giovedì 30 gennaio 2014

Stanchezza

E pur si muove...
                    Giuseppe Baretti

Vero.
Ma vorrei sinceramente che si fermasse.
Forse dovrei, potrei fermarmi io, forse.
Chi si ferma è perduto?
No, chi si ferma è fermo.
Sono quelli che si muovono a perdersi.
Quelli che non sanno dove sono.
Quando non sanno dove andare.
Perché non sanno dove andare.
Ne perché ci devono andare.
Quelli che si perdono ancor prima di partire.
Perché sono partiti senza sapere.
A quelli che hanno sempre una risposta.
Anche se non ci sono domande.
Per quelli che avrebbero da domandare.
Ma che si perdono in muti voli solitari.
A quelli che non stanno mai fermi.
Perché è il loro movimento a palesarli.
A quelli che ci sono sempre per tutti.
Non avendo di proprio nulla.
Per tutti quelli che leggendo capiranno.
I quali capendo rideranno.
A tutti coloro che fingendo snobberanno.
E che nei forzati sorrisi si nasconderanno.
Sono stanco.
Ma non è una questione fisica.
Sono stanco.
Di ciò che il sonno non può mondare.
Sono stanco d'aver per mente una foresta.
Sferzata da inquieti pensierosi venti.
Vorrei solo una solleticante brezza.
A mormorarmi idee di morbida certezza.
Riaprire gli occhi per tornare a sognare.
E sulle ali di tali sogni, tornare a volare.

Saluti

domenica 26 gennaio 2014

Uomini e non

Non sono  adatto, potrei adattarmi,
ma una volta adattato, io chi sarei?
                                     Lorenzo Reschiglian

Cosa vuol dire essere uomini oggi?
Come dovrebbe essere l'uomo oggi?
In una società tanto mista, quanto quella moderna con tutti i suoi stereotipi, con il più vasto e variopinto immaginario comune o singolo che sia, con tutti gli esempi che ci vengono proposti e propinati, come deve essere l'uomo ideale, eppoi, ideali secondo cosa, chi, come e perché?

Che non vi venga in mente di trovar qua la soluzione...

Non so un cazzo di come deve, dovrebbe o è, un uomo.
Posso solo parlare degli esempi che mi sono vissuti o sgusciati intorno, ognuno con i propri pregi e altrettanti difetti e tutti ugualmente validi o anche no, potrei dire di come interpreto io il discorso, ma so già che cadrei in una ridda di luoghi comuni, cliché e frasi fatte trite e ritrite...
Oppure, dando fondo alla mia solita brama di egocentrismo/protagonistico, potrei lanciarmi in una mia totale, eroica e strepitosa autocelebrazione, finita la quale mi chiuderei in bagno amandomi tenendo a portata di mano la carta igienica...
Non escludo che dopo magari lo faccio comunque...
Ma la realtà è che io non lo so.
Cioè, non è che non so se dopo andrò o meno a sollazzarmi, ci penserò prima di andare a dormire, no no, quello che non so è, cosa chi o come dovrebbe essere un uomo, se tale deve risultare...
Quello che so per certo di non sapere è come sia o non sia giusto essere uomini.
Eppoi, alle donne, come piace l'uomo?
Ma vaffanculo, chi se ne frega, tanto sei come sei, non va mai bene, Ferradini si è pagato la villa al mare con queste coglionate, se sei gentile e disponibile, ti vogliono rude e volitivo, se sei maschiale e dominante, ti vogliono gentile e smielato, se le prendi a pizze in faccia ti mandano in galera, poi ti arrivano le lettere delle fan che vorrebbero essere prese a pizze in faccia, il destino è così bastardo che ci fa innamorare delle persone sbagliate, o quanto meno, non adatte a noi e a nulla servono gli anni, a volte tanti, passati a limare certe spigolature del proprio carattere, quelle spigolature che tanto infastidiscono il proprio partner, quelle spigolature che una volta, con enormi fatiche, vengono al fine smussate, beh sono quelle spigolature che mancheranno al nostro partner, partner che ci dirà la fatidica frase: Non sei più lo stesso...
Non sei più lo stesso...
Non sono più lo stesso...
E grazie al cazzo! Sono anni che mi grattuggi i coglioni per farmi cambiare, ora che ci sono riuscito, ti manca quello che ero prima, quello che ero naturalmente?
Si?
Beh vai a cagare!
Vai a cagare tu, le tue idee, le tue rotture e tutte le migliaia di piccole sottolineature, o i grandi rinfacciamenti, che ho dovuto subire dalla prima volta che hai aperto bocca, fino all'ultima parola che quella tua fogna merdacea ha vomitato!
Io non sarò un "uomo", ma non lo sono in maniera costante e lineare, tu invece sei una rimbalzante rottura di coglioni
Detto questo, cos'è un uomo?
Non lo so!
Eppoi, a dirla proprio tutta, non me ne frega niente...

Saluti

domenica 19 gennaio 2014

Quei giorni un po' così.

