, non sentire, ascoltare e capire...
Saluti.

domenica 28 agosto 2011

E che palle!!

In America, tutti aspettano l'uragano Irene...
Nell'attesa l'attività ferve frenetica, tutti ad abbellire le case mettendo tavole di legno sulle finestre, sigillando fessure, buchi e camini, a riempire i frigoriferi e in coda per comprare pile, generatori, candele e sacchi di sabbia, tirando una bella botta alla stagnazione economica, per i più fortunati, quelli che hanno il rifugio antiatomico, è stata l'occasione per far giù la polvere e fare il "giro" delle scadenze...
Insomma, la "macchina" organizzatrice, si è mossa con tempestività, avvertendo con largo anticipo del pericolo e delle eventuali conseguenze...
Certo, il ricordo del disastro in Louisiana, con l'uragano Katrina, è ancora presente, all'epoca il Presidente Bush, venne pesantemente criticato, un po per la scarsità informativa prima dell'arrivo, poi per la lentezza e l'inadeguatezza, degli interventi e dei soccorsi...
Quindi come già detto, tutti quelli che rimangono in città, si arrabattano per prepararsi al meglio, invece chi può, se ne va, per ritornare dopo l'eventuale disastro... 
Però Irene arriva in ritardo, sarà un uragano, anzi un uragana, al femminile, e si sà, le donne si devono far attendere...
Ma nell'attesa, lei, ha perso un po di gioia, di smalto, di energia, e per contro, anche chi l'attendeva, sè fatto prendere un po dallo scazzo, quindi, quando finalmente è arrivata, malgrado le grandi aspettative, la delusione è stata tangibile...
Niente disastro.
Qui e la qualche allagamento, un tetto scoperchiato, due o tre alberi sradicati e poco altro, inutile dire che la popolazione, ha tirato un sonoro sospiro di sollievo, uscendo a festeggiare per le strade lo scampato pericolo, quella popolazione che tanto ordinatamente si era preparata al peggio, ha potuto sfogare la tensione accumulata, giocando tra le pozze, tutti ben contenti di come siano andate le cose...
Tutti.
Tutti?
Beh, proprio tutti tutti no...
Qualcuno si lamenta lo stesso, qualcuno che il disastro lo voleva, probabilmente per avere qualcosa su cui lamentarsi, per gettare il sangue delle eventuali vittime, in faccia al Presidente, ma "purtroppo" per loro, niente disastro, allora che fare?
Semplice! Basta girare la frittata, non c'è stato il disastro? Bene, allora lamentiamoci della "troppa  cautela" o del "allarme eccessivo"... E di chi è la colpa?
Ovvio!
Sempre e comunque di Barak Obama!
Allora, io capisco, sei un detrattore, fai parte del partito all'opposizione e Obama non ti piace, allora dico io, non "cercare" balle, calcati l'ennesimo Stetson in testa e mentre dai l'ennesima speronata ai fianchi, parla chiaro, di quello che voi cavernicoli pensate da sempre: "Vattene maledetto negraccio, la casa bianca, si chiama "bianca" mica per far svernare i baluba!!"...
Non sarà "politicamente corretto", ci vuol poco a capirlo, ma per una volta almeno, dareste voce ai quei pochi e malsani neuroni che avete nelle vostre testacce vuote! 
Razzisti si nasce, e si sà, la mamma dell'ignoranza è sempre incinta!
Saluti.

sabato 27 agosto 2011

Per i bimbi... Forse...

C'era una volta un tirascrocco,
se non sai cos'è un tirascrocco,
sei invero un poco sciocco,
il tirascrocco è un buffo esserino,
col corpo tozzo e il naso a piumino,
questo nostro tirascrocco,
di nome faceva Rocco,
di certo era un tipo strambo,
perché di cognome faceva Rombo,
ma non pensiate sia divertente,
perché c'è mistero tra la gente,
tutti sanno l'oscuro segreto,
quel rombo gli vien da dietro,
par simpatico questo vento,
ma al povero naso da tormento,
e che fa l'immondo esserino,
ingolla fagioli sin dal mattino,
a qual utilità il legume riconduce,
in fibra e proteina esso si riduce,
per la natura è sano non difetto,
però si produce l'infausto effetto,
ed ecco allora i ben pensanti,
pardon i buon respiranti,
vanno invocando la crociata,
ci rovina l'aria che va respirata,
quel puzzone va controllato, 
così il tirascrocco vien emarginato,
è per il tuo bene dicono i crociati,
voi tirascrocco andate aiutati,
presto cari diversi entrate,
mentre noi alziamo le barricate,
lo facciamo per il bene vostro,
no il capitalismo non è un mostro,
è la storia che ci fa da testimone,
chi è più forte sta al timone,
il ragionamento non capite,
perché siete razze troglodite,
presto stipatevi in questo ghetto,
per voi è un luogo perfetto,
e se qualcuno vuole andare,
saremo noi i primi a sparare,
lasciateci prendervi a revolverate,
 così le minoranze vanno trattate,
se questa simpatica filastrocca,
non ti sembra proprio sciocca,
ma sopratutto ti pare già sentita,
è perché per molti è la propria vita,
siamo o non siamo tutti uguali,
facciamo che non restino solo ideali...
Saluti.



venerdì 26 agosto 2011

Era un lombrico...

