domenica 30 settembre 2012

Eppoi, succede...

C'è chi parla di crisi dei primo 
anno, chi del terzo o del settimo, 
qualcuno azzarda che è l'arrivo 
dei figli a rovinare le famiglie...
Tutte, ma proprio tutte, stronzate...
                                            Lorenzo Reschiglian

Un giorno qualunque, in un momento qualunque di una vita qualunque...

Si può programmare un amore? Non sto dicendo combinare, i matrimoni si combinano, ma in quel caso l'amore non c'entra quasi mai, no, io intendo proprio l'amore, l'amore si può programmare?
No...
Non si può, a volte è "l'inevitabile" conseguenza di un'amicizia o di un qualche altro tipo di rapporto, a volte ti capita di svegliarti la mattina e capire d'essere innamorato, oppure ti cade tra capo e collo e non puoi far altro che farti travolgere dagli eventi...
In ogni caso l'amore non lo puoi programmare...
Forse sta tutto lì il segreto della bellezza dell'amore, quella tanto cercata ma inaspettata sensazione, quella martellata sui denti che ti lascia con un sorriso ebete, oltreché senza denti...
Sarà banale, ma l'amore è una cosa meravigliosa, e come diceva un film di qualche tempo fa: Finché dura...
E quanto dura un amore?
La risposta perfetta non c'è, potrei dire: L'amore dura finché si ha voglia che duri...
O finché si ha voglia di crederci...
Perché innamorarsi è facile, ma continuare ad amare è tutto un altro discorso...

Amare è un lavoro a tempo pieno.

Dire che la vita moderna è un manicomio è un'altra banalità, però non è tanto lontano dalla realtà, penso sia altrettanto vero che la gente sceglie di incasinarsi la vita, guardando l'umanità che mi gira in torno, osservandola non si può che notare comportamenti volutamente esagerati, quasi a dover dimostrare al mondo, invero solo a se stessi, che se si è al mondo un motivo ci deve essere, quasi che vivere una vita normale sia degradante...
E così, vai a fare di tutto e di più, occupare sempre più ore con qualunque attività, il tutto per solo per un motivo, solo per raggiungere il tanto desiderato e cercato stress...
Quando poi finalmente lo si ha, lo si può sfoggiare in società...
L'amore è sicuramente una fonte inesauribile di stress...
Ma è poi vero?
Non lo so, a volte sembra che tutto giochi contro, sembra quasi un esame, si viene messi alla prova da un professore invisibile che osserva le reazioni, giudica, ci presenta la pagella e sulla pagella c'è scritto: Arrabbiatevi, litigate, urlatevi dietro e mollatevi...
Così noi ci si arrabbia, si litiga e ci urliamo dietro finché si raggiunge l'inevitabile separazione...
Almeno, funziona così se si è deficienti...
Litigare o discutere, anche animatamente è normale, oserei dire giusto, perché se si riesce a mantenere i toni entro giusti limiti, il confronto non può che essere creativo.
Ma alle volte un pò di piva, o di broncio, sono inevitabili com'è inevitabile tenersi il muso per vedere chi è che cede per primo...
Capita anche a me, ci sono dei momenti dove non riesco subito a mediare, momenti dove ha il sopravvento la parte sanguigna di me, situazioni che sembrano avere, come unica soluzione, dei feroci litigi...
La scimmia salta addosso anche a me, non sono Gandhi, oggi per un motivo che ora neanche ricordo, c'è stato un battibecco, battibecco che la stanchezza ha un pò ingigantito, così ce ne stiamo uno di qui e una di la, ognuno fintamente occupatissimo in quello che sta facendo, ma ogni tanto la guardavo, e prendetemi per matto, la guardavo e non riuscivo a rimanere arrabbiato, la guardo e mi piace guardarla, quel modo tutto suo di muoversi, l'impegno che profonde in ogni cosa che fa, la capacità che ha, e che le invidio, di riuscire ad isolarsi dal mondo quando sta facendo qualcosa di importante, ma anche quella risata spontanea e cristallina che mi solletica il cuore...
Eppoi, succede...
Succede che non ho più nessuna voglia di litigare o di tenere il broncio e voglio solo abbracciarla e tenerla stretta stretta...
Ecco cos'è l'amore, è guardare oltre al litigio, guardare oltre il nervosismo e le cocciute "ragioni", guardare oltre e tornare a vedere la persona che amiamo, guardarla e ritrovare quei mille e mille motivi che ce la fanno amare...
Saluti

sabato 29 settembre 2012

E' lo stesso...

Le sale d'attesa degli ospedali 
non indicano prudentemente 
che cosa dobbiamo attenderci.
                                    Carlo Gragnani


Alle volte sono le piccole cose che fanno la differenza, mai come in questi giorni posso dire che è proprio così...
Infatti un piccolissimo ed insignificante "orzaiolo" è due settimane che mi rovina l'esistenza, nessun rimedio "della nonna" dall'olio alla camomilla è servito a nulla, nessun medicinale di "auto medicazione" ha sortito il benché minimo effetto, neanche l'intervento del mio medico è stato risolutorio, non è colpa sua dopotutto è un pneumologo, così alla soglia della disperazione decido di affidarmi al servizio sanitario nazionale...

Cronache da uno strano mondo "La porta, il vuoto e il mago"  (Narnia mi fa una pippa!)