Questo moderno forsennato
correre cercando la felicità,
ci distrae dal vedere che la
felicità è lì con noi, sempre.
                                 Lorenzo Reschiglian

Certi giorni iniziano strani...
Oggi ad esempio doveva andare tutto in maniera molto diversa, il programma era piuttosto semplice, sveglia, qualche milione di coccole col pupetto, pappa ai mici mentre porto a passeggiare il cane, poi una volta rientrato, si andava tutti e tre a far colazione, poi qualche comissioncina, si rientrava per pranzo e poi nel pomeriggio si partiva alla volta di Grignasco per il compleanno del piccolo Mattia, con probabile successiva cena da amici per poi rientrare felicemente distrutti a casa per dar la pappa ai mici, passeggiare il cane, scrivere un post che non sarebbe stato questo, per poi andarmene a dormire...
Semplice semplice...
Eppure non è andata per niente così...

Quei giorni un po così...

Papààà...
Di solito è mio figlio che mi sveglia chiamando, ma stamattina dalla sua cameretta mi arriva una voce raschiante e gorgogliante...
Papààà (seguito da tosse e scaracchi vari)
Raggiungo il piccolo, che appena mi vede si mette a piangere, tra i colpi di tosse mi dice che ha la bibi alla gola, lo prendo in braccio per coccolarlo, gli faccio soffiare il naso (meglio non dirvi cosa ne è uscito) lui mi strige forte, lo porto in camera, lo metto al mio posto che è ancora caldo, mamma da una parte io dall'altra lo coccoliamo, la cosa ha un effetto taumaturgico, lui comincia a tranquillizzarsi, tra un bacio e l'altro gli dico che scendo a prendere lo sciroppo, mi dice, ho sete...
Vado e torno con acqua e medicina, lui già sorride, beve, gli faccio le facce buffe mentre, cucchiaino in mano, gli do lo sciroppo, ride, ridiamo un po' tutti, ci rimettiamo sotto le coperte, coccole coccole coccole, lui sposta le coperte e passandoci sopra la manina dice: il mio pancino ha fame...
Mmm, ok ho la soluzione...
Lo prendo in braccio e ci incamminiamo verso una giornata che proprio non mi aspettavo...
Una giornata fatta di coccole, giochi e pappa, una giornata dove tutto il mondo, era dentro casa nostra, magari tutto tutto no, ma tutto quello che ci serviva si, quello si, abbiamo guardato i cartoni animati e ci siamo pure cimentati nella preparazione delle ciambelle, esperimento mai tentato prima che ha sortito un risultato davvero inaspettato, buone, davvero buone, eppoi ancora giochi, coccole, cena, un poco di tivù e, tra mille bacini e giocolini, lo scorrere del tempo, ci ha portato al momento di metterlo a nanna...
Adesso sono qua, sto scrivendo quello che leggete e tra me e me penso, penso che questa giornata è andata bene, penso che forse non poteva andare meglio, ma sopra tutto penso che una giornata così ci voleva proprio, perché è stata piacevolmente leggera, perché non è stata nemmeno sfiorata dalle solite preoccupazioni, da tutti quei pensieri che solitamente inquinano i giorni normali, oggi abbiamo spolverato la sempre meno usata, e quasi dimenticata, serenità famigliare, oggi è stato un giorno sereno in tutto e per tutto...
Sa Dio quanto ne avevamo bisogno.

Saluti

venerdì 17 gennaio 2014

Chi va e chi resta.

L'amicizia non si vede nel 
momento del bisogno, la
vera amicizia si respira in
ogni singolo istante.
                                    Lorenzo Reschiglian

Sapete cos'è la "familiarità" quando si parla di malattie?
E' un modo più semplice per spiegare cos'è e come, per sommi capi, funziona la genetica...
Facciamo un esempio, se il nostro bisbis nonno, il bis nonno, il nonno e nostro papà, hanno sofferto di diabete, probabilmente, molto probabilmente, anche noi soffriremo dello stesso problema...
Questo discorso non è certo al 100 per cento, perché le variabili sono pressoché infinite, ma se tutte le mogli degli esempi qua sopra, sono state fedeli e quindi ogni figlio è un discendente diretto del proprio padre, allora le variabili si assottigliano notevolmente...
Quanto detto finora vale per qualunque malattia, qualunque...
Anche quelle brutte.
Non che ci siano malattie belle, ma ce ne sono che si curano e altre che ci seppelliscono...
Ma sapete che c'è?
Il problema non è morire per una o l'altra malattia, semplificando il discorso, si può lottare fino allo stremo, fino all'ultimo respiro, ma una volta esalato quell'ultimo respiro, il problema è risolto, il triste mietitore fa roteare la sua falce e un'altra anima è libera di vagare per le infinite strade dell'essenza, il problema è un altro, il problema è per chi rimane, per quelli che da quel momento in poi, dovranno fare i conti con la mancanza, col dolore i ricordi e spesso, con i rimorsi...
Ci sono ferite che non si rimarginano, ci sono sentimenti che non ritornano, voci che si perdono nei ricordi e ricordi che sbiadiscono nei nostri pensieri, solo il dolore rimane lì, presente e costante a ricordarci tutti gli sbagli che abbiamo fatto, tutte le parole che non abbiamo ascoltato, tutti gli abbracci che abbiamo mancato...
Tutto.
La morte non fa sconti e gli interessi li paghiamo in dolore sonante...
Dopo si è soli, per quanti attestati di stima si possano ricevere, per quante sentite condoglianze si ascoltino, anche se si stringono centinaia di addolorate mani, poi si è da soli...
E' normale, rimanere soli, dopo tutto cosa ci vorremmo aspettare che qualcuno venga a trovarci chiedendoci come stiamo dopo il lutto?
Impensabile, la morte fa ancora paura, troppa paura e l'essere umano, al pari di qualunque altro animale, scappa da tutto quello che in un modo o nell'altro lo spaventa o ne mette a rischio l'esistenza...
Forse dovremmo cominciare a pensare a qualcosa di diverso, forse si potrebbe provare a cambiare punto di vista, provare a guardare nel buio delle nostre spaventate anime e cercare di far entrare un po di luce, provare ad allungare la mano verso chi soffre, senza fare chissà cosa, un abbraccio, la presenza, la confortante certezza di non essere abbandonati nel proprio dolore...
Si può fare, non è poi così difficile, anzi è liberatorio.
Fateci piangere, lasciateci piangere, aiutateci a piangere, lasciamo che le lacrime si portino via i pensieri...