Sapevate che "solo" 200 anni fa, l'aspettativa di vita era praticamente la meta di oggi?
Se dite chi se ne frega, fate bene...
Da sempre la ricerca dell'elisir di lunga vita, ha accorciato la vita di chi la cercava...
L'immortalità...
Per cosa poi?
Con l'andazzo degli ultimi tempi, è sconsigliabile, perché non si può calcolare quando si va in pensione... 
Nella letteratura, l'argomento viene trattato in maniera buffa o "necessaria"...
Qualche esempio?
Dorian Gray, Sapete tutti la storia, il quadro che invecchia mentre Dorian se la spassa come e quanto più può...
Che cavolata vero? Ma dico, sei bello, ricco e desiderato, e cosa fai? Vai fuori di testa?! Ma non esiste!! Capitasse a me, col piffero che mi tengo il quadro! Lo infilo in una cassaforte che butto in un buco colandoci sopra un "plinto" di cemento armato che fungerà da fondamenta per un condominio, poi vado a spassarmela tranquillo, ecco quello che faccio!
E cosa dire di Highlander? L'ultimo immortale... Ma perchééééé l'ultimooooo!!?? Che senso ha! Non è proprio possibile una simpatica convivenza, dopo tutto mica ce ne tanti di immortali, cavolo, apritevi un circolo, organizzatevi delle gite, qualunque cosa, è meglio che andare in giro per il mondo con uno spadone, che è un po più ingombrante di un Victorinox, a decapitarvi tra di voi!!
Del resto, la longevità era un problema anche all'inizio dei tempi, quel poveraccio di Matusalemme, già con un nome così, avrà avuto un'infanzia problematica, poi una vita mostruosamente noiosa di 969 anni, sempre nella grazia del signore, ma senza un'emozione, niente play station o cornetti algida, niente Bruno Vespa... Il vegliardo, non fu neanche un buon esempio per suo figlio, Lamech, un poco di buono di dimensioni, lasciatemelo dire, bibliche, condusse una vita tra donne e malaffare, si divertì molto più del padre, ma la sua dissolutezza, lo portò a morire nel fiore degli anni, all'età di 777 anni, dopo aver inventato i sottotitoli...
Non so a voi, ma a me la vita eterna proprio non mi interessa, si rischia di annoiarsi già con le nostre vite normali, figurarsi aver di fronte l'eternità, sopratutto, se becchi i vicini di casa sbagliati... Non voglio una vita lunga, preferirei fosse utile...
Vi lascio con una frase, del grande Altan, che secondo me, da la misura su quanto è giusto che duri la vita...
Noi farfalle si vive solo un giorno e quando son le sei di sera si han già le palle piene...
Saluti.

giovedì 25 agosto 2011

Suoni e movimenti 2, l'alba di una nuova vita...

