domenica 29 settembre 2019

Greta Thunberg e il 1988...

Ah che bello il mondo, sembra un
bel posto dove stare, peccato ci 
siano tutti questi esseri umani...
                                        Anonimo


Nel 1988 avevo 16 anni.
Vi ricordate voi, cosa facevate chi eravate quando avevate 16 anni?
Io si.
Lavoravo già, pure da un po' e mettevo via i soldi per comprarmi la moto, ero un po' stufo di andare in giro col vecchio motorino scassato, un Motobecane avuto dalla sorella di mio papà.
Comprai una Fantic Motor Strada 125 sport, una moto ormai fuori produzione, un fondo di magazzino che non voleva nessuno, una moto bruttina rispetto ai bolidi dell'epoca, ma costava poco era nuova ed era mia...
Ce l'ho ancora nel cuore, come tante altre cose di quegli anni, la pizza, Daniela, gli ormoni...
I sedici anni, li ho vissuti come se fossero il primo passo verso l'età adulta, il primo assaggio di responsabilità.
Insomma, al contrario di quasi tutti i miei coetanei, non andavo alle superiori, non studiavo per prendere il famoso pezzo di carta, ma su un pezzo di carta, apposi la firma per quello che fu il mio primo vero acquisto.
Ero felice, vuoi per la moto ma anche perché, mi sentivo grande.
Si parlava di ecologia nel 1988?
Si, si se ne parlava, ricordo qualche trasmissione, forse l'inossidabile Piero Angela in Quark, ricordo di qualche discussione fatta con gli amici nel fine settimana, dell'inquinamento dovuto ai gas di scarico dei motori, sapevo che la mia due tempi, inquinava molto di più di una quattro tempi, ma le quattro tempi non andavano nemmeno a spingerle eppoi, eppoi io ero figlio delle due tempi, del serbatoio dell'olio separato, del fumo azzurro, delle miscele troppo grasse, dei motori ingolfati, dell'odore di bruciato e delle fiammate dalle marmitte.
A sedici anni, non me ne fregava un cazzo dell'ecologia, il mondo era verde il cielo blu e io correvo ovunque con la mia moto, da un benzinaio all'altro, odiavo i semafori rossi, gli stop e qualunque limite alla mia libertà, volevo solo andare in moto, non importava se faceva freddo o caldo, se piovesse o no, se avessi o meno una meta da raggiungere, casco in testa e via, fuori dal mondo dei più, perso nei miei sogni con gli occhi pieni di asfalto e il cuore nell'acceleratore...
Non ho rimpianti di quei tempi, qualche rimorso si, dovuto più che altro a tutti quegli inutili rischi corsi a causa dell'età, del mezzo e del poco cervello...
Il santo protettore degli incoscienti esiste, ne sono certo.
Per fortuna i tempi cambiano, non sempre in meglio, ma cambiano...
Greta Thunberg ha sedici anni ed è nata il mio stesso giorno, il tre gennaio, questo è tutto ciò che abbiamo in comune.
Greta ha sedici anni, per quanto ne so non ha la moto e non ha intenzione di comprarne, quando non sciopera va a scuola, quando non è in giro a litigare con governi e governanti, va a scuola, quando non ha niente da fare va a scuola.
Questo è quanto si evince dalla sua biografia pubblica.
Pochino in vero.
Però sappiamo che è vegana, quasi fosse una malattia, sappiamo che ha la mamma fica, come se fosse colpa sua, sappiamo che ha la sindrome di Asperger ed è per questo, signori è per questo che è una rompi coglioni.
Una musona, invadente, pedante rompi coglioni.
O almeno, questa è l'immagine di lei che vogliono farci passare.
La macchina del fango non fa sconti a nessuno, nemmeno ad una ragazzina che sa quello che dice.
Greta non solo sa quello che dice, sa anche come dirlo, quando e dove, poi quello che dice non piace, non piace agli speculatori, non piace a chi fa soldi fregandosene ti tutto e di tutti, non piace a quei governi e governanti che guardano solo ai propri interessi, ma soprattutto non piace agli ignoranti e a tutti quelli che, tenendo il cervello spento, si bevono tutte le stronzate che quei governi e governanti sparano per tenersi l'elettorato vicino e a cervello spento.
Purtroppo per Greta, gli ignoranti, i succubi e gli zombi senza cervello, sono la maggioranza, maggioranza che rimane anche quando si fa la conta tra i governi e i governanti.
L'ecologia è fica, ma non fa soldo.
L'avevo scritto già tanto tanto tempo fa, l'ecologia non fa soldi, o meglio, ancora non ne fa abbastanza, troppo remunerativo è ancora il mercato del fossile, troppi soldi ancora si guadagnano inquinando ma, ma secondo me, e non so se sia una speranza in cui credere è solo questione di tempo, tempo perché il cervellone di turno trovi il sistema di rendere l'ecologia, non utile ma remunerativa, verrà trovato il modo di stra guadagnarci come con il fossile, allora vedrete che in quattro e quattr'otto diventeremo tutti green friendly, tutti con mezzi elettrici, tutti educati, puliti e consapevoli...
Nel frattempo, sperando che di tempo ce ne sia abbastanza, continueremo a spalare fango su chi è più intelligente di noi, lavandoci poi le mani per guidare le nostre macchine ibride, buone solo a farci passare per (finti) ecologisti, sebbene ce ne freghiamo o non sappiamo, che per produrre auto ibride, si inquina di più che per produrre auto normali e in più, come già scritto in un altro post, quando queste auto saranno da rottamare, dove andranno a finire le pericolose, esplosive e stra inquinanti batterie che le muovono? E quanto costerà smaltirle al proprietario?
L'ecologia, la cura del pianeta è roba seria, una questione che va ben al di là del chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o dello spegnere gli stand by degli elettrodomestici, non dico sia inutile, tutto aiuta ma per mille o centomila persone che spengono una lampadina, ci sarà un industria guidata dal senza scrupoli di turno, che inquinerà centomila volte più di tutte le lampadine spente da noi, questo è il problema ed è qui che la macchina del fango lavora, nel deviare le colpe, cosi siamo noi che inquiniamo guidando le nostre macchine, non chi le produce, siamo noi che inquiniamo accendendo i condizionatori in casa, non chi produce la corrente bruciando carbone, noi la colpa è solo nostra...
E in parte, grossa parte è vero.
L'auto ormai la usiamo a sproposito, innalzandola a status, usare i mezzi pubblici, anche la dove funzionano, non fa figo, i condizionatori poi se non vengono tenuti a temperature che farebbero rabbrividire un pinguino è come non averli.
Certo che la gran parte della colpa è nostra, del popolino bue che senza cervello fa quello che i media dicono loro di fare ed è qui che Greta sta cercando di piantare un germoglio di speranza, qui dove i governi e i governanti si mischiano al popolino bue, qui a metà strada tra il tutto che c'è e il niente che sarà, ecco perché ha quasi tutti contro.
Ecco chi è Greta, Greta da voce, forse l'ultima alla speranza alla voglia di crederci ancora, alla necessità di non arrendersi.
Non arrendersi.

Saluti