martedì 31 gennaio 2012

Finirò sotto un ponte


La libertà non sta nello 
scegliere tra bianco e nero, 
ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
                       Theodor Adorno


Gennaio, il freddo Gennaio se ne va.
Non succedeva da tempo, non che Gennaio finisse, ma che fosse così freddo...
I giorni della merla.
Sapete perché gli ultimi giorni di Gennaio si dice che siano "della merla"?
Chi lo sa, bene, chi non lo sa, s'informi...
Io tanto per cambiare, ho una bronchitaccia brutta e fastidiosa, poi per non farmi mancare nulla, ho anche un raffreddorone epico, con occhi pesti e caccolosi, male ad ogni singolo osso, spossatezza totale, un martellamento continuo nella testa e le cascate del niagara al posto del naso...
Il dottore ieri mi ha imbottito di medicinali, sembro un novantenne scalcinato, mi ha pure imposto il riposo assoluto, ma esigenze lavorative mi impediscono di dargli retta...
Ci sono i budget da raggiungere...
Dicono che lavorare per "obbiettivi" migliora il rendimento, pianificare, organizzare, ottimizzare sono i vocaboli che si sentono di più, soprattutto da quando c'è la crisi...
Io ci credo poco, cioè, la crisi c'è, è innegabile, anche se non è così come ce la vendono i telegiornali, quello in cui poco credo, è il lavorare per obbiettivi, almeno, non per me.
Funziono al contrario.
Perché gli effetti benefici dell'obbiettivazione lavorativa, sono evidenti, migliori rendimenti e di conseguenza, maggiori guadagni...
Però, rende tutto molto distaccato, freddo e impersonale, non fa per me.
Con questo non voglio dire che la mattina esco e vado allo sbaraglio, un minimo di organizzazione ci vuole, ma al di la di, aggiornare le schede e di pianificare la settimana, non faccio altro, mi piace l'improvvisazione, lasciare libera la mente di "interlacciarsi" con quelle dei clienti, non per vendergli qualcosa di più, ma per capirne le vere esigenze, per cercare di risolvere una problematica, piuttosto che forzare una vendita, io sono contento quando esco con un ordine firmato, ma solo se sono sicuro di non aver venduto niente che al cliente non servisse veramente.
E' un limite, sotto certi punti di vista, perché io guadagno su quel che vendo, quindi vendere di più vuol dire guadagnare di più, e vi assicuro che ci sono ancora moltissime persone che fanno gli acquisti, più seguendo un'onda emozionale, piuttosto che per una reale necessità quindi, si potrebbe, nutrendo queste esigenze emozionali, vendere molto, ma molto di più, ma a che prezzo? 
Nel mio caso, al prezzo di dover scendere a patti con le mie convinzioni e di dover sgranocchiare scrupoli per il resto dei miei giorni...
Quindi?
Quindi non diventerò mai ricco, ma dormirò sempre sonni tranquilli.
Saluti.

lunedì 30 gennaio 2012

Serve la vasellina...

Se pensate che la guerra 
sia solo fango e sangue,
siete proprio fuori strada,
ci sono sistemi diversi per
invadere un altro paese, il 
più facile e meno dispendioso
è quello di comprarselo...
                             Lorenzo Reschiglian

Sapete che c'è?
C'è che le notizie veramente importanti, troppo spesso passano inosservate, perché nascoste da vagonate di robaccia messa lì apposta per rincretinirci...
La prima è l'ennesima presa per il culo perpetrata dai nostri politicantacci, magari qualcuno l'ha letta, nel caso ve la condenso io, quel nugolo di farabutti, dopo una votazione, si sono "ridotti" lo "stipendio" di 1300 euri (lordi) al mese... 
Milletrecento euri, per la stragrande maggioranza degli esseri normali, uno stipendio di milletrecento euri al mese è un sogno, un sogno che si avvera solo dopo lunghissimi anni di lavoro...
Che merde.
Probabilmente l'unico effetto che questa "decurtazione" porterà, è che un qualche sottoviceaiutanteporta borse in nero, potrebbe perdere la paghetta, ma ben gli sta, spero non siano le escort a perderli quei soldi, perché è vero che anche loro lavorano in nero, però lavorano!
Hanno la faccia peggio del culo, mi piacerebbe sapere come sono giunti a decidere la "cifra", mi immagino le risate mentre organizzavano questo "contentino" per il popolino...
Spero che alle prossime elezioni questa barzelletta ci faccia fare la X nel posto giusto...
L'altra notizia che difficilmente troveremo in prima pagina è questa: La cina, per favorire il mercato interno, toglie le agevolazioni fiscali ai produttori esteri...
Detta così, uno potrebbe dire: embhè che ce ne impippa? 
Magari, effettivamente, niente...
Però, a ben guardare, uno stronzo come me, vede il marciume che dilaga.
Provo a farlo vedere anche a voi.
Sapete già che la cina è padrona di mezzo mondo e ha diritto di prelazione sull'altra metà?
Non lo sapevate? Beh, purtroppo è così, la nostra decerebrata ricerca di prodotti a basso costo, ci ha di fatto diventare proprietà loro, ma a parte ciò, per anni e anni, la cina ha assorbito tutto l'assorbibile, tecnologie e materie prime innanzitutto, così facendo si è assicurata l'appoggio di qualunque azienda produttrice, aziende che contando sulla loro manodopera a costo zero, spostavano la produzione interna per esportarla nelle fabbriche cinesi, ovviamente c'è stato un enorme decadimento qualitativo, ma finché la domanda regge, chi se ne frega, si continuano a produrre porcate, tanto qualcuno le compra comunque...
Ma questa era solo la prima fase della "conquista del mondo" messa in atto dai cinesi, la seconda fase è quella nascosta dietro alla notizia di poco più sopra, infatti, togliendo le agevolazioni fiscali a chi importa prodotti finiti, di fatto, ne si limita la competitività, costando questi prodotti, di più di quelli reperibili sul mercato interno, mercato potenzialmente enorme quindi appetibile da chiunque, ma questi chiunque, per vendere, dovranno abbassare i prezzi, e come si fa ad abbassare i prezzi? Spostando la produzione dove costa meno...
Furbi vero?
Ma non è finita, perché c'è anche una fase tre...
La fase tre, sarà l'ampliamento e la massimizzazione dell'esportazione dei prodotti made in cina, auto e moto soprattutto...
Quindi, se la cina si accaparra la stragrande maggioranza delle materie prime, le lavora a costi risibili, per produrre e vendere qualunque articolo producibile e vendibile, escludendo le importazioni e aumentando le esportazioni, a noi cosa rimane?
Ci rimane la possibilità di imparare il "mandarino", così forse avremo qualche chance in più di trovare lavoro, oppure imparare ad usare l'unguento citato nel titolo, per limitare i danni al deretano...
Saluti.