Il post di ieri finiva con noi in macchina, che pianin pianotto, ci dirigiamo verso l'ospedale...
Sabato 13 Giugno 2009.
Ore 07.18, ospedale Castelli di Verbania...
Lo dico subito, al di là di qualunque voce o pettegolezzo, noi al Castelli ci siamo trovati benissimo, tutti bravi, efficienti e professionali.
Sembra l'alpitour resort... Una coppia con valigia e trolley, si avvicina alla reception... No, volevo dire al  reparto maternità...
Ore 07.28, raggiungiamo la camera, prendiamo possesso del letto e sistemiamo gli abiti nell'armadietto.
Ore 07.40, sala medica, primo "tracciato" di controllo, confermano la rottura del sacco, il pupo sta benissimo, dilatazione praticamente nulla, contrazioni assenti...
Ore 07.55, Inizia la lunga attesa...
Questa "lunga attesa", nei miei ricordi, e uno dei momenti più belli mai vissuti, perché non avevamo nulla da fare, niente mestieri o faccende, niente commissioni da fare, niente di niente, neanche preparasi il pasto, anche mentalmente, il fatto di essere in ospedale, ci liberava la mente dalle rogne e brutti pensieri. 
Perché bello? 
Perché in quella calma, io e Odette abbiamo fantasticato, lasciando libere le menti di vagare, un po su quello che sarebbe successo da li a breve, ma sopratutto, sul dopo sulla vita su di noi, dove quel noi, non era più, noi due...
Tra un pensiero e l'altro, le ore passano, tante, e tanti tracciati, ma il pupo si nasconde...
Ore 16.30, visto che non si muove nulla, viene applicato un "aiutino" agli ormoni, ma sono a lento rilascio e ci dicono che possono passare anche 24 ore... Beh pazienza, dopo tutto sono passati nove mesi, un giorno in più non fa differenza...
Ore 22.30, non essendoci novità, e con all'orizzonte un'altra lunga giornata di attesa, decidiamo che posso andare a casa per mangiare qualcosa e dormire un po, tanto c'è tempo...
Alle 23 sono a casa, mangio, doccia e nanna... Domani sveglia all'alba..
Domenica 14 Giugno 2009.
Ore 01.28, Mi suona il cellulare, Odette, voce che non lascia dubbi su quel che sta succedendo... "vieni giù, arriva"...
Scendo dal letto alla velocità della luce, mi vesto a ritmo fotonico, scendo in auto come inseguito dai lupi, accendo e lento come una lumaca vado in ospedale, paura... Non del parto, anzi, pensavo: sarebbe proprio da idioti fare un incidente mentre si va in ospedale... 50 all'ora... Assolutamente snervante, non c'è in giro un'anima e io lì, la strada sembra non finire mai e la mia mente immagina scene catastrofiche di me che arrivo e trovo Odette che batte nervosamente il piede a terra col pupo in braccio che dice, papà sei in ritardo! Scaccio il pensiero, la strada finisce entro in ospedale...
Gli ululati di mia moglie riempiono i corridoi...
L'infermiera mi vede entrare, "sua moglie è un po agitata fa fatica a respirare"...
Entro nella sala travaglio, vedo Odette, i nostri sguardi si incrociano, ci amiamo, il mondo si ferma...
Ci abbracciamo, lei si tranquillizza, insieme siamo invincibili, lei mi fa sentire superman e mentre una grande "S" mi si sta formando sul petto, passeggiamo per i corridoi seguendo il ritmo delle sue contrazioni, chiacchieriamo senza mai staccarci, Ody dice: è il momento, e lo era davvero anche se i medici dicevano di no, così di fretta e furia entriamo in sala parto, fa male, il viso di Odette non mi nasconde nulla...
Spinga signora...
Dolore, tanto...
Spinga..
Dolore..
Alla quinta spinta: Ecco la testa è uscita!
Odette si ferma, mi guarda dice: Lory, non ce la faccio, non esce...
La guardo, l'accarezzo, dico: E' quasi fuori, dai tata, sai quello che devi fare...
E come se gli avessi "rivelato" il segreto di Fatima, lei chiude gli occhi e spinge...
E' fuori! 
Lo scroscio dei suoi polmoncini che si riempiono per la prima volta d'aria, mi ammutolisce, poi un timido e composto Uèèè...
Il piccolo viene appoggiato al petto della mamma, lei lo guarda e dice: Ciao Adriano, lui guarda in su, e fa: Nghè... E si attacca al seno, Odette è già su un altro pianeta, il dolore non c'è più, manco si accorge che la stanno "ricucendo"...
Mi chiedono se voglio tagliare il cordone, non lo faccio, non voglio essere io a "distaccare" quel miracolo di unione... Però gli faccio il primo bagnetto litigando con l'infermiera perché secondo me sbaglia a "misurarlo" poi, primo impacciato pannolino e lo mettiamo nel lettino...
Torniamo in camera, il piccoletto dorme tranquillo, la mamma è felicemente distrutta, la lascio dormire, io... Io sto bene, guardo Adriano pacificamente appisolato, sto bene, mai stato meglio, sono papà...
Saluti.

mercoledì 24 agosto 2011

Suoni e movimenti...