Saluti

giovedì 16 gennaio 2014

Sara corre

L'amicizia, quella vera, non
si misura, non è nel tempo o
nella forma, non centra col
corpo o la mente, l'amicizia
è una volontà dettata da ciò
che ci batte nel cuore.
                                     Lorenzo Reschiglian

Ha mani nervose, sempre in movimento, sono lo specchio dei suoi pensieri, non ha solo mille cose da fare, non ne ha mai abbastanza e se fosse, aggiunge e ne aggiunge ancora, Sara corre per fare tutto quello che ha da fare, che si crea da fare, Sara è corazzata, la fatica le difficoltà sembrano non scalfirla nemmeno, Sara vola sulle ali delle sue idee, voli di pensieri, sogni e necessità, sposta case e montagne sul suo cammino, Sara non si può fermare...
Sara corre.
Sara sta scappando...
Scappando.
Sara riempie di pensieri utili la propria mente, la riempie nel tentativo di non lasciare spazio alla paura.
Sara ha occhi che cercano, cercano le bugie nei sorrisi della gente, cercano la falsità sui visi "amici", Sara ha occhi che leggono gli spazi bianchi tra una parola e l'altra, leggono i sentimenti nascosti nei discorsi della gente, Sara ha occhi che non sono mai fermi nella continua ricerca di qualcos'altro da guardare, occhi che devono, loro malgrado, scappare dalla realtà...
Sara lo sa...
Sa che soffrirà...
Lo farà, ma non si tira indietro.
Non è la prima, lo sa, ma non cambia.
Non sarà l'ultima, anche questo sa, ma non la consola.
Sa che non è sola, sa che ci siamo.
Ma ne riparleremo.
Quando sarà...
Adesso c'è da fare, staremo male è inevitabile, ma ora c'è da fare e guai a chi la vorrebbe fermare...
Sara corre perché la vita corre, ma lei deve starle davanti.

Saluti

martedì 14 gennaio 2014

Un Domani

Il futuro non è ciò che faremo, 
ma quello che rimarrà agli altri
di noi. 
             Lorenzo Reschiglian


Ti sento, caldo nei tuoi abbracci, cresci ogni giorno di più quasi non me ne accorgo, sai ancora di biscotti a volte, i tuoi baci sanno essere appiccicosi come non mai e mai smetterò di abbracciarti, corre la vita con te, corre la vita in te, scorre la mia vita per te, finché sarai io sarò, finché vorrai io volerò.
Parli, la tua musica entra in me, di sereni ed eroici sogni mi racconti, qualche incubo chiede la sua pigione in abbracci, pago, pago sempre il doppio, ho sempre pagato il doppio e di più, accantono abbracci, ne faccio scorta perché...
Un Domani.
Rido a battute che non capisco, rido perché tu vuoi vedermi ridere, rido perché il tuo faccino ride, rido perché tu mi fai ridere, rido perché ridi del mio riso, rido perché mi piace ridere con te, mi piace quando ridi del mio ridere, amo il tuo ridere col corpo, quel ridere che parte dagli occhi, che storta il viso riempiendoti i polmoni e che esplode riempiendomi il cuore, amo raccogliere il tuo ridere nei miei pensieri, riempio di quel ridere, i cassetti lasciati vuoti da sogni ormai svaniti, accantono le tue risate, ne faccio scorta perché...
Un Domani.
Il tempo con te non è mai abbastanza, il tempo con te non risulta mai sufficiente, c'è bisogno di altro tempo, ma il tempo si dilata, minuti in ore e giorni in secondi, tempo per stare seduti silenziosi a costruire sogni in scatola, tempo per vivere avventure nei paesi del tuo inventare, tempo per chiedere e tempo per rispondere, tempo di lacrime da piangere e tempo di occhi da consolare, raccolgo e risparmio tempo, accantono tempo, ne faccio scorta perché...
Un Domani.