domenica 29 gennaio 2012

Neve e mal di testa

C'è un po' di ironia nel fatto che i 
bambini immaginano che i genitori 
possano fare quello che vogliono, mentre 
i genitori immaginano che i bambini 
facciano quello che vogliono. 
"Quando sarò grande..." è il parallelo di 
"Oh, poter tornare bambino...".

                                          Shulamith Firestone


Neve.
Ho quarant'anni, per lavoro giro moltissimo in auto, ho mezzo chilometro di vialetto da casa alla strada da spalare eppure, eppure la neve mi piace da morire...
E' un disagio, una scocciatura se volete, ma a me piace, mi fa tornare bambino, il rumore che fa quando ci cammini sopra, la sensazione di ovattato silenzio che produce, mi piace fare le palle di neve per lanciarle sui muri delle case e vederle appiccarsi o tra gli alberi, con la conseguente esplosione dei rami che si svuotano, se poi sotto c'è qualcuno, il divertimento è ancora di più...
Stanotte ne ha buttati giù quasi 40 centimetri, una vera goduria...
Per il bimbo poi...
Altro che Pinocchio nel paese dei balocchi...
Assomigliava di più ad un imbacuccato diavolo della Tasmania, intento com'era a giocare, fare palle, tirarle qua e la, cercare di spostare un cumulo da una parte all'altra, tuffarcisi dentro e far la conta di quante orme riusciva a lasciare...
Quando è rincasato sembrava un cubetto di ghiaccio, un felice, fradicio ed euforico cubetto di ghiaccio, è stato bellissimo, dopo averlo cambiato dagli abiti bagnati, infagottarmi con lui dentro una coperta calda calda, ridendo e rabbrividendo mentre ti infila quel suo nasino ibernato nella piega del collo o ti stringe dicendo: Papà freddo papà freddo...
Amo quel piccoletto...
Nel pomeriggio poi, cosa si può fare con a disposizione una distesa di neve fresca, un bimbo esplosivo e una mamma che non si è dimenticata d'essere stata bambina?
Un pupazzo di neve!!!
Ed ecco fatto, due enormi palloni di neve, un cestino per cappello, occhi, bocca e il classico naso carotato, il nostro pupazzone è li che ci guarda...
A questo punto gli ibernati sono due, ma per fortuna la stufa a legna del nonno è una vera pacchia...
Mal di testa.
Io non ho aiutato a fare il pupazzo di neve, anzi a dirla tutta, oggi non ho fatto un granché, perché un mal di testa "assassino" mi ha condizionato non poco durante tutto il giorno, diventando insopportabile durante il tragitto di ritorno a casa nostra, tant'è che la prima cosa fatta appena rincasati è stato impasticcarmi pesantemente, ma la dove i farmaci ancora non fanno effetto, il pupo è stato un toccasana...
Gli sto mettendo il pigiamino, da li a qualche minuto sarà ora di nanna, mentre gli infilo i pantaloncini, una potente fitta mi blocca, un dolore secco e inatteso, stringo i denti portando le mani alle tempie, pochi interminabili secondi, poi una vocina: Papà, cee? (papà cosa ce?) il pupo chiede guardandomi, gli rispondo: Papà sta poco bene, ho il mal di testa... Lui è in piedi sul lettone, si avvicina mi abbraccia e mi da due bacetti sulla fronte dicendo: No bibi papà, io via bibi papà (ti faccio passare io il mal di testa), poi fa un passo indietro, ci guardiamo e lui: Passato bibi?
Lo abbraccio forte forte, trattenendo le lacrime rispondo: Sì, bibi passata...
Ed è vero, lui sorride felice, mi da un altro bacio, così per non farmi mancare niente, poi mi guarda e dice: Gatto Titti, papapp pic e poc?
Essì, è quasi ora di nanna, quindi è ora di guardare gatto Silvestro, Titty e Paperino con Cip e Ciop...
Quanti ne guardiamo?
Due... no, tee!
Tre, va bene, eppoi?
Nanna papààà!!
Nanna, bravo...
Ve l'ho già detto che amo quel piccoletto?
Saluti.

