mercoledì 29 agosto 2012

Il "profumo" della morte...

Una volta, la natura ci
sussurrava all'orecchio,
ora grida disperatamente
ma noi siamo diventati
sordi, sordi e stupidi...
                            Lorenzo Reschiglian

Era su tutti i giornali e telegiornali, qualche giorno fa questa zona è stata devastata da una "inaspettata" tromba d'aria...
Ho messo inaspettata tra le virgolette, perché i vari allarmi meteo avevano messo sul chi va la, ma forse nessuno si aspettava una violenza tale...
Come dicevo, ne hanno parlato tutti i quotidiani e ogni telegiornale ha dedicato qualche minuto per mostrare alcune immagini, posso assicurarvi che tutto quello che avete visto, non è che la minima parte della realtà...
Non so perché i media abbiano trattato la cosa così, forse perché in una nazione che sta innaturalmente andando a pezzi, non si possono divulgare le immagini di altri disastri, anche se di origine "naturale"...
Io abito qui da sempre, ma la distruzione è tale che non sembra più la stessa città di prima, la quantità di alberi distrutti, abbattuti o comunque irrimediabilmente rovinati è incredibile, alberi che cadendo hanno distrutto qualunque cosa si trovasse nelle vicinanze, muri, auto, abitazioni... 
Oggi, dopo alcuni giorni dall'accaduto, andare in giro fa impressione, le strade sono libere ma le rovine e i tronchi occupano gran parte dei marciapiedi, il "profilo" della città risulta quasi alieno...
Se leggete questo blog, sapete qual'è e quanto è stretto il mio "legame" con la natura, con gli alberi in particolare, oggi attraversando la città, sono stato colpito, direi aggredito dal profumo di questi alberi, quelli che giacevano al suolo, il profumo di un albero abbattuto è unico e particolare, non ha niente a che vedere con le stagioni, non è quello ricco e rigoglioso tipico delle rifioriture primaverili, ne tanto meno, quello secco e farinoso che accompagna la caduta delle foglie in autunno, no, niente di tutto questo, oggi il profumo era forte, profondo e leggermente metallico, ricorda quasi il sangue, quello inconfondibile di resina, resina che dagli alberi esce solo quando sono feriti, resina che esce per cercare di curare, di curarsi anche se irrimediabilmente a terra, perché l'albero non conosce il concetto, tutto umano di morte, profumo di agonia...
Ci vorranno anni per curare l'enorme ferita e le cicatrici non se ne andranno mai, nuovi alberi sostituiranno quelli caduti, ci saranno nuove odorose primavere e altrettanti secchi autunni, nuove foglie spunteranno, cambieranno mille colori e alla fine cadranno, ma ad ogni agosto, ad ogni primo temporale d'agosto, l'usta del terreno saprà di resina, perché la natura non dimentica, non può, non deve dimenticare le sue agonie...
L'uomo, solo l'uomo si è imposto di non ricordare, per questo continua a sbagliare, a fare sempre gli stessi sbagli...
Saluti

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