Un Domani arriverà. 
Quel Domani arriverà, quel Domani dove gli abbracci avranno altri significati, dove quegli abbracci saranno di circostanza e forse, quegli abbracci non ci saranno...
Quel Domani arriverà dove ridere non sarà più solo spontaneo, dove ridere forse più non sarà un divertimento, dove lo scherno, sarà quel ridere, forse non riderai più con me, forse riderai di me, quel Domani arriverà, quel Domani dove il tempo ha un altro significato, dove il tempo andrà altresì utilizzato, dove quel tempo non sarà per noi, quel tempo che non passerà, nell'attesa del tuo ritorno, quello stesso tempo che morirà, e una parte di me con esso, quando la preoccupazione graffierà la paura, quel tempo che non avrà più il senso di se stesso, quando tu, infine, rientrerai...
Un Domani arriverà, dove le parole troveranno tutte un senso, forse un loro senso, un Domani dove parlare ci farà male, dove le parole ci feriranno, dove voleranno senza peso ne significato, un Domani dove parole verranno sprecate e buttate in faccia, quel Domani arriverà e io sbaglierò, noi sbaglieremo, tu sbaglierai e il nostro sbagliare ci farà male ma sarà giusto, sbaglierai e io ti lascerò sbagliare, orgoglioso di vederti sbagliare, perché in quegli errori cercherai di affermare il tuo essere, sbaglierai sapendo di sbagliare per dimostrarmi che sei in grado di provare, di provare a essere te stesso, e qualunque te stesso sarai, qualunque errore o dolore mi darai, io lo accetterò perché sarà parte di te e tu sei parte di me.
Ti amo piccolo mio, ti amo e ti amerò perché so fare solo quello.

Saluti

lunedì 13 gennaio 2014

C'è successo sul cesso...

La fama è come un fiume, 
che porta a galla le cose 
leggere e gonfie e manda 
a fondo quelle pesanti e 
massicce. 
                                Francis Bacon


E' Italiano il miglior film straniero per i giornalisti mondiali, già, Sorrentino e la sua psicotropa cricca, hanno vinto ai golden globe, l'omonimo e ambito trofeo, bene, molto molto bene, da Italiano sono felice, non ho visto il film e non so nemmeno di cosa parli, sicuro non è un cine panettone, ma da lì in poi, per me è nebbia totale, mi informerò e quando arriverà in tivù, probabilmente lo guarderò, probabilmente...
Allora, dicevo, da italiano sono contento per il riconoscimento, ma c'è un avvenimento, correlato alla vittoria, che mi fa ancor più felice, cioè il vaffanculo tirato dal protagonista Servillo, all'indirizzo di una giornalista.
A dirla tutta, l'accadimento è quantomeno interpretabile, cioè a sentire la frase, senza il preconcetto insultizio, il vaffanculo sembra svincolato dal resto del discorso...
Ma preferisco pensare che il buon Servillo, quel vaffanculo, lo abbia detto con cognizione di causa, anzi a dirla tutta è proprio quello che spero.
Io credo che l'intervistatrice fosse, quantomeno, un imbecille e vi dico anche il perché, perché sei in televisione, stai intervistando il protagonista di un film che é appena stato premiato, e tu mi vai a parlare di critiche negative?
Beh cara mia, non so se sei una giornalista vera, una di quelle che ha almeno l'iscrizione all'albo di categoria, ma, anche tu l'avessi, resta il fatto che tu quel mestiere non lo sai fare, è un pò come se si fosse ad una festa di compleanno e al posto di far gli auguri al festeggiato, si andasse a rammentargli che la vita è breve e il cammino tortuoso e difficile, oppure, da invitati ad un matrimonio, andare dagli sposi a chiedere se smetteranno di cornificarsi vicendevolmente...
Insomma, tutto si può dire e tutto va detto, ma a tempo e luogo debito, lasciando da parte la fame di scoop tipica di chi non sa o non ha nulla da dire...
Dannatissimo Share, da quando ci sei tu, 
in televisione la merda è sempre di più
Perdonatemi lo sfogo...

Saluti

sabato 11 gennaio 2014

Good fellas...

Gli farò una proposta che
non potrà rifiutare...
Hey Johnny, che ci vuoi la
la salsiccia sulla pizza?
                            Don Lorenzo Reschiglian

Malavita organizzata.
Il nome stesso mette al riparo da tutti i sospetti.
Che differenza c'è tra la malavita organizzata e il classico ruba polli topo d'appartamento?
Se state per dire: poco perché entrambi rubano, vi state sbagliando di grosso...
La differenza sta tutta in una parola, organizzata.
La malavita organizzata è, giustappunto, organizzata, semmai dovreste chiedervi perché è organizzata...
La malavita organizzata è organizzata perché ha affari in talmente tanti interessi che, se non fosse organizzata finirebbe allo sfascio in pochi giorni...
Ora non può esserci organizzazione se non c'è un regolamento da seguire...
Un regolamento non lo si può applicare se non c'è un codice da seguire...
Ora sono a conoscenza del famigerato codice d'onore, che null'altro è se non il "bon ton" da tenere durante le riunioni, i ritrovi o lo svolgimento di qualche "incarico"...
Fin qui, tutto chiaro, ora saper cos'è, sapete a cosa serve, non aiuta la città a funzionare meglio, ma ci da l'imbeccata su un altro aspetto riconducibile alla parola "Codice"...
A quanto pare, c'è un codice che raccoglie tutta la nozionistica, i segni convenzionali e tutto ciò che serve per riconoscersi tra di loro...
Tutto chiaro?
Bene, oggi i giornalettai di turno hanno veramente esagerato tacciando il povero povero Deblasio, il neo eletto sindaco di New Jork, definendolo Mafioso...
E sapete come ci sono arrivati a questa conclusione?
E' stato forse trovato con le mani nella marmellata? E' stato trovato addormentato a fianco ad'una testa di cavallo? E' forse stato visto a chiacchierare con "don Raffae' o è il risultato di lunghissime ricerche e indagini accuratissime? 
Se pensate ad una di queste opzioni, siete assolutamente fuori strada, il Deblasio è finito sull'aggenda dei debitori perché mangia la pizza con le posate...
Si si, avete capito bene, se mangiate la pizza con le posate, siete dei mafiosi...
La sconvolgente notizia ha sbaragliato tutte le altre, intere colonne su qualunque giornale e lunghi lunghi minuti nei tg nazionali...
Come se non ci fosse un domani...
Cosa ne dite? E soprattutto, voi come la mangiate la pizza?
Io a dispetto di quanto detto fino a qui, la pizza la mangio e l'ho sempre mangiata con le posate...