sabato 28 gennaio 2012

Controsensi

La coscienza è uno di quei
bastoni che ciascuno brandisce
per picchiare il suo vicino, e del
quale non si serve mai per sé stesso.
                                   Honoré de Balzac


Che il mondo sia una zozzeria, è un dato di fatto...
L'uomo inquina allegramente da sempre.
Adesso, sotto la spinta emozionale di qualche ben pensante, qualche cosolina, per non peggiorare la situazione, si sta facendo, ma è come tirare via una secchiata d'acqua dal mare, uno sforzo enorme per un risultato risibile...
I soliti secchioni in fondo alla classe diranno: Poco è sempre meglio di niente e comunque noi abbiamo la coscienza a posto...
Questo è il problema vero.
La coscienza.
Non l'inquinamento, il nucleare o la spazzatura, no, il vero problema è la coscienza.
I secchioni sbuffano rumorosamente.
Adesso, cari secchioni, vi spiego perché il problema è la coscienza.
Nella frase "io nel mio piccolo faccio quello che posso", frase che viene detta proprio dai "coscienziosi" c'è nascosto il più bieco menefreghismo, o meglio, il coscienzioso, raggiunge il miglior risultato possibile, col minor sforzo possibile...
Non capite?
Pensate davvero che fare la "differenziata" cioè, fare quel "nel mio piccolo" vi faccia diventare degli ecologisti?
Babbei!
Comprare con oculatezza, preferendo articoli a "chilometri zero", stagionali e magari, acquistati dai produttori, è già qualcosa, comprare solo lo stretto necessario e non sprecare niente è ancora meglio, ma è comunque poco, soprattutto se per andare a fare la spesa, utilizziamo inutili suvvoni che sprecano secchiate di carburante...
I secchioni urlano: Ma i nostri suvvoni sono "ibridi"...
Bene, dico io, quindi comprate inutili suvvoni, che anche ibridi consumano secchiate di carburante, senza neanche chiedervi, dove finiranno le inquinantissime batterie che alimentano questi suvvoni, ne tantomeno sapere, quanto la loro produzione sia enormemente più inquinante del modello "normale"...
Siete proprio fuori strada, se vogliamo davvero fare qualcosa, la coscienza deve trasformarsi, deve passare dallo stadio di "io nel mio piccolo" e diventare la "coscienza comune" cioè, uscire dall'anonimato del "nel mio piccolo" e diventare una visione comunitaria, io non solo faccio, ma controllo che gli altri facciano, e quando così non è, devo lamentarmi e segnalare la cosa, uscire dall'anonimato, non vuol dire diventare degli "spioni", vuol dire che si ha a cuore le cose e ci si batte per difenderle, questa è la coscienza comune, un fine comune perseguito da tutti, solo così si possono raggiungere risultati importanti.
Forse facendo così, riusciremo ad evitare le speculazioni.
Un giorno, prima o poi, qualcuno troverà il modo di far diventare "l'ecologia" remunerativa, oggi non ci si riesce, per l'unico motivo che il petrolio fa guadagnare montagne di soldi, sia direttamente che con l'enorme indotto dei "derivati"... Quando qualcuno troverà il modo di guadagnare le stesse montagne di soldi, con l'ecologia, state certi che nel giro di un batter di ciglia, saremo tutti degli ecologisti che vanno in giro con auto che consumano bucce di banana, ma le bucce di banana costeranno come la benzina adesso...
Svegliamoci, non lasciamo tutto in mano ai soliti furboni.
Saluti.

venerdì 27 gennaio 2012

Forse il circo tornerà a volare...

L’uomo attraversa il presente con gli 
occhi bendati. Può al massimo immaginare 
tentare di indovinare ciò che sta vivendo. 
Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto 
dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al 
passato, si accorge di che cosa ha 
realmente vissuto e ne capisce il senso.
Milan Kundera

                   



Oggi sono di ottimo umore, e cosi....
Saluti.

giovedì 26 gennaio 2012

Mai guardarsi indietro

Non ricordare il giorno trascorso e non 
perderti in lacrime sul domani che viene: 
su passato e futuro non far fondamento, 
vivi dell'oggi e non perdere al vento la vita. 
                               Omar Khayyam


Sono le situazioni difficili a tirare fuori il meglio, o il peggio, dalle persone.
Il naufragio della Concordia, ha dato vari esempi di entrambe le casistiche.
Ma non voglio parlare della più grande figuraccia della marina Italiana.

Viviamo in brutti periodi.

Vedo cose che gli altri non vedono.