Sono le tre del pomeriggio quando decido di recarmi al pronto soccorso, l'occhio sinistro mi duole e lacrima abbondantemente, non riesco neanche a tenerlo aperto, parcheggiata l'auto entro al DEA, ovviamente devo passare al TRIAGE, ma per fortuna non c'è nessuno in sala d'attesa, bene penso, ma poi noto che non c'è proprio nessuno, neanche nell'ufficio...
Che fare? Cerco di sbirciare dalle veneziane chiuse, ma non si vede nulla, poi noto delle gigantografie con scritto: NON SUONARE IL CAMPANELLO, BUSSARE ALLA PORTA E ATTENDERE, SE IL PERSONALE NON È PRESENTE SUONARE IL CAMPANELLO.
Bene, ma con tutto chiuso come faccio a sapere se il personale c'è, quindi se bussare oppure devo pensare che essendo tutto chiuso il personale non c'è quindi devo suonare?
Sono lì che mi lambicco, quando una flebile vocina dice: Aspetti, sono subito da lei...
Il subito è 15 minuti dopo, strano come l'interpretazione del passare del tempo sia cosi soggettiva, ma tant'è, dall'ufficio chiuso sento un fievolissimo: Prego si accomodi, entro...
Dentro vedo una signora che può avere 4 o 5 cento anni è su una barella, la barella viene spostata da un'infermiera che mi dice: porto la signora in cucina e sono subito da lei, annuisco e mentre sento allontanarsi la barella, faccio passare il tempo leggendo distrattamente le comunicazioni, noto che il menù dell'ospedale per la sera prevede ossobuco in brodo...
"porto la signora in cucina..."
Un leggero brivido mi scuote la schiena...
L'infermiera ritorna, mi fa accomodare e mi chiede cosa c'è...
Io cerco di capire se usa una tastiera Braille o se appoggiato alla sedia c'è un bastone bianco, ma non trovando nemmeno un cane guida capisco due cose, la prima, l'infermiera non è cieca, la seconda, dato che non è cieca, come fa a non vedere il mio occhio pesto, rosso, gonfio e lacrimante?
Decido di non farmi prendere dai dubbi, così rispondo: Ho l'occhio dolorante...
Il destro? Chiede lei...
Mmmm, no il sinistro... Dico io...
A si, cos'è successo? Chiede lei...
Non so, bla bla bla, le racconto quanto successo negli ultimi dieci giorni...
Caaaapisco, dice lei...
C'è un oculista? Chiedo io...
No, ma qualcuno la visiterà, dice lei, poi tutto d'un fiato: Ovviamenteèuncodiceverdeglielodevodireprendaquestofoglioleièilnumero63quandolachiamanosegualalineablu, arrivederci...
Esco, la sala d'attesa è sempre deserta, bene penso, mi chiameranno subito...
Illuso...
Passano una ventina di minuti, quando una voce dice: Chiamata per il numero 66, segua la linea blu...
Ma, non c'è nessuno... Dov'è il numero 66?
Ancora la voce: Chiamata per il numero 67, segua la linea gialla...
67? Ma lasciamo perdere che io sono il 63, però che fine hanno fatto il 64 e il 65?
Mmmmm, i miei pensieri vengono interrotti dalla voce: Chiamata per il numero 63, segua la linea verde...
Tocca a me, Eureka! Ma non dovevo seguire la linea blu? Vabbè andiamo...
Alla fine della linea verde c'è una saletta, all'interno della saletta, di spalle un medico, sulla scrivania il nome del medico con la qualifica, ginecologo...
Sono subito da lei, dice il medico e aggiunge, si spogli, poi si gira, è unticcio e sudaticcio, ha lo sguardo spiritato con le pupille che fanno su e giù incessantemente, da una mano guantata cola del gel, l'altra brandisce uno speculum di titaniche dimensioni...
Dico: Forse c'è un errore...
E' lo stesso, dice lui posando l'enorme attrezzo e levandosi i guanti...
Beh non proprio, dico io...
Lui si siede accavallando le gambe e mi chiede, cosa c'è?
(forse l'illuminazione degli ospedali nasconde le magagne...)
Ho l'occhio dolorante...
Il destro? Chiede lui...
Mmmm, no il sinistro... dico io...
E' lo stesso fa il medico...
Beh non proprio, dico io...
A si, cos'è successo? Chiede lui...
Non so, bla bla bla, gli racconto quanto successo negli ultimi dieci giorni...
Ha usato una mola a disco? Chiede lui...
No, glielo avrei detto, dico io...
E' lo stesso, la gente se ne dimentica, dice lui...
Penso, dimenticarsi di una mola a disco? Lui mi guarda l'occhio e dice: E' arrossato e gonfio...
Perspicace l'amico...
Chiedo: Devo continuare con la cura che ho o me la cambia?
E' lo stesso, dice lui...
Beh non proprio, dico io...
Ma lui non sente, sta scribacchiando qualcosa al computer, poi la stampate lì vicino si mette a glopitare e dopo qualche glop glop, sforna un paio di fogli, il medico li prende, li firma poi passandomene uno dice: Smettadimettereilcolbiocinprendaquestomedicinalenemettaduegoccetrevoltealgiorno, arrivederci...
Ripensando allo speculum e al gel, dico: Arrivederci, magari per un altro motivo...
Lui abbozza un sorriso e dice: E' lo stesso...
Beh non proprio, penso io mentre me ne vado...

Pomeriggio bizzarro, trovo che gli ospedali siano dei posti strani, misteriosi, dove maghi e fattucchiere somministrano pozioni e unguenti più o meno miracolosi, ma forse non è così, forse sono serie strutture dove seri professionisti curano i bisognosi...
In fondo è lo stesso... Forse...
Saluti

venerdì 28 settembre 2012

Certe voglie...

Un passo dopo l'altro,
un passo dopo l'altro,
non importa dove sei
diretto e non importa
se ci arriverai, quello
che conta veramente
sono le scarpe...
                                 Lorenzo Reschiglian

Gli anni passano e con loro la voglia di cambiare, di mettersi o rimettersi in gioco, forse è pigrizia, o forse no...