Saluti

venerdì 10 gennaio 2014

Potendo...

Tradire. Parola grossa. 
Che significa tradimento? 
Di un uomo si dice che ha 
tradito il paese, gli amici, 
l'innamorata. 
In realtà l'unica cosa che 
l'uomo può tradire è la sua 
coscienza. 
                                Joseph Conrad



Il presidente della repubblica francese scopa.

La notizia è su tutti i giornali, non c'è telegiornale che non ne abbia parlato, anche nei bar, la notizia della scappatella presidenziale, ha preso il posto delle normali discussioni calcistico sportive, ho sentito due pensionati lamentarsi che in Francia tutto sa di cavoli bolliti mentre un terzo, con gli occhi sognanti di chi si perde nei ricordi, diceva: Sui sciamp eisee, non ci sono parrucchieri...
Il mondo politico è in fermento, Angela Merkel, guardando le stampelle con cui deambula, si fa prendere da lontanissimi ricordi di ben altri "articoli" lunghi e duri, Enrico Letta, infilandosi una mano in tasca, comincia a sudacchiare dietro i suoi occhialoni da nerd, nel frattempo il Presidente Napolitano cerca di ricordare come si faceva, cosa si faceva e soprattutto, perché...
Criptiche le parole di Silvio Berlusconi che commentando l'accaduto ha detto: Pfui, principiante...
Bill Clinton rivolgendosi alla moglie, l'ha prima spernacchiata eppoi si è messo a canzonarla dicendole: Non sono l'unico, non sono l'ultimo lallallero la!
Barack Obama invece se ne sta zitto zitto, sa benissimo che se dice qualcosa, sua moglie lo stramazza di papagni, Putin, dal canto suo, non ha nemmeno il tempo di pensarci, preso com'è da palestra, arti marziali e soppressione dei gay, Juan Carlos, ingollando l'ennesima bullball, si è cimentato in una veronica gridando: Olé!
Nel frattempo il Silvio ha dato il via ad un nuovo movimento politico e ha fatto partire l'ennesimo trenino e letto orale...

Diamine, verrebbe da dire: Quanto casino per nulla...
Dopo tutto "Presidente" altro non è che una carica, in fondo dentro quella carica c'è un essere umano, un uomo con tutti i suoi pregi, difetti e necessità, quindi che c'è di male? Vogliamo fare i bigotti? Vogliamo ancora raccontare la favoletta dell'inapprensibile uomo che ricopre una carica istituzionale? Non vogliamo proprio scindere l'uomo politico, dall'uomo uomo?
Hollande è un buon presidente? Si, no? Cambia qualcosa sapere se scopa o no?
Io dico solo un'altra cosa, il Presidente della repubblica francese scopa?
Bene! Sono contento per lui, bravo François, dagli di baguette!

Saluti

giovedì 9 gennaio 2014

Spunti di vista...

Non ci spaventa più ciò che
non conosciamo, adesso ci
spaventa quel che ci dicono
che ci deve spaventare...
                                        Lorenzo Reschiglian


Leggete questa notizia:

Parrucchiere trovato morto, a distanza di pochi giorni, confessa l'assassino: L'ho ucciso io...

Oppure questa:

Parrucchiere gay trovato morto, confessa il pregiudicato col quale aveva una relazione: L'ho ucciso io...