Sapete già che faccio uno strano lavoro, questo strano lavoro mi porta a contatto con decine di persone, il più delle volte superficialmente, anche se non ho il classico approccio "venditore/cliente", la grande maggioranza delle "transazioni", avviene in maniera estremamente professionale, quindi, anche se non sono un freddo martellatore, dal momento dell'approccio a quello dei saluti, passano pochi efficientissimi minuti...
Mi conoscete, sapete che non mi piace, è necessario che la cosa sia così, un po per ottimizzare le "entrate" un po perché, con alcuni clienti è così, non si deve andare oltre.
Poi ci sono gli altri, quei clienti che per un motivo o per l'altro, non sono più clienti, ma amici, di questi amici, alcuni sono diventati punti di riferimento, non solo per la filosofia lavorativa, ma soprattutto per il loro modo di affrontare la vita, e di conseguenza, il lavoro. 
Di alcuni ho già parlato, Francesca, Valerio, Gloria, Annabella, Patty, Davide, Debora, Rosella, sono persone speciali, perché a vario titolo e con modi diversi, ognuno di loro, mi ha insegnato qualcosa, a volte per il lavoro, ma soprattutto, per la vita.
Oggi ero a Omegna, nella zona del centro commerciale, dietro a ciò che resta del "trony", c'è un barettino, piccolo, quasi nascosto, roba che potresti anche non vederlo passandoci davanti, anche il nome potrebbe far impensierire, "la grotta"...
Però, al di la dell'ubicazione o del nome, l'entrarci anni fa, mi regalò la fortuna di conoscerne il titolare, Marco.
L'anacronismo fatto persona.
Bravo, competente, esperto, esigente, pignolo e appassionato, tutte qualità che si trovano in consumate vecchie volpi del bancone, non in un allegro trentottenne...
Doveva nascere due o tre secoli fa, perché è un "signore" d'altri tempi, dietro a quella faccia sempre sorridente, si nasconde un gentleman, o meglio, un Cavaliere, gli manca soltanto il cavallo bianco...
Non vi dirò perché oggi fosse a pezzi, non me lo perdonerebbe.
Lui, è solo l'ultimo della lista, una lista sempre più lunga, una lista di persone che malgrado le sconfinate attitudini, sono costrette a lasciare ciò che fanno, che hanno e che amano, perché "schiacciate" dallo schifo imperante.
Oggi, lavorare bene, onestamente e con dedizione, è da idioti, perché non c'è più nessun riscontro, c'è sempre meno gente che capisce la differenza tra un buon caffè e la sciacquatura di piatti, tra un vino fatto con l'uva e il vino nel tetrapak, tra un formaggio d'alpeggio e una suola di scarpone...
Marco prima o poi dovrà smettere, non si possono lavorare 15/16 ore al giorno solo per il piacere di fare quello che si ama fare.
E' un peccato.
Saluti.

mercoledì 25 gennaio 2012

Bionde o more?

Dio creò la donna e, 
a dire il vero, da quel 
momento cessò di 
esistere la noia; ma 
cessarono di esistere 
anche molte altre cose. 
La donna fu il secondo 
errore di Dio.
                                 Friedrich Nietzsche


L'essere umano è un mistero, nel senso, che è una sorpresa continua, quando credi di poter dire: Ho capito, scopri solo di essere in alto mare, su un guscio di noce e senza pagaie...

Per quanto ne so, sono un uomo...
Beh, non esageriamo, sono un maschio, che a volte è tanta roba...
Accontentatevi...

Come tutti i maschi del mondo, sono preso da mille manie, mi piacerebbe fare quello, vorrei dire così, vorrei sembrare cosà ecc ecc...
Ma sono un indolente, pigro, inconcludente, logorroico e asfissiante, mi rendo conto che a volte, sopportarmi è una missione, probabilmente riuscirei a tirare fuori dagli stracci anche un Mandela che si fa spugnature di Benzodiazepine...
Stasera, chiacchieravo con la mia anima, per chi non lo sapesse, la mia anima è una donna mora e fascinosa che predilige abiti dai colori sgargianti, non c'era un discorso definito, saltavamo un po da palo in frasca senza una logica, così come sempre accade quando si parla in libertà, cioè senza paura di essere fraintesi, come dite? E' impossibile che l'anima fraintenda? Niente di più facile! O volete farmi credere che non vi siete mai mentiti addosso?
A parte ciò, la mia anima rimuginava un po su alcuni recenti accadimenti, la difficoltà della vita moderna, i problemi economici, la precarietà del lavoro unita alla poca serietà di chi il lavoro te lo da, al bisogno di "evadere" e all'insulsaggine delle persone...
Forse dovrei avere un'anima bionda, col fisico mozzafiato ma completamente citrulla, così non mi rompe le scatole e dice sempre si, qualunque cosa le chiedo...
Perché bionda? Chiede la mia anima, perché, rispondo, è lo stereotipo perfetto della fatalona tonta...
Ma sarà poi vero?
C'è poi così tanta differenza?
Gli uomini sognano le bionde ma sposano le more?
Una tinta, può salvare una tonta?
La rossa de cavei è avida de osei?
E se fosse calva? 
Sono confuso...
La mia anima mora, ride...
Nella vita reale, come funziona? Se guardiamo verso la "casta" dirigente, di bionde non ce ne sono, anni fa, quando la politica era seria, Cicciolina e Moana Pozzi, hanno sdoganato la bionda intelligente, oggi, le Carfagne e le Gelmine, hanno affossato la mora intelligente, benché le basi di partenza non fossero dissimili...
E quindi?
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!
Che ne so!!
Gli stereotipi non mi sono mai piaciuti, le classi e le classificazioni ancor meno, ognuno e unico e perfetto a suo modo, la fortuna, se mai, è trovare due unicità che possano coesistere, nutrendosi vicendevolmente del proprio "io", offrendolo all'altro e ricevendolo di contraccambio...
L'anima non si può scegliere, spesso non si ha neanche la fortuna di conoscerla, ma quando succede, il mondo diventa più grande e la vita stessa, ha un sapore completamente diverso, più ricco, saporito e vero...
Saluti.

martedì 24 gennaio 2012

Sesso! Sesso! Sesso!

