domenica 31 maggio 2020

aspettando

Tanto più è grande la
paura di morire, quanto
più è grande la sua
rappresentazione. 
       Lorenzo Reschiglian 


Ho visto uomini morire, solo per non aver voglia di vivere.

La morte. 

La morte, in fondo in fondo, che cosa è? 
Un istante. 
Un istante sul cui passare, solitamente, non si ha alcun controllo. 
Vivo, un istante, morto. 
Se ci si soffermasse un po' di più, sull'immediatezza di quell'istante forse, forse si opererebbero scelte diverse, anche se, in effetti ogni scelta non è altro che, un istante...
La vita e la morte, come due innamorati, camminano sempre fianco a fianco, trovandosi infine abbracciati, come novelli sposi.

Ho 48 anni. 
Pochi, tanti, non conta. 
Ho vissuto la morte, il suo passaggio mi ha lasciato rughe sul viso, cicatrici sul cuore, ricordi, rimpianti e rimorsi nella mente.
Ho vissuto la morte attraverso gli occhi di chi, passa quell'istante. 
Il tempo si dilata. 
Il tac, non segue il tic...
Il diaframma resta sospeso...
Silenzio...
Tac... 
I polmoni si svuotano. 
Guardo l'involucro di ciò che più non c'è.
Una vita, un istante, un involucro. 
Tutto quello che era, ricordi. 
Tutto quello che avrei voluto, rimpianti.
Tutto quello che sarò, rimorsi. 
Ti accorgi di quanto è importante una persona, quando questa non c'è più. 
Che profonda banalità. 
Se vivessimo i rapporti con la certezza che avranno fine, li vivremmo nella loro pienezza? 

No. 

L'incertezza è l'unica certezza. 
Anche la morte non è una "certezza", arriverà di sicuro, il quando... 
L'uomo, quasi mai ha la presenza di quel quando, quasi mai si aspetta l'istante...

All'uomo, la morte, capita. 

In natura è tutto diverso.
Lontano dalla follia umana, i cicli vitali, sono gestiti senza l'interesse, senza l'inutilità del superfluo, esiste solo il destino, cioè, il chi è destinato a cosa, in un susseguirsi circolare di vita che richiede altra vita per generare nuova vita. 

Gli animali, sanno. 

Sanno perché sentono, sentono che la loro morte è vicina. 
Ma nella vita degli istinti, la morte, ne è solo l'ennesimo, niente pianti, niente menate, solo ciò che è. 
Ho due gatti, effettivamente ne ho molti di più, ma questi due, questi due sanno... 
Sanno, l'istinto non sbaglia, sanno.
Sono arrivato a questa considerazione, vivendo questo periodo, quello che va dalla loro consapevolezza, fino ad arrivare al loro ultimo respiro. 
Loro sanno e fanno di tutto per essere presenti, sanno che il loro tempo è limitato e decidono di donarlo a chi li ama. 
Loro mi saltano addosso, si sfregano, si allungano e si aggrappano, non per aggrapparsi alla vita, ma per lasciare quanto più possono, di loro, nei miei ricordi.
Niente rappresentazioni, nessun rituale, semplicemente chiudono gli occhi su questa vita, poi attraverseranno il ponte, non guidati dall'ultimo istinto, ma dalla consapevolezza di aver fatto tutto ciò che potevano fare.

Saluti