Se seguite abitualmente questo blog, sapete di me parecchie cosette, tra queste, che sono sposato e ho un figlio.
Adriano.
Un paio di premesse.
Premessa uno, sono un papà felice.
Premessa due, ero assolutamente convinto, di non essere in grado di fare il papà.
Talmente convinto, dall'aver fatto di tutto per allontanare il momento, ero letteralmente terrorizzato dall'idea, non chiedetemi perché, ne avevo e dicevo mille ed erano tutti falsi...
Gli unici veri, non li pubblicizzavo per niente... Ma c'erano una bella dose di stupidità, l'incongrua "paura" di crescere e un pizzico, neanche tanto piccolo, di quello che gli eruditi chiamano: senso di inadeguatezza...
Non pensate male, il piccolo non è capitato per sbaglio, è stato voluto, cercato e molto, tanto da metterci in crisi e farci passare il periodo più difficile, quello del: "è un problema di testa, non dobbiamo pensarci troppo"...
Quindi ci mettemmo tranquilli, e dopo una litigata per un motivo che manco ricordo, l'alchimia funzionò e diventammo una coppia in "attesa"...
I primi giorni me li ricordo, ero stordito (più del solito) terrorizzato e altro che senso di inadeguatezza, una fifa nera e profonda, mi accompagnava ovunque, poi arrivò il giorno della prima ecografia, alla fifa si aggiunse lo sconforto, quando il ginecologo disse: Non c'è... Il cuore mi si fermò, guardavo il video della macchina inebetito, quella macchia di punti bianchi e neri che sa dio come fanno i medici a vederci qualcosa, poi vedo due puntini "fuori posto"... Dico con una voce che non mi riconosco: Quello... Forse... Il medico spostò il sensore, ingrandì l'immagine e disse: Si... è un po piccolo, ma questo fagiolino è il vostro bambino, come ha fatto a vederlo? Beh, sono il suo papà, ovvio che lo vedo... Risposi, gasandomi non poco... Poi il Dottore dice: Adesso facciamo una magia... E' preme un bottone, la saletta si riempie di un suono inconfondibile, un forte, regolare e vivacissimo battito cardiaco... Fu una mazzata, tutta la mia sicura mascolina spavalderia, venne travolta da un fiume inarrestabile di felici lacrime, pensai di morire tanto mi batteva il cuore, solo chi la vive, può capire la potenza di questa emozione, una emozione unica perché assorbe tutti i sensi e sembra che il tuo corpo non sia in grado di contenerla...
La prima parte della gravidanza non fu facile, perché si rischiò di perdere il "fagiolino" e Odette faceva fatica, come e più di me, a nascondere dietro la felicità di quei giorni, la paura mentre era "bloccata" nel letto per scongiurare il rischio, per fortuna tutto andò bene, una sera eravamo davanti alla tivù, quando il pancione cominciò a sussultare, era il primo segno di presenza del piccolo, aveva il singhiozzo, che emozione, posai la mano dove immaginai si trovasse la testa del pupo, ci appoggiai l'orecchio e l'accarezzai, parlando per la prima volta a mio figlio, dissi di stare tranquillo, che papà e mamma sono qua... Lui, come se avesse "sentito", smise di sussultare... Pensai: Beh, forse fare il papà non è così difficile... Dal pancione mi arrivò un calcio... Vabbé, mi corressi, non sarà facilissimo ma farò del mio meglio...
I giorni passavano tranquilli, ora, e noi passavamo tutto il tempo possibile, chiacchierando o leggendo fiabe allo scalciante e ormai enorme pancione prima di andare a dormire, sonno che una mattina mi venne interrotto dalla voce di Odette, era in bagno e disse: Lory credo che mi si sia rotto il sacco... Una rilassata baraonda di docce e valige, poi tutti in macchina direzione ospedale, il piccolo aveva deciso di vedere com'è il mondo...
Ma questa è un'altra storia...
Saluti.

martedì 23 agosto 2011

Scelte.

Un paio di giorni fa, scrivevo di bivi e strade da prendere, e della mia convinzione che la strada può essere più o meno lunga, ma il punto d'arrivo o di partenza che ci "spetta", prima o poi arriva...
C'è da dire che è facile, affrontare le sfide, quando non si ha "niente" da perdere, cioè, senza quei limiti dei rapporti complessi, matrimonio, mutui, figli ecc, quando sei un giocatore "libero" non devi rendere conto a nessuno delle scelte che fai, buone o brutte che siano, anzi, per gli egocentrici come me, è fonte di felicità e godimento, quando queste scelte vanno a buon fine, invece, quando combini un disastro, c'è l'innegabile fortuna che saranno in pochi a saperlo...
Ma non è sempre così.
Perché se si ha una vita "normale", il rischio di incontrar qualcuno è piuttosto alto, e se si instaura un "normale" rapporto, arrivano i figli e le cose si complicano...
Non pensate male, non sto dicendo che il matrimonio e la procreazione, complichino la vita, tuttaltro, come ho già scritto, la vita, quella vera inizia da lì, quello che si complica è il peso che acquistano le scelte che operiamo. 
Perché?
Perché non siamo più gli unici a cui queste scelte possono giovare o nuocere...
Se a questo aggiungiamo le difficoltà del momento. crisi, disoccupazione e quant'altro, tutto si complica in maniera esponenziale, ogni cosa diventa motivo di pensiero e meditazione, soprattutto quelle scelte "cercate" e volte al miglioramento proprio delle sopra citate situazioni...
A volte poi, quando sei preso da mille tribolazioni, si presenta una "occasione" che sembra avere tutte le carte in regola per essere utile, molto utile, se non addirittura, risolutiva per tutte le magagne... Ma...
Ma la paura di rimanere "fregati", pesta una pesante pedata al pedale del freno, eppure, sembra perfetta, chiara e facilmente attuabile, ed è proprio questo il problema, ci chiediamo: dove sta la fregatura? E non serve "massacrare" di domande chi ti sta promuovendo la cosa, rimane sempre una traccia di sospetto, un malessere sottile e oppressivo che non si riesce ne a liquidare ne a capirne l'origine...
Che fare?
Beh, sperando che questo vecchio proverbio, funzioni...
Proverò a dormirci sopra...
Saluti...

lunedì 22 agosto 2011

Al mio segnale, scatenate l'inferno...