Si si, lo so lo so, è la stessa notizia dite voi...
Ma è davvero la stessa notizia?
O meglio, la notizia è la stessa, ma come le hai interpretate?
Diciamo che la prima non ti interessa molto, quasi non ci si fa pensiero, ma la seconda, oooooo la seconda caspita, la seconda è più sapida, invoglia di più, magari sei tra quelli che non rilevano differenze...
O anche tu, come migliaia di altri, hai pensato: E' certo che ti ammazzano, già sei gay eppoi ti vai a mettere con un delinquente!
Se sei di questa ultima categoria, non fartene un cruccio, perché se la pensi così, un po è colpa tua visto che sei un razzistello, ma la parte più grossa di questa colpa è giusto che se la prendano i giornalisti che scrivono e sottolineano (non avendo di meglio da fare) notizie che effettivamente sparirebbero all'ombra della loro pochezza, facendo di conseguenza vendere poco, allora che si fa?
Si fa che il bravo giornalettaio, si mette a scavare (senza preoccuparsi se sia legale o meno) nella vita della vittima, alla ricerca di qualcosa che faccia durare a lungo questa insipida notizia, scava scava, ecco il forziere dei soldi, dentro tra gemme e dobloni, il giornalettaio trova la manna dal cielo, il parrucchiere è gay e l'assassino era un suo ex per altro, pregiudicato...
Quanta abbondanza!
Così in poco  tempo, lavorando malino, la sciapa notiziuccola, diventa un caso nazionale, seguito da tutti...
Ora, ditemi, c'è bisogno di ricordare ogni volta le preferenze sessuali del poveretto?
Fateci caso, lo speaker inizia la notizia così: Svolta nelle indagini sull'assassinio del parrucchiere gay...
Che sia gay cambia qualcosa? Cioè, se sei gay quindi è normale finire ammazzati?
Vi vedo lì, dall'altra parte dello schermo che agitate le mani come a dire: No no, non è vero, ma non preoccupatevi, non è colpa vostra, sono i giornalisti col loro mdo di scrivere fuorviante ad "obbligarci" a puntare il nostro dito accusatore dicendo: Ben ti sta frocio!
I giornalettai hanno bisogno di queste notiziole e per averle manderebbero qualcuno anche al polo nord...
Parrucchiere gay, allora perché non scrivere anche: Muratore etero, piuttosto che casalinga bisex?
No, solo parrucchiere gay, perché il parrucchiere gay fa vendere più coppie...
Bravi, veramente bravi...

Saluti

mercoledì 8 gennaio 2014

Nemmeno 34 euro...

La gente confonde quello che
legge nei quotidiani con le notizie.
                                      Abbott Joseph Liebling



La vita non ha prezzo.
Questa frase adesso possiamo buttarla via, possiamo buttarla nel cesto delle frasi fatte desuete...
Adesso la vita un prezzo ce l'ha, sono i 34 euro, anzi i nemmeno 34 euro del titolo di questo post...
Perché nemmeno 34 euro?
Beh ne parlano tutti i quotidiani e i telegiornali, l'avrete sentita anche voi la notizia dei tre morti ammazzati a Caselle, ben, i tre morti hanno valso all'assassino un bottino di 100 euro, dividete per tre come ho fatto io e il risultato è quanto vale la vita di una persona, nemmeno 34 euro...
Mi sembra un po pochino, non vi pare?
Ma di tutta la faccenda, questo non è il lato che mi fa arrabbiare di più, tanto per come funziona l'Italia, l'assassino finirà, forse, in galera, ma il nostro malato sistema giudiziario, come al solito, si perderà in corsi e ricorsi, in perizie e contro perizie, come al solito l'avvocato di turno riuscirà a far trovare mille scappatoie per il proprio assistito, così tra una semi infermità mentale, il bisogno, l'infanzia infelice e degli orchi come genitori, l'assassino se la caverà con poco o poco di più, quindi me ne frego, spero solo che, prima o poi, faccia una fine peggiore delle sue vittime...
Ma come dicevo, non è questa la cosa che più mi fa schifo di questa orrenda storia, no, quello che veramente mi porta al mal di stomaco, non arriva dalla grettezza, dalla povera ignoranza, dall'inutile vita dell'assassino, no, arriva dalla patinata "intelligenza" dei mass media, la rabbia mi arriva da tutti quei "professionisti" della notizia, che senza il benché minimo straccio di prova o fatto, hanno spalato vagonate di sospetti sul figlio delle vittime e alle persone a lui legate.
Sospetti mai esplicitati direttamente, nessuna accusa precisa, solo una lunga e interminabile serie di congetture e sapienti sottolineature sulla personalità, sulla situazione, sul come si è mosso appena prima e successivamente al delitto, quella spasmodica ricerca di segni di cedimento, quell'incensante seguirlo e pungolarlo, quella vigliacca interpretazione di ogni sua parola o espressione facciale, tutto, i giornalisti hanno fatto di tutto per beccarlo in fallo, tutto e ancor di più, fino alla malsana invenzione di qualsivoglia notizia...
Che merde.
E adesso c'è il reo confesso...
Quasi sono dispiaciuti, senza quasi e sapete perché?
Semplice, un reo confesso, anche se squallido e merdaceo come l'assassino, fa poca notizia e, soprattutto, la notizia ha una scadenza breve, a chi volete che gliene freghi qualcosa di come o dove finirà l'assassino, ma volete mettere quanto si poteva scrivere, ipotizzare e inventare nell'attesa che il figlio cedesse e confessasse? Ne avete idea?
Si potevano scrivere tonnellate di merda per un periodo lungo, lunghissimo!
Ma no cazzo!
No, niente, addio sogni di gloria, addio a centinaia di copie vendute, addio perché quella merdaccia mi va a confessare rovinandomi tutti i piani!
Non ci sono più i delinquenti di una volta, sto idiota, bastava che se ne stesse buono buono, tutte le attenzioni erano sull'unico vero e remunerativo assassino, cazzo stattene zitto! No, un poliziotto lo ferma per chiedergli che ore sono e lui, BAM! Spiattella tutto per filo e per segno...
Che coglione!

Inutile dire che, per l'ennesima volta, i giornallettai hanno perso l'occasione buona per tornare a fare quello che il loro ordine deontologico ha come statuto primario, cioè fornire notizie, pulite, super partes, approfondite e magari magari, vere...
Magari vere... Magari...