A me il mondo del lavoro è sempre stato un pò alieno, non certo perché mi mancasse la voglia di lavorare, tutt'altro se mai il problema verteva sulla mia visione del lavoro, visione che spesso, molo spesso non era condivisa dai colleghi e ogni tanto pure dalla dirigenza...
La colpa è mia...
Non sono uno che si "uniforma"...
Tutto comincia nella notte dei tempi, quando io imberbe ragazzetto decido di comprarmi la moto, decisione questa, presa con largo anticipo rispetto all'effettivo acquisto, ma si sà, mettere via qualche soldo era difficile anche allora...
Così decisi di cercarmi un lavoro, non ci misi molto, ma il problema non era certo trovarlo il lavoro, il problema era convincere mio papà a mandarmici a lavorare...
Già, perché lui da bravo comunistoide, non concepiva l'idea di lavorare in "nero", non capiva che era praticamente impossibile trovare qualcuno che ti assumesse così, su due piedi e senza la benché minima esperienza...
Io uscivo, trovavo dove andare, tornavo a casa a dirlo, lui diceva: Ti mette in regola? Rispondevo no, lui mi guardava con sguardo eloquente e io tornavo fuori a cercare...
Andò avanti per qualche settimana e per una buona dozzina di posti, cominciavo ad avere sentimenti contrastanti, da una parte la sconfortante idea che non avrei mai lavorato, dall'altra il sempre più pesante malessere derivante dall'ottusità di mio papà...
Prevalse la seconda, così un giorno quando tornai a casa con l'ennesima proposta, proposta ovviamente non in regola ma con ottime prospettive, di fronte all'ennesimo rifiuto paterno, dissi a papà:
Senti, possiamo andare avanti così per il resto dei nostri giorni, la realtà è che nessuno assume un ragazzetto senza esperienza e l'esperienza la si fa lavorando, questa proposta è buona, il lavoro è creativo e poco pericoloso, il titolare promette di mettermi in regola entro l'anno, se vado bene e imparo in fretta, io voglio lavorare e dare una mano in casa, tu hai ragione ma con le tue ragioni la moto non me la comprerò mai, fidati, cercherò di non deluderti...
Mi disse solo: Stai attento...
I suoi occhi luccicavano mentre parlava, un luccichio che solo molto tempo dopo compresi si trattasse di orgoglio...
Cominciai a lavorare, avevo quattordici anni e mezzo, il mondo mi sembrava bellissimo...

Anche se ero giovanissimo e ovviamente ero il più giovane in fabbrica, non soffrivo di timore reverenziale nei confronti degli "anziani", ero curioso volevo sapere tutti i perché e i percome di ogni cosa, sapevo diventare veramente asfissiante, ma sono stato sempre fortunato nel lavorare con gente comprensiva e disponibile, ma non erano tutte rose e fiori, il problema più grande, l'ho avuto praticamente da subito e non mi abbandonerà mai, io non ragionavo da "dipendente"...
Per me lavorare bene, raggiungere le produzioni, cercare il continuo miglioramento erano situazioni normali, non cercavo di migliorarmi per farmi bello al capo, cercavo di diventare più bravo perché piaceva a me, raggiungere e superare la produzione richiesta, non mi serviva per avere un aumento o sminuire un collega, io incrementavo la produzione perché mi faceva sentire bene...
Ma i colleghi questo non lo capivano, per loro ero il lecchino della situazione, quello che con il proprio operato metteva in cattiva luce tutti gli altri...
Cambiai più volte lavoro, ma inevitabilmente si riproponevano gli stessi problemi e le stesse "gelosie"...
Ecco il motivo per il quale alla fine decisi di diventare un "autonomo"...
Basta invidie, basta amare convivenze, basta problemi, lavoro io per me, se faccio bene sono bravo se faccio male è colpa mia...
Adesso, da qualche tempo in qua, le cose non vanno benissimo, le colpe sono divisibili, un pò c'è il mio innato bisogno di cambiamenti, quel non voler mettere radici troppo profonde, dall'altra, l'azienda per la quale lavoro sta gradualmente, con l'aumento delle quote di mercato e la conseguente crescita, snaturando il rapporto con i propri collaboratori, noi, io...
Quella informale famigliarità tipica delle aziende fatte dagli uomini, sta diventando il freddo numerico conteggio del dare/avere, delle grosse aziende...
Mi sento fuori luogo...
Così viaggio a testa ritta, osservando sia dove metto i piedi, sia l'orizzonte per carpire o percepire ogni singola proposta o opportunità...
Il vento del cambiamento comincia frullarmi tra le dita, non so quando si trasformerà in una bufera, ma sono pronto a cavalcare l'uragano...
Saluti

giovedì 27 settembre 2012

Ferreo nelle decisioni...

Il teatro, permette di rappresentare
nella finzione scenica, la sporcizia
che si incrosta sotto le unghie della
vita...
                                                 Lorenzo Reschiglian

Non c'è bisogno d'essere dei fini letterati o degli appassionati di teatro, basta avere gli occhi, e chiunque ha gli occhi funzionanti, ha sicuramente visto la scena del soliloquio del principe Amleto, quella famosa dove lui, con il teschio in mano comincia a dire: Essere o non essere...

Bene, tanto per cominciare c'è un errore, perché il soliloquio il principe lo tiene senza nessun teschio in mano, mentre la scena dove scopre il teschio del buffone di corte, il compianto Yorick avvengono in due momenti diversi dell'opera e non sono accomunabili, per altro anche la traduzione, o meglio l'interpretazione del soliloquio è piuttosto controversa...

Ma a parte queste gustose sciocchezzuole buttate li per far banchettare i soliti secchioni, voglio tenere negli occhi l'erronea scena, ma con alcune piccole modifiche, voglio sostituire l'immagine dell'azzimatissimo e baffuto principe con quella del nostro elegante e noiosamente impalato premier di governo Mario "simpatia" Monti...
Riuscite ad immaginarlo?
Bene...
Ora, al posto del teschio ma altrettanto spolpata, la mano del premier regge l'italia...
Esso la guarda con botulinica e inespressiva faccia, dopo qualche istante dove sembra pensare a qualcosa (ma è solo un impressione) pronuncia la fatidica frase, ma mica "essere o non essere" bensì: Ricandidarsi o non ricandidarsi...

