mercoledì 10 gennaio 2024

Olimpo, il detersivo degli dei.

Riconoscere i propri limiti, di 
per se, già ne sposta i confini.
                                Lorenzo Reschiglian


Non sono vecchio, non mi sento vecchio, ho 52 anni quindi non sono un giovinotto, ma sicuramente non sono vecchio, guardo poca televisione, ascolto moltissima radio, leggo libri, fruisco internet e seguo social, il tutto senza che l'una o l'altra cosa, mi diventi una mania, cioè non sono un internauta sfegatato, così come riesco a passare lunghe ore senza nessun contatto con qualsivoglia media o con chi che sia e se dimentico a casa lo smartphone quando esco, beh, vivo lo stesso, insomma lo star da solo non mi spaventa, tutt'altro. 

Potrei essere definito un eremita, un eremita con benefici...

Solitamente ho la mente occupata, dal lavoro o dalle attività in cui sono impegnato, quindi non sto molto a pensare su questa mia progressiva tendenza a isolarmi, anche perché "vivo" normalmente le necessità, cioè, vado a fare la spesa e seguo le normali attività familiari e, come già detto, per lavoro devo interfacciarmi con altre persone, già, le altre persone; ecco, qui forse c'è il nodo, il pensiero alla base della mia "eremitudine", cioè, non mi piace la gente, non tutta la gente ovviamente, perché mi piace chiacchierare e confrontarmi con altre persone, ma, questi interlocutori devono "darmi" qualcosa, mi spiego perché non c'è niente di "materiale" nel prossimo discorso, ne parlavo qualche giorno fa con l'amico Lorenzo, tendenzialmente non sopporto più le ciarle inutili, cioè tutte quelle parole e quelle persone e tutti quegli argomenti che non portano a nulla, il pour parler, le chiacchiere da ascensore, insomma tutto quel dar aria ai denti per evitare quegli imbarazzanti silenzi, silenzi che invece di imbarazzi ne eviterebbero; Oscar Wilde diceva: "A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio", o forse era Abraham Lincoln, vabbè il senso è chiaro, questo non significa che io non voglia più parlare, ne che mi reputo superiore a chicchessia, solo che parlare, tanto per parlare mi sfinisce, mi sfinisce tanto da rendermi indisponente e, non potendo mandare al diavolo l'inutile logorroico di turno, cerco di evitare il contatto, mi defilo se volete, scappo da ciò che non mi va, quindi mi eremitizzo... 

C'è qualcosa di profondamente sbagliato in questo comportamento, perché si dovrebbe essere sempre liberi di dire ciò che si pensa, nel momento che lo si pensa, a chi si pensa di doverlo dire, senza pensare a ciò che penserà chi ascolta ciò che pensiamo, io preferisco di gran lunga un sincero vaffanculo ad una falsa leccata e, tutto questo, non ha niente a che fare con il Politically Correct del cazzo, la sincerità può essere educata e ben esposta ma non può e non deve, cambiare il senso di se stessa, quindi, se non posso essere sincero, taccio. 

Ora, probabilmente non mi trasferirò in cima ad una montagna sferzata dalla bufera, lasciando solo che mi vengano i reumatismi e che mi cresca una luuuunga barba bianca, nell'attesa che un nanerottolo baffuto scopra quale biancheria sia più morbida, ma sicuramente parlerò di meno e, nondimeno limiterò quel che mi sentirò di dire, per le persone che apprezzo non cambierà niente, per tutte le altre, probabilmente non si accorgeranno nemmeno della differenza, perché chi è abituato ad ascoltare solo se stesso, ascolterà solo il vuoto che ha dentro. 

Saluti