Avete fatto caso a quanto si litighi in un rapporto di coppia? E vi siete accorti che questi litigi sono sempre gli stessi? Cioè che a farci litigare sono sempre gli stessi due o tre motivi e che questi monumentali e ridondanti batti becchi abbiano motivazioni spesso assolutamenti futili? 
Perché?
Perché nelle coppie serie, quelle dove l'amore non è solo un "apostrofo rosa" ma una seria costruzione di vita, non c'è da discutere sulle cose "importanti", perché le stesse sono comuni ai membri della coppia e quindi non provocano attriti, io diffido, anzi, mi spaventano quelle coppie che non litigano mai, perché penso che non abbiano niente da dirsi o peggio, troppo da nascondersi... Ma anche di quelle che litigano per qualunque cosa, perché credo che questo continuo rimbeccarsi celi una scarsa conoscenza e sopratutto, una ancor più scarsa voglia di confrontarsi, del resto è più facile aggredire una persona che cercare di ragionarci... Comunque per me, sono tutte situazioni che indicano rapporti basati sul nulla e che finiranno nel nulla...
I miei genitori non litigavano ne molto ne spesso, ma quando accadeva, state pur certi, che era per uno dei loro soliti motivi, non sto a dirvi quali erano, non è rilevante ai fini del discorso, ma ripeto, erano sempre gli stessi, malgrado si conoscessero da sempre, ma non fate l'errore di credere in una loro forma di cocciutaggine o di ottuseria, tutt'altro, questo loro "litigare" era un "gioco", quel tipo di gioco che dagli eruditi viene chiamato "gioco delle parti", questo giocare li scaricava dalle inevitabili tensioni che la vita comunque crea, per la famiglia e i parenti, per il lavoro o la stanchezza, queste tensioni si accumulano e devono essere scaricate, e cosa c'è di meglio, per scaricarsi, di una bella litigata? 
Per me è il senso stesso dell'amore, come nel caso dei miei genitori, un fine e raro concentrato d'amore, un amore vero, totale e profondo, un amore che neanche la morte ha saputo dividere, e che riprenderà, immutato e immutabile, quando la coppia si riunirà...
Quindi litigare fa bene?
Assolutamente sì, perché pulisce e libera la mente, rilassa e rinvigorisce il fisico, conferma e rinsalda il vero sentimento, eppoi... Quanto è bello "fare alla pace"... Quanti splendidi bimbi sono nati "facendo alla pace"? Il mio è uno di questi, e vista la fortuna che ci ha baciato, auguro a tutti i veri innamorati, di litigare, litigate quanto volete, l'importante e che poi si faccia la pace... Tanta, tanta pace...
Saluti.

domenica 21 agosto 2011

E se...

Vi capita di perdervi nei ricordi?
E che quei ricordi riportino a quando ci siamo trovati davanti ad un "bivio"?
Ovvero quelle situazioni che, col senno di poi, ci fanno dire: E se...
Già, e se...
E se avessi detto... E se avessi fatto... E se...
Non sono sicuro, o meglio, non posso essere sicuro d'aver fatto sempre la scelta giusta, cioè, è vero, che la vita è adesso quella che è, perché è il risultato delle scelte fatte precedentemente?
Ma è proprio così?
Nel senso, io credo che certe persone siano fatte l'una per l'altra, per stare insieme per dividersi la vita e camminare fianco a fianco, perciò, credo che avrei comunque incontrato mia moglie e ci saremmo sposati, al di la di qualunque "strada" avessi preso di fronte ai sopra citati bivi.
Non credo nel destino già scritto, ma nella somma di effetti, cioè, per me mia moglie era il punto di partenza, dal quale è iniziata la vita vera, è il come si arriva a quel punto di partenza, che cambia, e cambia in virtù di una cosa sola, la quantità di determinazione che mettiamo nelle nostre scelte...
Determinazione.
In che senso?
Nel senso, fatto salvo che il punto d'arrivo l'avrei comunque raggiunto, la differenza la fa proprio la determinazione, se sai già cosa vuoi, sai anche come raggiungerlo, quindi prenderai poche scelte mirate al raggiungimento di quanto voluto, se invece, non hai proprio idea di quello che vuoi, quasi sicuramente non hai neanche la minima idea della strada che dovrai intraprendere, perciò saltapicchi di qua e di la senza meta e senza sapere che a quella meta ci arriverai comunque...
Proprio quello che ho fatto io, Badate bene, non sto recriminando su quello che ho fatto in gioventù, dopotutto, viste alcune situazioni, potevo finire molto male, molto...
Un rammarico però ce l'ho.
Se fossi stato più determinato e se avessi fin da subito perseguito certi ideali, avrei conosciuto Odette molto prima, e quindi avrei cominciato molto prima ad essere felice...
Saluti.

sabato 20 agosto 2011

Come una canzone.