Chissà alla fine cosa deciderà di fare, una cosa è certa, così come l'Amleto finisce in un bagno di sangue, sangue dal quale emerge un nuovo Re, Re che per altro si trova già tutto bell'e pronto, il nostro attuale o futuro premier o chiunque sarà al posto suo, sicuramente non rischierà di sporcarsi le mani, perché chi non fa niente non rischia niente e anche qualora trovi qualche nuovo sistema per privarci del poco che possediamo, lo farà standosene comodamente col culo al caldo, fregandosene bellamente di sapere se il nostro sedere è o non è esposto alle intemperie...

La crisi, con tutte le sue rogne è lì sotto gli occhi di tutti, e quel che è peggio, tastando il polso alla gente, si sente la generalizzata sensazione che il peggio debba ancora venire...
Saluti

mercoledì 26 settembre 2012

Piccoli momenti di una vita che cresce...

A volte si pensa d'impazzire
per quanto riesca ad essere
rumoroso un bimbo mentre
gioca, ma provate a sentire
quanto è spaventosamente
silenziosa una casa quando
quel bimbo non c'è...
                                      Lorenzo Reschiglian

Asilo delle mie scatole...
Già perché adesso il piccolo si ferma anche per il pranzo...

Piccoli momenti di una vita che cresce...

La vita è scandita da momenti, momenti che possono essere piccoli istanti isolati, oppure momenti che danno l'inizio a fasi, anche lunghe che portano ad altri momenti, scelte e così via...
Durante una vita di questi momenti ne viviamo a centinaia, ma sono pochi quelli che ci rimangono impressi nella mente, quelli che non subiranno il passare degli anni e che rimarranno sempre davanti agli occhi, quelli che ci faranno scaldare o piangere il cuore ogni volta che li ricorderemo, pochi, pochissimi e sono tutti, almeno per me, riguardanti momenti famigliari...
Vedere Odette in abito da sposa, il primo bacio da sposati, vederla aprire gli occhi la prima mattina da marito e moglie, sono tutte emozioni irripetibili che creano un rapporto, una complicità unica e indissolubile, un'armonia che ti porta a "sentire" le emozioni della persona amata e sono tanto profonde da farti capire il momento in cui avete concepito una nuova vita...
Decidere di avere un figlio non è cosa semplice, sai perfettamente quello a cui vai incontro, perché tutti abbiamo o un parente o un amico che già è genitore, quindi seppur di riflesso, si sa che la vita subirà una totale rivoluzione, che qualunque ordine verrà completamente stravolto, ma per un recondito senso masochistico, si ha la tendenza a farla più nera di quello che poi sarà, in buona sostanza si pensa solo ai lati negativi di una gravidanza, senza pensare che invece le gioie sono tante...
Il concepimento stesso, non so spiegarvi il perché, ma io e lei ci siamo guardati e non abbiamo avuto il benché minimo dubbio, saremmo diventati genitori, la prima ecografia, la prima volta che senti il cuore del piccolino, vederlo sporco e pallido, uscire dal grembo materno, sentire i suoi piccoli polmoni riempirsi d'aria per il primo vagito, la prima volta che lo tocchi che lo accarezzi con le lacrime che ti offuscano la vista, vedere giorno per giorno quella piccola vita crescere, sentire il cuore che ti si spacca ogni volta che lui ti sorride o ti bacia, tornare a casa col desiderio di sentire il caldo di quel corpicino tra le braccia, la gioia di sentirlo gridare papino papinooo mentre ti stringe forte forte...
Ogni momento è nuovo e diverso, ogni abbraccio è un'emozione nuova e diversa dall'abbraccio precedente, ogni singolo istante è vivo, vitale, unico, insostituibile e per me, irrinunciabile, non ci sarà mai niente di più importante, prima ci sono Odette e il pupo, tutto il resto viene dopo, il tempo e la vita sono la mia famiglia, punto e basta.

Il pupo cresce, ora va all'asilo e dopo qualche giorno di "inserimento", che a dirla tutta è stato molto tranquillo, adesso gli orari si allungano e il piccolo pranza a scuola, anche in questo caso non ci sono stati problemi, il piccolo mangia praticamente qualunque cosa gli metti nel piatto e oltretutto è ordinato ed educato a tavola, le maestre sono felicemente stupite e io sono un papà orgoglioso...
Devo solo riabituarmi a rientrare in una casa "silenziosa", il primo giorno è stato angosciante, spaventosamente angosciante, il silenzio era pesante e malsano tanto da risultarmi alieno e doloroso, solo la presenza e la comprensione di Odette mi hanno impedito di correre anzitempo a riprendermi il piccolo...
Non sono mica tutto sano...
Non ho raccontato nulla di nuovo, queste cose succedono tutti i giorni a milioni di persone, spero che tutte queste persone abbiano la fortuna di emozionarsi per quello che stanno vivendo e che queste emozioni lascino ricordi indimenticabili...
Saluti

martedì 25 settembre 2012

Reale o percepito...

Era un bambino saccente e 
presuntuoso: un giorno gli 
chiesero: "Ma te credi in Dio?" 
"Beh, credere e' una parola 
grossa, diciamo che lo stimo". 
                                         Walter Fontana

Sapete la differenza tra reale o percepito?
Vi faccio un esempio, l'estate scorsa ha fatto qualche giorno di caldo vero, le temperature hanno raggiunto e superato i 34/36 gradi, ecco la temperatura segnata dai termometri è quella reale, poi con l'aumentare dell'umidità c'è anche l'aumento della temperatura percepita, cioè non fa più caldo, ma sembra che sia così perché la sensazione è quella...
Misteri della sudologia...
Per me la teoria si può applicare ad altri argomenti.
In italia ci sono argomenti "tabù"...
La prostituzione è uno di questi, da noi la prostituzione è ovunque, in tivù, in politica e soprattutto per strada e anche se un sempre più nutrito manipolo di escort sta portando ordine e pulizia nel settore, per la prostituzione "da strada" quella gestita dalla criminalità organizzata, il degrado è totale e non c'è ovviamente nessun rispetto per la figura umana...
In italia riconoscere e regolamentare il settore, sembra impossibile anche se ci sono esempi da tutto il mondo, chissà perché...
Qua la sensazione percepita è di fastidio, disprezzo e condanna, ma la realtà è che il "fenomeno" è in continuo aumento...
Il post di ieri ha smosso un pò le acque, è incredibile constatare che alle volte scrivo lunghissimi e sentiti post che passano totalmente inosservati e invece bastano poche righe messe a commento di un articolo, per generare un putiferio...

