sabato 22 luglio 2017

Vabbè

A volte una parola è soltanto
una serie di lettere, l'importante
non è capire il senso della parola,
ma cosa c'è dentro la parola.
             Reschiglian Lorenzo

Mi ritengo un buon "parlatore", credo di essere più bravo ad ascoltare ma, sono un buon parlatore.
Perché dico questo, perché nella vita ho incontrato parecchie persone, con moltissime di queste ho allacciato rapporti di varia natura, dal semplice rapporto di lavoro, ai complessi rapporti familiari, dalle più blande amicizie, a quelle fortemente legate, poi...
Poi, di qualcuna mi sono innamorato, altre mi hanno strappato letteralmente il cuore...
Ora, la chimica dell'amore la conosco e condivido, così come conosco e condivido, la teoria che suddivide l'amore in fasi, sapete no, l'innamoramento, l'amore, l'amore maturo, ecc ecc...
Bene, su queste pagine ho più volte scritto quanto ritengo sia importante, vivere l'alternanza delle fasi, soprattutto le primissime fasi, quelle giovanili, quelle dove sono gli ormoni a comandare, quelle dove è facilissimo credersi innamorati, cioè che ci si innamora di tutto e tutti, dove si vive in una continua febbre testosteronica, febbre che fa confluire tutto il sangue disponibile, nell'unico "organo" che riteniamo utile, lasciando però a secco il cervello...
Tutto normale, anzi dovuto, perché sono convinto che le "follie" debbano essere fatte, ma fatte da giovani quando non si ha da perdere nulla, non quando si é sposati o genitori...
L'amore comunque è il sentimento più confusamente bello che si possa provare, almeno, lo é quando è vero, vitale e totalmente corrisposto.
Ecco, qui, quest'ultime parole, totalmente corrisposto, sono la chiave di volta di tutto.
L'amore deve essere corrisposto, deve, deve essere corrisposto, altrimenti non funziona.
Ora, se la vita ci vuole mediamente bene, ci darà un grandissimo amore, grandissimo amore che perderemo...
Inutile cercare i perché, la vita é così, ma non é poi così importante il perché o il percome, quello che ritenevano il grandissimo amore é finito, ok, come ci comporteremo con il prossimo?
Ecco la domanda importante, come ci comporteremo con il prossimo...
Il prossimo...
Perché un prossimo ci sarà, non siamo fatti per stare soli, siamo e restiamo la metà di un intero, volenti o nolenti, l'altra metà, prima o poi verrà a bussare al nostro cuore.
Allora come ci comporteremo?
Rimarremo noi stessi, sapendo di poter cadere di nuovo, ma nella speranza di trovare chi ci completerà, oppure cambieremo, sapendo di fare un salto nel vuoto, ma sperando di trovare qualcuno che ammortizzi la caduta?
Non penso ci sia una risposta definitiva...
Molto fa anche, come sia terminato il "grandissimo amore" e quanti sono i segni e quanto questi siano profondi nel nostro animo.
E in virtù di questo, quanto una persona può "mettersi da parte" per stare con chi ama?
È giusto annichilirsi, fin quasi all'annientamento, per stare con qualcuno, o meglio, per non stare da soli?
È giusto "accontentarsi" in amore?
È giusto soffrire per paura di cagionar sofferenza?
La risposta a queste domande é Martina.
Martina è una delle donne più incredibili che io abbia mai conosciuto, Martina é la donna che da il titolo a questo post, Martina é la donna dei "vabbè"...
Amo Martina.
Amo Martina e i suoi vabbè.
Dentro i suoi vabbè, c'è un mondo che non credevo, non sapevo potesse esistere, un mondo, il suo mondo, dove l'amore ha una spiegazione logica, dove l'amare ha un suo peso specifico, dove l'amarsi ha dei confini netti, dove tutto é giustificabile, dove il vabbè è l'imperativo e col vabbè, si può risolvere tutto...
Amo Martina per il suo modo di amare, totale, unico e incondizionato, quel modo che é anche il mio e che é quello che vorrei, anche se fa male, anche quando fa soffrire e ti lascia troppo tempo per pensare...
Amo Martina, ma lei non ama me...
Vabbè...
Ma non è questo il fatto importante, la cosa grandiosa è che ho avuto la fortuna di conoscerla e ora é mia amica.
La vita ci dà splendide opportunità, sta a noi riconoscerle.

Saluti