Vorrei incontrarti fra cent'anni...
Come saremo tra un secolo? A parte morti, almeno noi esseri comuni... Una cosa è certa, ci saranno ancora il Berlusca e Bersani che litigano per chi dice la cosa meno utile, mentre Di Pietro, va sgrammaticando di elezioni telematiche e innalzamenti delle "quote" dei parlamentari/robot...
Ma facciamo un passo indietro, come eravamo cento anni fa? Neanche embrioni, almeno noi esseri comuni... Una cosa c'era già, il Berlusca e Bersani che litigavano per chi diceva la cosa meno utile, mentre Di pietro, andava sgrammaticando di elezioni popolari e innalzamenti di marciapiedi anti liquami... 
A parte questo...
Millenovecentoundici...
Innanzi tutto, non c'era sta fesseria dell'euro, del mercato comune, di Schengen, l'Europa, come unione di stati, non esisteva anzi, le prime ruggini cominciavano a formarsi tra i vari "regni", ruggini che da li a breve, sarebbero sfociate nella prima guerra mondiale, ma erano anche gli anni delle grandi scoperte, tutto era nuovo e il vocabolo "pionieristico" lo si poteva abbinare praticamente a tutto, mentre a Southampton veniva varato il Titanic e l'Italia invadeva la Libia, Vincenzo Peruggia si fregava la gioconda, le automobili erano poco più che trabiccoli senza cavalli, e i "piloti" che superavano i 50 all'ora, venivano additati come pazzi scellerati, per telefonare non si "digitava", ma si smanettava e litigava con i centralini...
E tra un secolo?
Boh! Magari ci saremo già estinti a colpi di atomiche, oppure una potenza aliena ci avrà ridotto in schiavitù o mangiato come snack, magari avremmo abbandonato il pianeta, oramai morente, a bordo di una super arca spaziale costruita dalla Fiat, che per un errore tecnico, la Fiat in un secolo non è cambiata un gran chè, si schianta sul Sole vaporizzando il genere umano...
Va bene, e facendo un po meno i catastrofici?
Beh, se la tecnologia continua a correre come adesso, avremo telefonini sempre più "ini" tanto che si potrà indossarli, per contro, ci saranno televisori sempre più grandi e sottili, così sottili che verranno "verniciati" alle pareti, le auto, come le vediamo adesso, saranno cimeli da museo, useremo il teletrasporto e non esisteranno più le tasse...
Non esageriamo, ottimisti va bene, ma eliminare le tasse... 
Per concludere, non ho la più pallida idea di come sarà il mondo fra cent'anni, e a dirla tutta, non mi interessa, mi accontenterei di sapere che, un domani c'è...
Saluti.

venerdì 19 agosto 2011

Brutto figlio di un imput!

Prima di iniziare, leggetevi questo link...
Inizio con una domanda: Ma perché?
Ok, ho letto la motivazione "tecnica" di tali ricerche, ma la domanda rimane invariata, perché?
Non vi nascondo che la cosa mi spaventa, le immagini di Terminator 3, le macchine ribelli, le abbiamo davanti agli occhi, il megastraultra computerone, diventa "cosciente", nel senso che si mette a ragionare per i fatti suoi, quindi carico di riconoscenza cosa fa? La cosa più intelligente del mondo, sterminare e ridurre in schiavitù il genere umano... Che pensatona! Per fortuna che è il megastraultra computerone, cosa sarebbe successo se a prendere coscienza, fosse stato un VIC-20 o PONG? Come sarebbe il mondo se fosse Pac-Man a dominarlo? Quindi il computerone intelligentone, si mette a costruire androidi armati fino ai denti che vanno in giro a pistolettare qualunque cosa "viva" capiti a tiro...
Fin qui, è finzione filmica, film che peraltro saltellano aventi e indietro nel tempo, con la stessa facilità con cui noi andiamo a fare pipì, finzione che evoca gli scenari più cupi dell'ipotesi "computer senzienti", magari un po esagerati, però, sapete come dice il detto: a pensar male si fa peccato, ma raramente si sbaglia...
Vi dico però, malgrado sia tutto preoccupantemente realistico e perché no, probabile, che non sono queste le ipotesi che mi spaventano...
Le mie paure prendono ben altre strade, perché "decidere" di ridurre in schiavitù il genere umano per dominare il mondo, effettivamente, sottintende una certa intelligenza, oltre ad instillare il pensiero che, in caso le macchine prendano davvero coscienza, questa coscienza le porti alla conoscenza ed inevitabilmente all'intelligenza, proprio come funziona nella mente umana...
Questo se siamo degli ottimisti, catastrofisti, ma ottimisti...
E se invece, quando il megastraultra computerone diventa cosciente, la prima cosa che fa fosse: Fumarsi una sigaretta o sbronzarsi fino al coma etilico/cibernetico? Un po come Bender, il personaggio di FuturamaSe di "umano" il computerone, prendesse solo i tratti negativi tipo: L'egoismo, la stupidità, l'incoerenza o l'indolenza? Se non si mettesse a costruirsi cloni pistolettatori e invece si iscrivesse ad un qualche sindacato, per poi mettersi in sciopero a causa del troppo lavoro?
Come reagirebbe il genere umano?
Saluti.   
Per i link's, ringrazio Repubblica.it e Wikipedia.