L'esperienza non serve. 
La vita, non ripetendosi 
mai, s'improvvisa sempre. 
Vivere è sempre sbagliare 
strada, non trovarsi dove 
si pensava, dove si sa, o 
meglio non si vive, 
si pensa di vivere.
                              Marcel Jouhandeau


Il titolo non c'entra quasi un tubo, è un esperimento "scientifico", voglio vedere se davvero con un titolo ad "hoc" si guadagna più "visibilità"...

Le statistiche della settimana mi daranno i risultati...

Comunque, il vecchio proverbio che recita: Tira più un pelo di f..a che un carro di buoi, sembra ancora validissimo oltreché attualissimo, basta sfogliare un qualunque quotidiano o rivista, per averne la conferma, perché, tolti i vari articoli su: Schettino meglio di Houdini, mezzi pesanti rivolta intera, spread ubriaca come lo spritz e Celentano, il molleggiato resta rigido sulle sue posizioni, tutto il resto, quindi la stragrande maggioranza delle notizie, è direttamente o indirettamente collegata al sesso e i suoi derivati...
Così, forse per alleviarci dalle brutture quotidiane, i giornali ci fanno sapere che anche Re Juan Carlos cercò di "schiacciare" con Lady Diana, che nei vari grandi fratelli, nostrani o esteri, si fa o millanta sesso di ogni genere, dal classico uomo con donna, al non più nuovo, uomo uomo e donna donna, ma anche gli innovativi, uomo con bistecca nel termosifone, donna con ortaggi, uomo con aspirapolvere, donna con chihuahua, ortaggi con aspirapolvere, chihuahua con bistecca, termosifone con aspirapolvere...
Cosa si evince da tutto questo? Innanzitutto, che i vari grandi fratelli, per fare audience, non sanno più che "pesci" pigliare o come pigliarli, e secondariamente, che l'aspirapolvere tromba un sacco!
Eppoi, bionde che fanno strane manovre sugli scogli, ex modelle con figlie modelle, ex miss italia che pubblicizzano le prestazioni dei mariti, le "isolane" che sono tutte gnoccolone e gli "isolani" che sono quasi tutti gay o indecisi, la Marcuzzi che a furia di mangiare yogurt è talmente secca che gli abiti non le stanno addosso e dulcis in fundus, dopo spasmodiche ricerche e migliaia di falsi avvistamenti, gli esperti hanno deciso che, al pari dell'uomo delle nevi e del Sasquatch, il punto "G" non esiste...
Meno male, mi sento sollevato, e non per il punto g, che per me è sempre stato un'irrealizzabile, introvabile, irraggiungibile sogno, no, sono sollevato perché ero convinto che il Sasquatch esistesse e fosse il mio vicino di casa...
Il sesso, oltre ad essere ancora il più divertente sistema per riprodursi, è e rimarrà il più potente mezzo pubblicitario esistente al mondo, perché tutti ne parlano e tutti sono curiosi, sia chi lo segue normalmente, sia chi lo critica, sia chi lo vorrebbe abolire, perché anche questi ultimi, per parlarne male, devono prima "informarsi"...
Il sesso smetterà mai di avere questo ruolo "centrale" nella vita di tutti i giorni?
Personalmente spero di no.
Non è più tempo di sciocchi tabù, è tempo di informazione e conoscenza, solo così si elimina la malata "morbosità" che ne rovina l'utile bellezza.
Saluti.

lunedì 23 gennaio 2012

Bambini di 40 anni...

Col tempo si impara che l'età 
anagrafica ben poco conta ai 
fini della maturità, così, si 
trovano giovani che sono vecchi
dentro, vecchi con animi da 
Peter Pan, ma anche uomini 
"maturi" che si nascondono 
dietro finte scuse di presunte paure...
                                       Lorenzo Reschiglian


Il mio "ipertrofico" lato femminile, piange.

Oggi, per l'ennesima volta, ho visto una mamma piangere, le lacrime non sono uscite dagli occhi, li hanno "solo" riempiti, ma erano lì e gridavano il loro bisogno di scorrere.
Io le ho viste e mi hanno fatto male.
Le lacrime non erano dovute a ciò che una madre si aspetta, non erano lacrime di felicità,  ne lacrime d'orgoglio, erano lacrime di dolore, ma non dolore per un figlio che, ormai grande, prende la sua strada, ne per un figlio che si "perde" o perso...
Peggio.
Erano lacrime per un figlio che non c'è.
Ho già scritto di questo argomento, di donne che si infliggono enormi patimenti in nome di qualcosa che sempre più spesso confondono con l'amore.
La donna, qualunque donna, nasce mamma, è la natura delle cose, non ci si può "naturalmente sottrarre", chi ci riesce, forzatamente, rincorrendo chissà quale necessità, si fa solo del male e mette le basi per una vita vuota e malinconica...
Avere un figlio, per me non significa "donare la vita" ma "donarsi la vita", donarsela vicendevolmente, una donna e un uomo che donano l'uno all'altra il vero significato della parola "amarsi".
I figli sono amore e nell'amore devono essere concepiti e cresciuti.
Vi sembra complicato?
Non lo è affatto, basta lasciare che le cose vadano per la giusta strada, e se questa strada è percorsa dalla coppia, guardando entrambi nella stessa direzione, tutto avverrà naturalmente.
Purtroppo, non sempre tutto va per il meglio.
Sempre più spesso, i ritmi di questo mondo malato, ci obbligano a scelte diverse, io per primo mi stramaledico per aver "cominciato tardi"...