Criticare la chiesa è un altro tabù...

Facciamo un pò di chiarezza, non ho niente contro la chiesa, o meglio, se per chiesa intendiamo: Il Padreterno creatore di tutto, Gesù suo figlio mandato sulla terra e sacrificato, sia per redimerci, sia per risparmiare sulla bolletta (i diluvi universali costano) e tutto l'ambaradan compreso, mi sta bene, tutto il discorso sulla fede e sui miracoli (veri o presunti) legati ad essa, mi sta più che bene, anche tutto il ping pong tra bene e male con il conseguente trittico, inferno, purgatorio e paradiso, mi sembra accettabile, quello che invece proprio non mi va giù è "l'hardware" del discorso chiesa...
Non c'è bisogno di rischiare l'inferno, ma che nella chiesa qualcosa non funzioni è sotto l'occhio di tutti, il dato più evidente e sconfortante è la mancanza di ricambio generazionale, sempre meno giovani sentono la "chiamata", mancano un mucchio di Preti e tantissime chiese non vengono più "usate", però anche quelle in "attività" non fanno registrare il tutto esaurito, anche i fruitori di tali edifici sono sempre di meno, eppure il tasso di anziani nel paese è in continua crescita...
Un vero peccato, ma perché succede tutto ciò?

Chiesa reale e chiesa percepita...

La fede è qualcosa di intangibile, o c'è o non c'è e anche quando c'è non è facile tenersela, in questo caso la differenza tra reale e percepito è sottilissima, io (parlo per me così non sbaglio), io come ho già scritto, sono credente quindi posso dire di aver fede, ma non posso fare a meno di notare le grosse differenze che si sono venute a creare tra la chiesa che era nell'antichità e quella che è adesso...
Gesù era povero in canna, non aveva altro che le sue vesti e predicava di non accumulare e di condividere i beni terreni, oggi, il Papa quando si muove, lo fa con l'aereo privato o su auto che costano centinaia di migliaia di euro, pure le scarpe costano diverse migliaia di euro come i vestiti che indossa, per non parlare dell'anello "piscatorio", ecco, così bardato e vestito va in giro a predicare la parsimonia e a cercare soldi per i poveri...
Vagamente ipocrita direi, e sicuramente poco esemplare visto che è a capo della più lucrosa e ricca realtà economica mondiale...
Forse è anche per questo che le "chiamate" diminuiscono, avere sotto gli occhi la falsità del sistema certo non invoglia, eppoi i tempi cambiano, una volta avere un parente sacerdote era un must, quindi le famiglie ricche obbligavano i figli al sacerdozio per garantirsi beni e favori, per i poveri, che non avrebbero comunque mai raggiunto i gradi alti della gerarchia, era un modo come un altro per avere un "mestiere", un posto dove stare e qualcosa da mangiare...
Le chiese poi, erano sempre piene, la cosa era così per svariati motivi, non da ultimo, che le occasioni di "aggregazione" non erano molte, quindi il dopo messa era l'equivalente del moderno "happy hour", l'ignoranza era ancora molto diffusa e se aggiungiamo quell'ancestrale paura derivante dal non sapere, il gioco è fatto, andiamo in chiesa dove ci danno le risposte, oggi l'alfabetizzazione è pressoché totale e con essa la possibilità di scegliere se aver "fede" o se rimanere "terra terra", eppoi l'eterno dubbio sull'aldilà, "garantirsi" il posto nell'attesa del regno dei cieli, non è più tra le priorità dei nuovi anziani, meglio un profilo su facebook...

Quindi per terminare, credo nella forza della fede e in tutto quello di buono che la/le religioni possono fare, non credo nella chiesa come "istituzione", perché la fede è e deve essere dentro di noi, non è minimamente necessario avere un luogo di culto e se per comodità si sceglie d'averlo, non è necessario che sia bordato di ori ed orpelli, credo che serva avere chi officia le liturgie, ma non dimentico che sotto le vesti tipiche di qualunque religione, c'è un uomo, e un uomo è solo un uomo, quindi fallibile, debole e corruttibile...
Spero d'aver fatto chiarezza.
Saluti

lunedì 24 settembre 2012

Che ipocriti...

Parole, parole, parole, 
parole parole soltanto 
parole, parole tra noi...
                                  Mina


Anche se è un pò lunghetto leggetevi questo articolo...

Contrariamente al solito, non scriverò un post sull'articolo che avete appena letto, se vorrete qua potete lasciare il vostro commento, io l'unica cosa che tra poco scriverò, sono due frasi che mi sono sorte durante la lettura, la prima:

Cavoli, da che pulpito (è proprio il caso di dirlo), da che pulpito viene la predica...

L'altra frase è un passaggio di una splendida canzone del grande Fabrizio De André:

"Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio."

Mi sembra superfluo aggiungere altro...

Saluti

domenica 23 settembre 2012

Taglia taglia, che aumenta...

La matematica era una
scienza precisa, ma poi
sono arrivati i politici e
tutto è diventato relativo
                                   Lorenzo Reschiglian

Ecco, sono mesi e mesi che tiriamo maledizioni ed improperi all'indirizzo del "tecnico" che abbiamo a capo del governo e cosa ti va a capitare?

Piccola premessa...

Uno dei punti cardine della manovrona impostata da Monti per "sanare" la crisi è il taglio dei finanziamenti alle regioni, detto così sembra una bestialità, perché noi appaiamo subito il discorso, meno soldi in regione equivale a più soldi in tasse da pagare, ed è cosi grosso modo, però come nelle "migliori" sceneggiature di film's scadenti, c'è un ma...

 Ma... Ma al di la di ogni ragionevole dubbio, Monti ha ragione...

Perché?