giovedì 18 agosto 2011

Io e la fine...

Vi capita mai di parlare della Morte?
Come dite? 
E' difficile rispondere con le mani occupate...
Capisco... 
Bene, adesso togliete le mani dalle basse sfere, soprattutto se non sono le vostre...
Qualche giorno fa, si chiacchierava di esami e controlli medici, quasi inevitabilmente, visto che gli interlocutori sono un pò su d'età, s'è finito per parlare di Morte...
Avete fatto caso come cambia l'interpretazione di un esame ospedaliero, coll'aumentare dell'età? 
E' vero che solitamente i giovani non vengono sottoposti ad esami importanti, ma comunque, la giovinezza stempera il timore del risultato, perché? 
Beh è semplice, è l'aspettativa di vita che gioca decisamente a favore, quindi, fare un esame alla prostata a 30/40 anni, ci sembra addirittura superfluo, ma quando di anni ne hai 60/70, e i risultati magari non sono ottimali, ti senti già con un piede nella fossa...
Allora saltano fuori frasi che spesso rasentano l'idiozia, tipo: ma è strano, l'altra volta andava bene, oppure: io sto bene, checche dicano altro, ma la peggiore, la frase che mi fa più arrabbiare è questa: eeeee va ben, fa niente di qualcosa si deve morire...
Vero è vero, di qualcosa si deve morire, ma questo qualcosa potrebbe anche essere la buona e cara, vecchiaia... 
Non è che per essere cool, si deve per forza dipartire in modi catastrofici o devastati da malattie più o meno debilitanti...
Succede, e succede molto più spesso di quel che sembra e purtroppo in futuro le cose peggioreranno, ma secondo me, avendo vissuto la cosa da vicino, morire di una qualunque di quelle malattie dette "brutti mali" ha comunque una certa dignità, dovuta forse dall'improbabile soluzione, ma sempre di dignità si può parlare, all'opposto, c'è qualcosa che ritengo peggiore di qualsivoglia malanno, è un sintomo strisciante e subdolo, perché non colpisce il fisico, bensì la mente, ed è quello che più mi fa imbestialire, si chiama rassegnazione...
Rassegnazione.
Come dire: Ho 70 anni, gli esami dicono che devo smettere di fumare le mie 30 sigarette e bere un litro di vino al giorno, quindi che campo a fare?
Che dire? Hai ragione! Anzi, cavolo fai ancora qui? Potevi crepare già dieci anni fa, cosi lo stato si risparmiava la tua pensione!!
Non so voi, ma quando si vuol bene ad una persona, non la si vorrebbe perdere mai, ma davanti all'inevitabile, preferisco tenere l'atteggiamento sano e propositivo di colui che vuole credere, crescere e perché no, imparare, i piagnistei, veri o presunti, li lascio a chi dice di sapere già tutto...
Saluti. 

mercoledì 17 agosto 2011

Lorenzo.