Oggi, chiacchierando con questa mia amica, scopro che il figlio non c'è, per motivi che nulla hanno a che vedere con limitazioni fisiche, o meglio, in un certo senso si, perché il problema è l'età, non che i 37 anni di lei siano un limite, è una splendida donna in forma smagliante e, come già detto, con una voglia di maternità tanto evidente da farla diventare luminosa, il problema, tanto per cambiare, è l'altra metà dell'intero, il lui della situazione...
L'uomo, se così si può dire...
Che come al solito, fornendo migliaia di "ottime" motivazioni, procrastina l'argomento, cercando d'arrivare all'età del "dai sono troppo vecchio per queste cose"...
Motivazioni dicevo, leggiamo "scuse", migliaia di scuse, una cortina fumogena di scuse, un muro di scuse, muro che serve solo per nascondere, in prima istanza, la propria pochezza e successivamente, la vuota realtà dei loro sentimenti, troppo intenti ad "amarsi" senza concedere amore, a chi li ama...
Personalmente, credo che non esista donna al mondo che abbia motivo per sopportare una tale "silenziosa" violenza.
Donne, se l'uomo che avete al fianco è sano, ma non vuole figli, non è l'uomo per voi, smettete di farvi del male e cercatevi di meglio, sono convinto sia meglio soffrire un po per una separazione, piuttosto che soffrire molto più a lungo per una rinuncia forzata, e non trovatemi scuse, tipo che lo amate alla follia, perché in un rapporto di coppia, ci si ama "in" due, non dovete essere voi ad amare "per" due.
Uomini, abbiate il fegato di comportarvi da uomini, nessuno vi obbliga ad avere figli, sia chiaro,  ma se dite di no, fatelo da uomini e sempre da uomini, dovete accettare che se "lei" il rifiuto non lo accetta, dovete essere pronti a lasciarle libere di seguire, altrove, i loro sogni...
Saluti.

domenica 22 gennaio 2012

Certo non è facile

Tempo ucciso e uccisore. 
Molti miei vicini passano la 
vita ad ammazzare il tempo. 
Ma il tempo, più forte di loro, 
risuscita ogni mattina e, per 
vendicarsi, finisce coll'ammazzarli 
in modo assoluto e definitivo, 
non serbando di loro nessuna memoria.
                           Giovanni Papini


Quante volte ci siamo trovati in situazioni "scomode"?
Ci sono vari livelli... 

Situazioni leggere, come accorgersi di aver pestato una cacca prima di arrivare all'appuntamento di lavoro, o accorgersi di avere le ascelle pezzate mentre parlate con qualcuno, oppure scoprire di avere la cerniera dei pantaloni aperta solo dopo molte ore o, al femminile, avere una calza smagliata...

Situazioni medie, tipo aver pestato una cacca, e accorgersene quando il colloquio di lavoro è già cominciato perché è il vostro interlocutore che ve lo fa notare, non curarvi delle ascelle pezzate ma capire che c'è di peggio, quando quello con cui state parlando vi offre una mentina, scoprire di avere la cerniera dei pantaloni aperta e cercando goffamente di chiuderla, ci lasciate dentro una "parte di voi" o al femminile, piegarvi per cambiare la calza smagliata e sentire che "quel vestito che vi calza a pennello" dietro ha smesso di calzarvi...

Situazioni incresciose, tipo, pulirsi la già citata cacca pestata, sul "bukara" 6 metri per 6,  nell'ufficio del megadirettoregalattico, non curarsi delle ascelle pezzate e fare "conchetta" per sentire l'alito mettendosi le dita nel naso, correre e urlare con fare spiritato, tenendo ciò che resta di "lui" nella cerniera supplicando che qualcuno vi dia una "mano", o al femminile, essere lì, con mezza calza in mano, il vestito che non vi calza più a pennello e scoprire di avere intorno un capannello di "aiutanti" pronti sia col pennello, sia con il "manico"...

Situazioni senza via d'uscita, tipo, essere al colloquio di lavoro e la cacca non l'avete pestata, ma ve la siete fatta nelle mutande, avere le ascelle asciutte e profumate che fanno coppia con un alito a prova di "Boccasana" ma la suddetta bocca resta muta, avere dei pantaloni con la cerniera perfettamente funzionante, ma non averli indossati, o al femminile, non aver indossato apposta calze e "altro" per scoprire che l'esaminatore si chiama Giovanna e ha 60 anni...