Saluti

martedì 7 gennaio 2014

Impacci e impicci...

L'amore è per i coraggiosi, 
tutto il resto è coppia. 
                                      Barbara Alberti

Quand'è l'ultima volta che vi siete accorti di amare?
La domanda è tutt'altro che semplice, per svariati motivi, quello primario è che ognuno ama a modo suo...
Non credo ci sia un modo unico e univoco di amare, ognuno ama così come gli viene di amare...
Ma come ci viene di amare così come amiamo?
L'amore si impara? E se si, come o da cosa o da chi, si impara?

L'amore è una cosa meravigliosa, diceva qualcuno, d'amore si muore, diceva qualcun'altro, in amore vince chi fugge, ma se fugge da chi ama, come può essere corrisposto l'amore? Nell'amore non ci sono regole, dicono, ma poi piangono se trasgredisci quelle regole che non ci sono, mi hai tradito! urla il cornuto, regolare! Ribatte il fedifrago, non desiderare la donna altrui! Tuonano le sacre scritture, ok, tampinerò solo donne single, eeeeennno! Sei tu che devi smettere di farfalloneggiare! Non commettere adulterio!! Rituonano le sacre scritture!! Va bene, va bene, tornerò ad ammazzarmi di pippe!! 
Noooooooooooooooooo!!!!!!!!
Non commettere atti impuriiii!!!! Temporaleggiano le sacre scritture!!
Ho capito, facciamola finita, passami la forbice che elimino il problema...
Entrerò nel coro delle voci bianche...

Corbellerie a parte, l'amore è un bel problema...
E' un problema perché spesso l'amore sbaglia i tempi, spesso sbaglia le persone a volte anche i modi...
Nel matrimonio l'amore è anche più incasinato, è il vincolo stesso che lo rende incasinato con i suoi dogmi, le imposizioni e i sensi di colpa derivati, uno si sposa convinto e trascinato da secoli di tradizioni, non ascolta chi già c'è passato, uscendone macinato...
Lo so, lo so, vi sento borbottare, ci sono matrimoni che durano fino alla fine dei giorni di vita e ce ne sono anche di quelli che vanno oltre la vita terrena, ci sono amori che la morte non riesce a dividere e amori che solo nella morte ritrovano i sentimenti dimenticati, questi ultimi, si chiamano rimorsi...
Ma allora l'amore vince la morte? 
No, credo che la morte ci possa restituire quello che avevamo smesso di sentire, quello che non riuscivamo o non volevamo più sentire, la morte ci restituisce l'amore perduto, sotto forma di ricordi e mancanza...
Quindi?
Quindi amiamo finché possiamo, amiamo come possiamo, amiamo come siamo capaci di amare, amiamo chi sentiamo che dobbiamo amare, anche senza corresponsione, amiamo, ma amiamo adesso, amiamo, amiamoci e facciamoci amare, ma adesso, perché è adesso che dobbiamo, adesso, non dopo non domani o prossimamente, adesso perché è adesso che ci siamo, fra un secondo non so, magari amerò altro o che...

Saluti

lunedì 6 gennaio 2014

Voglio tutto e subito, per favore...

Tenendo come metro di misura,
l'eternità promessa della morte,
il significato della parola subito
assume un valore discutibile...
                                         Lorenzo Reschiglian

Avere mille idee è utile per tenere in allenamento il cervello, ma credo porti a miseri risultati, cioè, non credo che mentre Einstein era dietro a lambiccarsi il cervello con la sua teoria della relatività, contemporaneamente facesse altre mille mila cose, sbaglierò ma credo che le grandi pensate saltino fuori quando la mente è concentrata sulla grande pensata...
Il resto è confusione, polvere di idee che non si deposita sufficientemente per formare un pensiero compiuto...
Quindi è meglio avere poche idee e a queste poche idee, dedicare tutto il tempo possibile, almeno tutto quello che non arriva a far diventare l'idea, un'ossessione...
Qualunque idea raggiunga lo status di ossessione, diventa automaticamente inutile o, quantomeno, il gioco non vale più la candela, perché nessuna idea, per quanto buona, vale il costo della mente che va a rovinare.

Il problema dei nostri tempi sono proprio le idee, spesso la mancanza delle stesse, l'orrificante appiattimento subito dalla cultura nell'ultimo decennio, trovo sia dovuto principalmente alla mancanza di idee, l'ancora più terrificante bruttura di alcune realtà moderne, ad esempio, tra i programmi televisivi, ne è la nemesi, cioè il nutrire ipertroficamente pessime idee per svilupparle, se possibile, anche peggio...