Perché è assolutamente vero che le regioni spendono troppi, troppi soldi, centinaia e centinaia di milioni di euro, una specie di vorace buco nero dove finiscono fiumi di soldi senza che, la popolazione ne tragga un benché minimo beneficio, eeee già, avete capito bene, senza che la popolazione ne tragga un beneficio...
Sento i soliti secchioni che mi fanno notare una piccola anomalia, dicono che non è possibile, se i soldi arrivano, ed arrivano, non è possibile che la popolazione non ne abbia benefici...
Vero, cari secchioni, la teoria dice proprio così, i soldi arrivano in regione, i soldi vengono spesi, chessò per riasfaltare le strade, riparare l'acquedotto, mantenere scuole, servizi e quant'altro possa mai venir utile, quindi con innegabili ricadute positive nei confronti della popolazione, se i soldi vengono usati con criterio, non è utopistico aspettarsi anche un sostanzioso calo delle tasse, però anche qui c'è un ma...

Ma... Ma purtroppo non funziona così, i soldi arrivano e tutto va a catafascio...

Perché?

Perché il mondo è pieno di ladri, e questi ladri non sono dei ruba galline di borgata, questi ladri vestono in giacca e cravatta, viaggiano in auto blu e, purtroppo li abbiamo eletti noi...
Presidenti, amministratori e contabili, sembra non si salvi nessuno, tutti quelli che in un modo o nell'altro arrivano a contatto con quei soldi, perdono ogni dignità, buttano ideali e sogni al vento, dimenticano qualunque onestà e diventano invariabilmente ladri...

Ecco perché Monti fa bene a tagliare i finanziamenti, finanziamenti che, ma guarda un pò, negli ultimi anni sono aumentati per oltre il 70 per cento, forse perché l'euro non vale niente, o forse perché l'avidità non la si sfama mai, vuoi quello che vuoi, il fatto stà che i soldi sono finiti, ne hanno mangiati troppi ed ora non c'è ne più...
Ma non fa nulla, tanto ci siamo sempre noi, noi fessi del popolino, basta aumentare tutto quello che ci serve per vivere e il gioco è fatto, loro continueranno a rubare e noi continueremo a pagare...
Forse la vita è giusta così, visto che funziona così da sempre...
Saluti 

sabato 22 settembre 2012

Ignoranza planetaria

Pierre de Coubertin si starà
rivoltando nella bara, se fosse
vivo, adesso si preparerebbe
a dare delle sonore sberle...
                                             Lorenzo Reschiglian

Leggetevi questo articolo...

Sono quasi contento, non per l'esclusione di Zanardi che è una vergogna, ma per la vergogna stessa...

Ma prima facciamoci una domanda:

Cos'è la vergogna?

Wikipedia dice così:

  • La vergogna è l'emozione che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri; da una parte è una emozione negativa che coinvolge l’intero individuo rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta da quello che avremmo desiderato.

La precisazione è d'obbligo, perché troppo spesso si parla di vergogna o di comportamenti vergognosi, senza aver ben presente cosa sia la vera vergogna...

Detto questo...

Perché sono contento?

Sono contento di vedere che non è solo l'italia a combinare enormi cavolate, scoprire che gli organizzatori della maratona di New York sono dei deficienti, mi mette un certo buon umore...
Vi pare strano?
A me no, non mi pare strano ne che gli organizzatori della maratona siano dei deficienti e non mi pare strano che, una delle nazioni dove si fa più uso di "doping" al mondo, rifiuti l'iscrizione ad un atleta disabile che come unico "aiuto" usa la determinazione...
E sapete perché non mi stupisco di tutto ciò?
Perché la coerenza non è più di questo mondo, la coerenza non esiste più, la coerenza è un ricordo ancestrale di tempi passati, tempi dove le parole avevano un significato, dove le parole avevano un peso e una loro innegabile importanza...

Per chi si fosse dimenticato il significato di coerenza, vada su Wikipedia e si dia una "rinfrescata", per i pigri basti sapere che la coerenza è la conferma dei fatti rispetto alle parole, cioè è coerente chi fa quello che dice...
Se vi pare complicato, andate in edicola, compratevi un Topolino e smettete di leggere questo blog...

Ma torniamo al "fattaccio", sono proprio contento, non è solo l'italia a fare cavolate, ma non so se gioire di più perché tutto il mondo è paese o rammaricarmi profondamente perché tutto il mondo è paese...

Che vergogna...

Una cosa la so per certo, Zanardi ne verrà fuori alla grande, anzi comincio a pensare che l'ex pilota sia un extra terrestre, perché non si è mai visto un uomo così determinato, uno che non ha mai perso tempo a piangersi addosso, un eroe contemporaneo e un esempio da seguire, un uomo che nulla, ne le difficoltà dello sport, ne le cattiverie della vita, sono riuscite a fermare, sarebbe vergognosamente ridicolo che là dove nulla ha potuto, riesca l'ottusa ignoranza di altri uomini...
Saluti 

venerdì 21 settembre 2012

Donne senza valore...

Quando si pensa d'avere
toccato il fondo del barile
arriva qualcuno o qualcosa
che ricomincia a scavare e
scavare, verso abissi sempre
più profondi e bui...
                                          Lorenzo Reschiglian

Leggetevi questo articolo...