Il week end che si sta concludendo, è stato estremamente rilassante, tutto casa e famiglia e benché, di spunti per scrivere un post, ce ne siano a migliaia, basta leggere un qualunque quotidiano, e non essendo questi spunti, se non minimamente, ne allegri ne tanto meno ottimistici, ho deciso di scrivere qualche cazzabubbolata, così, per non rovinarmi il buon umore della giornata.
Auguro a tutti un ottima settimana e ci "leggiamo" domani.
Saluti.

sabato 21 gennaio 2012

Beni di prima necessità

La coscienza è il caos delle chimere, 
delle brame, dei tentativi; la fornace 
dei sogni; l'antro delle idee vergognose; 
il pandemonio dei sofismi; 
il campo di battaglia delle passioni.
                             Victor Hugo


Ci sono eventi e situazioni, che sanno dare il giusto peso agli avvenimenti e, soprattutto, alle persone.
Dalla stessa persona ci si può aspettare sia l'estremo coraggio, quello che porta alla morte del corpo ma dal quale rinasce un eroe, sia il più miserevole e fuggitivo codardo...
Cosa fa la differenza?
Le situazioni, come ci si arriva in queste situazioni e il coinvolgimento fisico alle suddette situazioni.
La storia è piena di "situazioni" normali dalle quali nascono miti ed eroi, per fare un esempio, l'orchestra di bordo del Titanic che suona imperterrita mentre la nave cola a picco, probabilmente è una balla, anzi, senza probabilmente, però fa bello crederci, perché è così che nascono quasi tutti gli eroi, dal nostro bisogno di crederci.
Gli eroi servono.
In tempo di guerra, la figura dell'eroe, serviva a galvanizzare chi già stava sotto le armi, e ad invogliare i reticenti ad arruolarsi, il tutto basandosi sullo spirito di "emulazione e competizione" profondamente radicato nella testa degli uomini.
Emulazione e competizione.
L'uomo, da che mondo è mondo, emula e compete con e contro chiunque, è un gene "tarato" che hanno pressoché tutti, probabilmente latente, ma che viene risvegliato, fin dalla più tenera età, da comportamenti trasmessi dai genitori ai figli...
L'emulazione nasce, anch'essa in tenera età, quando da bimbi diciamo: Farò l'astronauta o il pilota, quando sogniamo di diventare come Indiana Jones o Berlusconi, non è altro che emulazione, poi crescendo, diminuisce il "bisogno" di emulare qualcuno, mentre cresce il fervore tipico della competizione.
L'uomo compete, sempre, anche quando non crede di farlo, lasciando perdere le evidenze testosteroniche di quando, per esempio, va in palestra, compete con chiunque altro nell'ambiente solo perché è lì, se poi in giro ci sono delle avvenenti pulzelle, l'asciugamano diventa la coda del pavone, ma c'è di peggio, perché anche negli spogliatoi, sotto le docce, si compete tirando fugaci occhiate agli attributi altrui, così, per sincerarsi che il "bombatissimo" istruttore abbia, come noi, un gamberetto tra le gambe...
Quando nascono gli eroi?
Non nascono, l'uomo vive la propria vita normalmente, finché inciampa nella situazione che lo eleverà al ruolo dell'eroe.
Vi ricordate tutti questa scena?

                                               

Questo è un eroe, e non è solo, perché pure il pilota del carro armato, a suo modo è un eroe, perché non ha eseguito gli ordini ricevuti, non ha macinato il "malcapitato" finendo, molto probabilmente d'avanti, prima alla corte marziale, poi al plotone d'esecuzione...
Oggi, in questo piccolo mondo, pieno di vite ingarbugliate nelle maglie di una "rete" globale, servono ancora gli eroi?
No.
Se oggi esistesse davvero Superman, sarebbe un dittatore planetario, cattivo, violento e vendicativo, si potrebbe dargli torto? Non credo proprio, quali motivi avrebbe per fare il contrario? L'altruismo? L'onestà? E nei confronti di chi o perché?
No, no non ci servono gli eroi, servono persone normali, persone che non hanno bisogno di un motivo per essere normali, non persone che si "accontentano" di essere normali, persone che della normalità, fanno pregio e virtù.
Smettiamo di "mangiarci in testa" l'uno con l'altro, guardiamoci in faccia e innamoriamoci della normalità che vedremo.
Non è accontentarsi ne sminuirsi è, ritrovarsi.
Saluti.

venerdì 20 gennaio 2012

Antonietta

Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, 
per fortuna siamo ancora capaci di piangere, 
il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono 
circostanze in cui moriremmo se non piangessimo.
                                                           José Saramago                                               

Solo per dirti che ti sono vicino.

