lunedì 11 novembre 2019

Verso 103

La dimensione delle cose
è assolutamente relativa,
provate a parlarne con un
pescatore...

                  Reschiglian Lorenzo



Lei/lui era l'amore della mia vita...
Questa frase è quasi sempre declinata al passato, perché?

Lei/lui, era quanto di meglio potessi avere dalla vita...
Anche questa, sempre al passato, perché?

Forse perché lei/lui erano perfetti per l'altro/l'altra ma, ma non viceversa?
Forse perché l'amore è una questione complessa non riducibile agli occhi a cuoricino o al batticuore del colpo di fulmine?
O forse perché siamo così pigri da accontentarci di quel che capita, per poi diventare ancora più pigri, una volta mollati, tanto da non aver altro che piangerci addosso?
Sappiate che piangersi addosso costa poco, meno ancora crogiolarsi nella tristezza indotta dal divano, se poi abbiamo la sfiga (loro) di aver amici che ci ascoltano, oooobeh, allora possiamo anche metterci a lutto...

Perché l'amore della nostra vita ci ha mollato? 
Fatto salvo che fosse veramente l'amore della nostra vita e che lei/lui, lo sapesse...
Perché anche i grandi amori finiscono?
Beh, ci sono motivi validissimi e inoppugnabili, tipo che uno dei due defunga e lì, lì non ci sono cazzi, ma neanche colpe, a meno che, non sia stato il/la partner a farlo/la secco/a, ma a questo punto non parlerei più dell'amore della vita, ma di soggetti malati che non hanno la minima idea di cosa significhi amare...
Il discorso si ingarbuglierebbe oltre misura, quindi...
Restiamo sui vivi...
Perché anche i grandi amori, finiscono...
Non lo so.
Esaminiamo i fatti...
Siamo innamorati? Si, l'uno dell'altra? Si, abbiamo progetti comuni? Si, anche con punti di vista diversi? Si, che affrontiamo insieme senza prevaricazioni? Si, quindi c'è rispetto reciproco? Si, anche quando ci sono torti evidenti? Si, è importante chi guadagna di più? No, anche nel dar peso alle priorità? No, i ruoli sono differenti? No, anche nella educazione dei figli? No, c'è un genitore dominante? No, nemmeno nell'indicare le scelte per i figli? No, ci si nasconde alcunché? No.
Bon, allora tutto dovrebbe funzionare perfettamente e per sempre...
Dovrebbe...
Dovrebbe, ma non è sempre cosi.
Non è sempre cosi, perché tra il dire e il fare, c'è di mezzo la realtà di tutti i giorni.
Realtà fatta di felicità certo, ma anche di problemi non sempre affrontabili in due, problemi che siamo incapaci ad affrontare, che ci spaventano o dei quali ci vergogniamo, le onnipresenti aspettative, le nostre o quelle altrui, aspettative capaci di distrarci anche dalla realtà, cercando una "realtà" diversa, tanto diversa dal confondersi con sogni e favole.
Amarsi è un lavoro.
Un lavoro continuo, difficile e faticoso.
Un lavoro da fare in due.
Se si è in due, resta un lavoro continuo, difficile e faticoso ma, gli sforzi vengono abbondantemente ripagati e le soddisfazioni non mancano.
Che mielosa ovvietà, direte voi...
Di ovvio, in amore non c'è niente.
Perché?
Perché quante coppie restano "unite" grazie alla fatica del singolo? Quante persone, piuttosto che niente, restano nell'ombra di chi non ha nemmeno la propria di luce? Quante coppie sono formate da individui che restano e si sentono comunque soli?
Forse i grandi amori finisco perché, in fondo, tanto grandi non sono, lo vorremmo, lo speriamo, magari ci lavoriamo anche molto ma, ma se li spogliamo di tutti i nostri sforzi, forse alcuni grandi amori lo sono, perché noi abbiamo bisogno di vederli cosi...
Eppoi.
Eppoi penso che a volte le cose, semplicemente finiscono.
Anche i grandi amori, anche quelli veri, semplicemente finiscono.
Siamo in cammino, abbiamo strade da intraprendere in continuazione, scelte che avranno conseguenze, necessità da seguire, certezze da trovare, la vita è in divenire, c'è chi avrà la fortuna di farla al fianco di una persona, chi invece ne avrà tante e sarà ugualmente fortunata e chi sarà fortunata rimanendo se stessa, anche da sola.
Noi dobbiamo amarci, poi amare e farci amare.

Saluti