Basta vergognarsi?
No, non basta perché quel mucchio di gentaglia, dovrebbe essere lì a fare il nostro bene, ed invece come al solito, dimostrano quanto poco siano interessati alle faccende nazionali, per l'ennesima volta hanno dimostrato quanto siano egoisti, falsi, ipocriti e farabutti, quanto ancora la politica sia maschilista, becera e ignorante...
No, vergognarsi non basta, perché gli argomenti in ballo sono importanti, perché la violenza sulle donne è una delle più eloquenti forme di malattia mentale, perché è ora che i violenti non la facciano più franca e perché il medioevo è passato da un bel pò...
Che schifo, e per quanto sembri impossibile, c'è anche di peggio...
Già perché quando ci sono queste "sedute" è d'obbligo la presenza di un presidente, presidente che deve sincerarsi che tutto si svolga correttamente, bene, qua si sarebbe dovuto parlare di violenza sulle donne, benissimo, due dei possibili presidenti, due dei quattro che si sono fatti gli affaracci loro, due di questi sono donne...
Nemmeno la solidarietà tra donne è riuscita a mettere una pezza al pasticcio, ma chi se ne frega, tanto le nostre politiche sono così cesse che neanche un malato e disperato riuscirebbe a violentarle, per tutte le altre donne, cavolacci loro che si arrangino...
Donne, siamo tra i paesi più arretrati al mondo per quanto riguarda i vostri diritti, quindi se volete passeggiare tranquille per le strade, procuratevi una comoda armatura in acciaio, forse non vi renderà sexy, ma preserverà le vostre virtù, visto che per i nostri governanti siete paragonate alla carne da macello...
Saluti

giovedì 20 settembre 2012

Geologia, genealogia e reumatismi...

Universi paralleli.
Ecco come si presenta la
realtà odierna, due mondi
simili in molto, ma che non
si incontreranno mai, da una
parte l'immaginifica visione
politica, dall'altra il povero
mondo reale, noi...
                                         Lorenzo Reschiglian

Io letto un articolo interessante, parlava dei trentenni che ancora vivono a casa con i genitori, inevitabile pensare che qualche tempo fa, l'allora ministro Brunetta, redarguiva la categoria dandole dei mammoni e fannulloni, ora, al di la degli sproloqui del puffo brontolone, a me viene subito una domanda e una considerazione, la considerazione è: Meno male che i genitori ancora ci sono, anche se non basta, ci sono e devono essere ancora in grado di mantenere, o contribuire al mantenimento di questi figli, perché se è vero che molti di questi semigiovani lavorano e quanto meno si "spesano", molti purtroppo non lavorano, vuoi perché ancora studenti o vuoi per la crisi, ma tant'è che non sono minimamente autosufficienti, quindi, cara grazia ci siano ancora i genitori che li sostengono, e non solo economicamente...
Invece, la domanda che subito mi sorge quando sento un qualunque "tecnico", o peggio, un politico, parlare di giovani e lavoro è questa: Ma loro, a parte non aver mai lavorato in vita loro, cosa hanno mai fatto loro perché i giovani entrino nel mondo del lavoro?
Niente.
Niente di niente.
Partendo dalla scuola, che in italia, a parte qualche isola felice, è affondata in un mare di liquami, frenata da sistemi, programmi e insegnanti obsoleti e impreparati, nulla possono fare quei professori che ancora ci credono, che ancora si battono e nei quali arde ancora la voglia di insegnare e di crescere con i propri alunni, quando si vedono schiacciati da "colleghi" incapaci, raccomandati e buoni a nulla, come può una scuola cosi preparare al mondo del lavoro?
Non può, ed infatti siamo agli ultimissimi posti al mondo e dietro di noi, praticamente c'è solo il "terzo mondo"...
Così, azzoppati da un sistema inadeguato, il mondo del lavoro risulta quasi un miraggio, e Il tutto è lasciato in mano alla libera iniziativa, all'innata voglia imprenditoriale che anima la gioventù italiana, bene, e anche qui i nostri politicanti cosa fanno?
Ammazzano ogni idea affogandola in un mare di balzelli, burocrazia e tasse...
Ma non tutto è perduto, effettivamente lo stato sta facendo qualcosa per far uscire di casa questi beati fannulloni, aumenta le tasse sulla casa, aumenta i costi di luce, acqua e gas, fa andare alle stelle il prezzo dei carburanti e dei generi di prima necessità, tutto questo farà uscire di casa, per stabilirsi sotto a qualche ponte, i giovani fannulloni, che verranno seguiti a breve dagli ormai spiantati genitori, appena anche loro non riusciranno più a pagare le bollette...
Per fortuna in italia ci sono un sacco di fiumi...
Saluti

mercoledì 19 settembre 2012

Senza titolo (ma scrivendo così, diventa il titolo)

Il Conte di Essex era
convinto delle proprie
idee, tanto da perderci
la testa...
                                   Lorenzo Reschiglian

Anche le idee latitano, ogni tanto capita, sapete quei momenti dove non è che ti mancano le cose da dire, anzi ne hai più che mai, però non riesci a metterle giù, i pensieri passano troppo veloci nella testa e non riesco a dargli una forma,  non riesco a fermarli con le parole, rimangono pensieri sguscianti ai quali non riesco ad acchiappare la coda...
Mi servirebbe il tasto "re-wind"...
O forse avare meno pensieri...
Fermarsi a non pensare, riuscire a non pensare, svuotare la mente e sentir rimbombare il nulla...
Vuoto, vuoto ma consapevole, non un vuoto asettico e inutile, un vuoto consapevole, niente a cui pensare, ma godendone la leggerezza...
Impossibile, o meglio, improponibile...
Sembra che quando si viene decapitati (avete presente la ghigliottina?), bene, sembra che il cervello rimanga in funzione qualche istante dopo il taglio, non ci sono dati certi perché tutte le cavie consultate non hanno fornito certezze, ma tant'è...
La cosa è possibile, dato che la morte cerebrale avviene per l'emorragia e l'ipossia conseguenti al taglio, non al taglio stesso, ed essendo il cervello l'organo che elabora i sensi è possibile che effettivamente il decapitato abbia la presenza di ciò che è appena accaduto, probabilmente non si sente dolore, visto che viene reciso tutto il sistema nervoso, ma è plausibile che il cervello riesca ad elaborare quello che gli occhi e le orecchie vedono o sentono...
Angosciante...
Se fosse, sicuramente sarebbero gli istanti più pazzeschi mai vissuti...
Altro che nulla su cui pensare...
Che dire, a volte perdere la testa è necessario, ma non esageriamo...
L'occhio mi fa ancora male, non come due giorni fa, adesso è più un fastidio, un profondo fastidio che dopo ore diventa malessere, la cosa mi confonde, nel senso che è uno dei motivi per i quali non riesco a ragionare proficuamente...
Adesso è così, sono qua che scrivo con l'occhio chiuso, sembra ci sia della sabbia dentro...
Che barba...
Pianto lì, vado a mettermi la pomata antibiotica e poi mi infilo sotto le coperte, chissà forse stanotte riesco a dormire...
Forse...
Saluti

martedì 18 settembre 2012

Spolverando le stelle.