La vita balorda, ci obbliga sempre più a correre, correre senza neanche avere il tempo di arrivare dove ci eravamo prefissi di arrivare, che già dobbiamo guardare avanti per "cercarci" un nuovo obbiettivo da raggiungere...
Le amicizie, quelle vere e gli amici, quelli veri, sono pochi, pochissimi, tanto da farli diventare oggetto di enormi sentimenti, la loro compagnia è vitale, diventano le oasi nei nostri deserti pieni di nulla...
Perderli, lascia buchi impossibili da chiudere, ferite insanabili sulle nostre anime precarie.
Lo so, ci sono passato.
Ricordo ancora la prima volta che è successo.
Massimo.
Vitale, divertente e un po matto, quasi inseparabili, lui con una vespetta bordeaux metallizzato, io, con un motorello con un nome impossibile, una vita dentro e fuori dall'ospedale, trasfusioni continue per contrastare l'anemia mediterranea di cui soffriva...
Un mattina entrò in ospedale, non lo vidi più.
Fu la prima volta che piansi per un amico.
Mi ha lasciato un'eredità morale, è pensando a lui e a come si può curare la malattia che lo ha ucciso, i motivi che mi hanno spinto ad "iscrivermi" all'ADMO.
Ma all'epoca ero un ragazzino, la vita corre talmente veloce e ti succedono così tante cose, che non fai tempo e non hai spazio per il "dolore".
Molti anni dopo, la cosa non fu così "semplice"...
Walter.
Il mio meccanico, si ma non solo, l'amico sempre pronto a scherzare? Anche, ma sopra tutto, un uomo davvero eccezionale, è grazie a lui se non sono "finito male", sempre lui mi ha regalato la voglia di continuare, anche se sembra inutile, continuare a vivere.
Eravamo al telefono, lui diceva: Domani se c'è un po di sole, accendiamo la griglia, troviamo un volontario che non soffre il freddo e gli facciamo fare le bistecche, tu porta la torta...
Quel domani di festa, quel domani di bistecche e birra, quel domani per lui non arrivò.
Quando arrivai in un ospedale pieno solo del pianto di sua figlia, una emorragia interna lo aveva già portato via, dovetti telefonare a sua moglie, il ricordo di quelle grida non mi abbandonerà mai.
Non piansi, era il giorno del mio compleanno.
Non piansi, durante i giorni dopo, mentre organizzavo il funerale.
Non piansi, il giorno del funerale e non piansi per molti molti anni a seguire e non tornai mai in quel cimitero.
Poi papà si ammalò, e io avevo bisogno di parlare con qualcuno, tornai da lui, era una giornata calda e piena di sole, lui come al solito era sorridente, mi guardava da quella foto, riuscii a dirgli solo ciao, poi piansi e piansi tutti gli anni che erano passati, piansi senza vergogna e senza voglia di smettere, piansi fino a che gli occhi ne furono capaci, poi mi alzai, lui era ancora lì, sorridente in quella foto, e io stavo un po meglio, un po.

Gli anni passano, e la vita mi ha fatto soffrire ancora, e ancora me ne farà, ma c'è anche tanta gioia ed emozioni da strappare il cuore.
Quindi, non mi importa quante lacrime verserò, perché so che sopra ad ogni lacrima, germoglierà un sorriso.
Saluti.

giovedì 19 gennaio 2012

La torre di babele

Pistolotto nazional/popolare
nel quale, malgrado il titolo,
la religione non c'entra una
mazza... O forse si....
                                 Lorenzo Reschiglian

In questi ultimissimi giorni, mi rendo conto che i post che scrivo, possono risultare molto, molto personali, non tanto perché in essi, scrivo o descrivo particolari o situazioni che mi coinvolgono tanto profondamente da essere conosciuti solo da me, ma perché scrivo dei miei pensieri, pensieri che sembrano troppo, troppo difficili da comprendere da chi, questi pensieri legge...
Almeno, a giudicare dal tenore di alcuni commenti...
Ho 40 anni, e a causa di una certa mia difficoltà nel tenere chiusa la bocca, ho passato una bella serie di guai, ma ancor più spesso, sono stato fatto bersaglio di quasi la totalità degli epiteti conosciuti...
Quasi sempre per giusta causa...
Però, mai nessuno mi aveva dato del "razzista" con così tanta convinzione come oggi, non vi dirò chi mi ha così apostrofato, ne con quali altre parole ha "condito" il resto del discorso, ne, tantomeno, il perché questo personaggio si è sentito offeso da quanto scritto, il tutto non è funzionale al discorso che a breve incomincerò.

Razzista, è assolutamente inutile dirvi cosa significhi questo vocabolo, lo si può "declinare" in decine di modi e motivi, ma il senso generale è comune e chiaro a tutti...
Sono un razzista?
Lo sono se penso che i ladri, da qualunque parte del mondo arrivino e qualunque cosa rubino, debbano passare del gran tempo in galera, se per me gli assassini non debbano avere "un'altra chance" dalla vita, se vorrei vedere tornare gli italiani a fare il lavoro occupato da stranieri, qualunque lavoro sia, se penso che le galere dovrebbero "ospitare" solo ladri di polli, mentre per tutto il resto, penso che basti una pallottola in mezzo agli occhi, se vorrei vedere quelli che fanno del male ai bambini, impiccati per le palle in piazza, con a fianco quelli che hanno picchiato la moglie, se pensare ad una o più di queste situazioni, mi fa diventare razzista, bene, allora sono razzista...
E a dirla tutta, la cosa non mi preoccupa, quello che invece mi preoccupa, e molto, è che non lo siate anche tutti voi...
Io mi chiedo, com'è possibile che un commerciante Italiano, anche uno fortunato, uno che riesce a fare un bel po di nero, non riesca a sopravvivere, com'è possibile, che in una nazione in crisi, com'è l'Italia, ci siano alcuni "stranieri" che vanno in giro con valigette cariche si soldi, soldi con i quali acquistano attività di ogni sorta. 
Com'è possibile che ci siano decine di aziende che non riescono a pagare i propri operai e altre che invece nascono come funghi?
I Cinesi, con ristoranti, gastronomie e negozi a basso prezzo, O I turchi, con il loro chebab...
Ma nel mucchio, finiscono anche le lavanderie a gettone e le sale slot, Possibile che nessuno controlli da dove arrivino l'enormità di soldi che girano in queste attività, soprattutto nelle sale slot?! Non posso credere d'essere l'unico che pensa ci sia qualcosa di losco, molto losco dietro tutto ciò...
Non guardiamo sempre nel giardino del vicino, cominciamo a curarci il nostro, chissà che un domani serva...
Saluti.