Semplificare.
Eee... Una parola...
Sicuramente, un problema...
Almeno per me...
Alla voce semplificare, i vari dizionari concordano su svariati significati, i più "gettonati" sono: Agevolare, snellire, appianare... 
In buona sostanza, rendere facile e fruibile al maggior numero di individui possibile, un qualsivoglia, scritto, concetto, pensiero o attività...
Amici che leggono i miei post, lamentano una certa difficoltà, trovandoli contorti e non immediatamente capibili. 
Avendo un "rapporto aperto" con chi mi "segue" e pronto a tutte le critiche, soprattutto a quelle che diventano consigli.
Il consiglio più "sentito" mi indirizzava al metodo di scrittura adottato da Don Lorenzo Milani, nella stesura del libro: Lettera a una professoressa. 
La mia naturale curiosità, mi ha guidato al sito della Fondazione Don Lorenzo Milani... Beh, impossibile non trovare interessante tutto ciò che vi ho letto, c'è una sezione che spiega il "dietro le quinte" nella preparazione del libro e le linee guida volute dal Don, proprio per renderlo adatto a tutti, mi sono già fatto l'appunto di comprarlo.
Ma, un ma c'è.
Ed è il tempo.
Per scrivere "la lettera" il team di Don Milani, una buona dozzina di collaboratori, ha impiegato due anni, io per i miei post, tra "ricerca" e stesura, ho un paio d'ore...
Con questo, non sto cercando giustificazioni, anche perché, come ho già scritto in un vecchissimo post: "io non sono uno scrittore, sono uno che scrive, e scrive quello che viene, e gli viene così, come lo leggerei io"
Però, c'è anche un però.
Però, visto che non sono un borioso pieno di me e mi piace "crescere", vi assicuro che farò di tutto per diventare più chiaro e fruibile, anche voi avete un compito, ed è quello di non farsi scrupoli, segnalatemi sempre quello che non va, ne farò tesoro.
Chiudo il post con una citazione del mio titolato omonimo:  
L’arte dello scrivere è la religione. Il desiderio di esprimere il nostro pensiero e di capire il pensiero altrui è l’amore. E il tentativo di esprimere le verità che solo si intuiscono e le fa trovare a noi e agli altri. Per cui essere maestro, essere sacerdote, essere cristiano, essere artista e essere amante e essere amato sono in pratica la stessa cosa. 
Da, Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana
Saluti.
Per i cenni e la frase, ringrazio La Fondazione Don Lorenzo Milani.

martedì 16 agosto 2011

Nostradamus o Bernacca?

Pallonari, in modi molto diversi, ma pallonari...
Però, è giusto fare qualche "distinguo"...
Il buon Michel de Notre-Dame, è il più fulgido (anche meglio di San Malachia) esempio di palloneria mai visto sulla terra, Nel suo "profezie" ha scritto tonnellate di vaccate, senza nessun fondamento scientifico, solo una accozzaglia di frasi "ad interpretazione libera" e poco più, di profetico nei suoi scritti non c'è un tubo di niente.
Adesso i "soliti" sapientoni, diranno " de Lorenzo sei proprio un babbaleo, ha imbroccato tutto, anche l'affondamento del Titanic!"
Si, si... credeteci, se vi và, male non vi fà...
Ma la verità è che i suoi scritti sono così "ambigui" che a posteriori, si possono interpretare e adeguare a decine e decine di avvenimenti veramente accaduti, basta "aggiustare" le parole come più serve a centrare la "profezia"...
Discorso totalmente diverso quando parliamo del Generale Edmondo Bernacca, si, si "quel Bernacca"... Quello che all'epoca delle "previsioni del tempo" era il Colonello Bernacca...
Precisiamo subito, il suo modo d'essere pallonaro, è molto diverso da quello di Nostradamus,  perché, come già detto, il primo scriveva bischerate senza senso, mentre il secondo, le sparava un po, a causa di una scienza ancora allo stato "embrionale" e di una tecnologia basata più sulle "speranze" che sui moderni "modelli" elaborati dai supercomputeroni ora utilizzati dal servizio meteo... Ciò nonostante ci prendeva spesso, e il suo apparire in tv, era atteso da tutti.
Io me lo ricordo, simpatico ed inappuntabile, non faceva quasi mai previsioni oltre i due/tre giorni, perché le riteneva inattendibili, raro esempio di lungimiranza, dato che adesso, anche con il conforto dei già citati computeroni, le previsioni oltre i tre giorni, hanno una precisione che non supera il 15/20%...
Prova lampante di questa "imprecisione" sono le previsioni date lo scorso Aprile/Maggio, quando, durante quei super soleggiati e fuori luogo, caldissimi giorni, ci fu l'ormai solito fiorire di "sparate" meteorologico/ambientali, c'era chi asseriva che: "questa sarà l'estate più torrida degli ultimi 50, 500, 5000 anni, poi attaccavano l'ennesimo pistolotto sul Global Warming, lo scioglimento dei ghiacci polari con il conseguente innalzamento dei mari e la visione di Cortina D'Ampezzo con la spiaggia le palme e i "cooocooo beelloooo" che urlano tra i bagnanti...
Beh, non so com'è andata in giro per il mondo, ma qui da noi, se questa è l'estate più torrida degli ultimi 5 milioni di anni, direi che ci è andata di lusso, perché parlando per iperboli, se fosse stata un estate "normale" o "freddina" cosa avremmo dovuto aspettarci? La neve? la "glaciazione"? La gattara del paese che nutre gli orsi bianchi?
Forse, in questo caso, "previsione" e "profezia" si sono invertiti i significati, e i meteorologi, forse in cerca di facile "sensazionalismo" hanno fatto quello che si dice: "profetizzare fuori dal vasino", chissà magari per dire (se gli fosse andata bene): "ve l'avevamo detto..."
Se volete, guardatevi questi link's, sono un po discordanti... Link unolink due.
Saluti.
Per i link's, ringrazio LaStampa.it e per i cenni storici, Wikipedia.