Questa storia inizia quando ancora la parola inizio non aveva un significato, la dove gli eroi non hanno nome e le loro gesta li precedono, la dove il sogno solletica la realtà e la realtà non è altro che il singhiozzo della leggenda...

Vorrei tornare a sognare, vorrei che questi sogni non si avverassero, ma che fossero l'inizio di realtà da sogno, vorrei poter smettere d'aver paura di addormentarmi, potrei dormire aspettando un risveglio che sia il futuro.

Guardare non visto questo futuro per vedere se chi ami starà bene, vivere e sorridere delle loro vite, sapendo che quello che farai nel passato servirà a qualcosa, poter assicurare nel futuro la felicità mancata nel tempo trascorso.

Tornare nel passato per vivere e rivivere, dieci, cento, mille volte quell'emozione, ogni volta come la prima volta, quello sguardo, quel sorriso, quel bacio o quella lacrima, viverle da dentro e vederle con occhi nuovi e ingenui ogni volta.

Concedersi del tempo, crearsi del tempo da vivere nel totale far niente, passare del tempo solamente facendo passare del tempo, rimparare a sentirlo scorrere e lasciarcelo scivolare di dosso senza la necessità di occuparlo.

Voglio ritrovare la serenità, quella di chi sa di non dover dimostrare niente, la leggerezza di chi può guardarsi indietro sorridendo e voltarsi in avanti con occhi curiosi, voglio tornare a camminare senza avere il bisogno di una meta.

Forse non è una gran storia, forse non è altro che una manciata di banalità, forse chi leggerà non entrerà nel senso, di certo ho solo che non so perché ho scritto quello che ho scritto, vorrei avere più controllo su quello che accade, vorrei dire: Sono io! E sapere che è sufficiente.

Qualcuno scrisse: Era una notte buia e tempestosa, ma il buio non esiste più e le tempeste non fanno più troppa paura,  forse non abbiamo più bisogno della realtà, forse la realtà è troppo finta e scarsa perché ci soddisfi, forse la realtà non esiste più...

E se... Ma poi no.

Saluti

lunedì 17 settembre 2012

Comunità di recupero.

Non vi piacerà, non vi piacerà per 
niente, non piace neanche a me e 
il fatto che sono stato io scriverlo, 
non gioca a mio favore... Già...
                                              Lorenzo Reschiglian

Ho già scritto qualcosa del genere, ma non mi ricordo il titolo, altrimenti ve lo linkavo, boh, forse è meglio così...

Vi ho mai detto che la politica è una schifezza?
Si?
Ma dai...
Vedo i soliti secchioni che fanno cenni eloquenti, si sa, ai secchioni la politica non piace...
Ma a chi può piacere la politica?
Solo ai politici...
Chissà perché...
Io ho una mia teoria...
Io accomuno i politici ai drogati, ma non perché molti lo siano, drogati ovviamente, non politici, già, per me sono assolutamente accomunabili, e adesso vi dico perché...
Drogato non si nasce, lo si diventa.
Anche politico...
Si diventa drogati a causa delle cattive compagnie.
Anche politico...
Il drogato, se povero, ruba.
Anche il politico...
Il drogato, se ricco, truffa.
Anche il politico...
Il drogato è bugiardo.
Anche il politico...
Il drogato vive in un mondo tutto suo.
Anche il politico...

E' questa l'affermazione quella che più mi fa pensare...
Anche se l'ultima la tengo per la fine...
Perché se si può "perdonare" ai drogati di essere su un altro pianeta, tutt'altro discorso è quando si parla di politici...
Ma purtroppo "la casta" vive proprio su un altro pianeta...
E' l'unica spiegazione possibile, come altro si potrebbe spiegare il loro totale e scevro menefreghismo?
Il politico, anche se "giovane" è un alieno che non ha nessun contatto con la realtà,la realtà di tutti i giorni, la realtà che è del popolino, quello che lavora, il politico è da generazioni che non lavora e da sempre "guadagna"(ruba) enormità di soldi, soldi che una persona normale non vedrà mai, una differenza che scava un solco profondo tra la loro vita e la nostra, come può un politico che "guadagna" (ruba) dieci, quindici, venti o venticinque mila euro al mese, capire le esigenze di chi quei soldi se li suda lavorando un anno?
Non può.
Ed ecco spiegato il motivo per cui la politica non potrà mai e poi mai, risolvere i problemi della nazione, il politico "ragiona" con un termine di grandezza che per il comune mortale non esiste, per loro il "tutto è dovuto" è la prassi comune, per noi, visti i chiari di luna, sta diventando un miraggio anche il tutto a pagamento...
Chiaro vero?
La politica non è la soluzione al problema, la politica è parte integrante del problema, ne è la culla e sarà la nostra tomba...
Ecco l'ultima analogia con i drogati...
Ci vuole una San Patrignano per i politici, una comunità dove ricoverarli per iniziare, dove possibile, il recupero di quelle povere menti bruciate dal potere e dai soldi, un posto tranquillo e protetto dove si possa riportare alla normalità questi nostri poveri politici malati di fama e gloria, un posto dove passo dopo passo, ricominci per loro un cammino che li faccia ritornare la da dove sono venuti, li riporti dove dovrebbero essere, dove sarebbero in grado di ritornare alla vita, tornare tra quella gente che ormai non rappresentano più, tornare ad essere signori, levandosi dal nome l'infamante marchio che si nasconde dietro le voci "senatore, onorevole o deputato", tornare uomini tra gli uomini, e come uomini ricordarsi che andranno a governare altri uomini...
Saluti