Eppure di buone idee ne è pieno il mondo, pensateci un minuto, fate una carrellata delle vostre amicizie, troverete che tra esse c'è sicuramente qualcuno che ha un idea assolutamente fantastica, magari voi stessi avete un idea formidabile, qualcosa che una volta cresciuta e sviluppata, darà risultati tali da garantire un giro di pagina epocale...
Ecco, forse se quel che ho scritto fin ora, vi ha dato una visione d'insieme del discorso, allora avete capito perché quel cambio epocale non avverrà...
Il tempo gioca a sfavore delle buone idee...
Non perché ce ne poco, tutt'altro, c'è più tempo che vita, ma non c'è tempo da perdere, o meglio, non c'è tempo da aspettare...
L'uomo "moderno", l'homo sapiens si è evoluto, per così dire, nell'homo sonostressatus, un ominide che cerca di diluire il tempo perché sembra non gli basti mai, sempre trafelato tra ufficio, palestra, marito, casa, moglie, figli, tennis, jogging, parrucchiera, supermercato, ferie e altre mille mila attività assolutamente necessarie e irrinunciabili...
Questo folle ominide vive come se non ci fosse un domani.
L'uomo moderno non pensa più al futuro.
Ecco perché le idee muoiono, muoiono perché non si pensa più al futuro.
I nostri nonni tutti, i nostri genitori già meno, noi quasi per niente pensiamo al futuro, se non quello strettamente imminente, tra un'ora, tra due, forse domani o al massimo un paio di giorni, magari da un weekend all'altro, ma poco più, e nel "frattempo" le idee muoiono, anzi peggio, cominciano a non nascere più...
Se il futuro non lo sogniamo, quel futuro non ci sarà, se non facciamo nascere oggi le idee da far crescere nel futuro, l'oggi di domani sarà sempre meno vivo e con lui anche i noi di domani...
Dobbiamo tornare a guardare oltre l'orizzonte, dobbiamo tornare a credere nel tempo che verrà, tempo che magari non ci vedrà, ma che comunque ci sarà... 
Il nostro voler tutto subito, uccide il futuro, il nostro pensare solo all'oggi, ucciderà nel futuro i nostri figli...
Pensiamoci, fin che ne siamo in grado...

Saluti

domenica 5 gennaio 2014

Il 68 é scomparso, cercatelo nelle mutande...

Nasciamo uguali, ma l'uguaglianza 
cessa dopo cinque minuti: 
dipende dalla ruvidezza del panno 
in cui siamo avvolti, dal colore 
della stanza in cui ci mettono, dalla 
qualità del latte che beviamo e dalla 
gentilezza della donna che ci prende 
in braccio
                                                             Joseph Mankiewicz

 
La realtà supera sempre, abbondantemente, la finzione...
Questo è stato il mio primo pensiero leggendo della proposta di legge intentata da quattro senatrici del PD...
In pratica le quattro, vorrebbero vietare che il corpo femminile possa essere "usato" per scopi esplicitamente lesivi della morale...
Ooooh, Signur...
Ci risiamo, con tutte le rogne, i problemi e i disastri che ci sono in Italia, con la disoccupazione in aumento, la crisi devastante e tutto il resto, noi di cosa dovremmo occuparci? Di tue gambe o di due chiappe che pubblicizzano yogurt o bombe a mano??
Davvero?!
Davvero non devo pensare all'ennesimo rincaro della benzina?
Davvero non devo pensare di arrivare alla fine del mese?
Davvero davvero devo preoccuparmi se è o non è "morale" guardarmi uno strabordante paio di tette ricoperte di pesto alla genovese??!!
Daavvveeroooo?!
Ma andate tutti quanti affanculo!
Ma il PD, che è meglio ricordarlo è la cornacchia spiumazzata nata dalle ceneri del Partito Comunista Italiano, anche se c'è chi continua a fare i dovuti "distinguo", il PD è e resta comunque un partito di sinistra, quella sinistra che ha rotto e stra rotto per la parità, l'uguaglianza, il diritto di scegliere, la libertà e che contrapponeva l'innovazione e l'apertura al mondo, al becero negazionismo dei centristi democristiani o al razzismo nazionalista destrorso, quella sinistra che ha fatto della lotta di classe un fatto di stato, ebbene, quella sinistra dove è finita?
Ste quattro befane dove vivono? Ma davvero credono che se si smettesse di mettere culi femminili in ogni dove, le donne ne avrebbero a guadagnare in dignità? Ma non hanno imparato nulla dalla catastrofica legge Merlin? Legge che ha chiuso i bordelli per regalare alla malavita organizzata il business della prostituzione?
Ora, non voglio paragonare una prostituta con un'attrice, ma entrambe vengono pagate per quello che fanno, solo che una paga regolarmente le tasse, cosa che potrebbe fare anche l'altra, se vivessimo in un paese evoluto, inoltre una non è obbligata a far quello che fa e potrebbe esser così anche per l'altra, sempre se vivessimo in un paese evoluto.
Se davvero le quattro senatrici volessero la parità, non dovrebbero far perdere il lavoro a tante belle donne, più o meno vestite, negandogli il diritto a denudarsi nelle pubblicità, dovrebbero invece battersi per far si che anche gli uomini possano fare pubblicità senza vestiti, anche noi abbiamo il diritto di far vedere di più dei soliti, glabri, petti muscolosi, facciamo cadere l'ultimo tabù e con lui le mutande agli uomini, ma volete mettere quale migliore impatto potrebbe avere la pubblicità, chessò di un orologio se non fosse indossato dal solito polso?! 
Davvero, pensateci, pensate ma non all'orologio, pensate al resto, perché mi sa che è da troppo tempo che non lo fate...
Non togli la dignità ad una donna se le sfili il reggiseno o se le fotografi le natiche, la dignità alle donne gliela togliamo quando le consideriamo inferiori a noi, per capacità o per qualunque altro motivo, la dignità in una donna non è il vestito che indossa, ma la considerazione che le diamo quando lo indossa.

Saluti