sabato 17 aprile 2021

Diseffetti collaterali

Animali, bestie, uomini e qualunque
commistione tra generi, specie, ecc...

                                                 Lorenzo Reschiglian


Vediamo, tra 50 anni diranno, la pandemia ha fatto anche cose buone, perché si sa che grazie al becero revisionismo, tutto si può cambiare, tutto col tempo, con la memoria corta e, soprattutto con la stupidità, tutto può essere messo sotto "luci migliori", e tanto ci sarà chi prenderà per buono qualunque cazzata salterà fuori. 
Molto probabilmente non sarà un mio problema, meno male, una scocciatura in meno.
Quindi non è di questo che voglio scrivere oggi, oggi l'argomento è sì il futuro, ma un futuro spiccio, un futuro a breve termine, quasi un futuro pret-à-porter...
Giorni fa, leggevo un interessante articoletto che già trovava qualcosa di buono in questa pandemia, ve la faccio breve, l'articolista magnificava i dati di vendita (vendita) di cani, con risultati che sfioravano il 900% rispetto all'anno precedente, si si, novecentopercento, i toni erano allegri, trionfalistici e puntavano principalmente in una direzione, la necessità di alleviare la solitudine indotta dalla pandemia...
Che brutto essere me, che penso sempre male delle persone, quindi proverò ad esternare solo qualche considerazione strettamente personale, ad esempio, dai, davvero i cani si comprano? Con tutto il randagismo che c'è e con i canili che esplodono? 
E' vero che l'articolo parla "genericamente" di dati di vendita, quindi si può sperare che nel numero vi siano anche i recuperi da canili, magari specificarlo non avrebbe guastato, poi, parlare della comprensibile solitudine di tutti questi esseri umani, obbligati a rischiare di sopravvivere standosene a casa attaccati ai social, io fatico a comprenderla, ok ok, dannati detrattori, io vivo in un bel posto dove non mi serve la scusa del cane, per uscire a passeggiare e di contro dovrei capire chi, stressato dalle solite quattro mura, senta la necessità di evadere per respirare un po' di sano smog cittadino, quindi dovrei anche capire che l'unico modo "legale" per uscire dalla opprimente quotidianità sia, portare a passeggio un cane; E lo capisco, cavoli ditemi di tutto tranne che io non possa capire, capisco capisco, capisco così bene che faccio finta di non vedere, quando sono io nella mia solitudine a camminare per le vie cittadine, i montarozzi di merda abbandonati ovunque dalla felicità quadrupedesca e dall'ignoranza bipede, faccio finta di non vedere i variopinti sacchettini merdacei buttati in ogni possibile angolo, che spesso formano simpaticissimi totem con mascherine e qualunque altro oggetto, il civilissimo essere umano, decida di buttare per terra. Quindi sì, capisco benissimo la necessità di aver compagnia in questi bui momenti, ma questi bui momenti finiranno, la pandemia sarà controllata, piano piano tutto tornerà alla "normalità", qualunque cosa sia la normalità, torneremo ad iscriverci in palestre che non frequenteremo, torneremo a non aver più bisogno dello jogging, ricominceremo a star bene a casa perché nessuno ci obbliga a starci e... e? 
E cazzo, adesso chi scende a pisciare il cane? 
E cazzo, pure piove, e cazzo pure fa freddo, nevica, c'è la partita, e cazzo, io l'ho portato stamattina e così via di cazzo in cazzo...
In un futuro non troppo lontano, le autostrade diventeranno un enorme cimitero canino a cielo aperto, i canili straborderanno, le città saranno invase da orde di scodinzolanti ex migliori amici dell'uomo, tante povere bestiole vittime della sconfinante ipocrisia di chi, in loro ha visto solo l'opportunità di sentirsi più furbo degli altri, migliaia di cuori spezzati da chi non può, non riesce capire l'amore incondizionato che muove ogni singola coda.
Animali da affezione, così dice la legge, affezione, quindi come si può giudicare chi quel sentimento non lo vive? 
Abbandonare un cane, un gatto o un qualunque animale da affezione è, oltre che un reato perseguibile, un gesto ignobile guidato dalla anaffettività, dalla stupidità e da una ingiustificabile ignoranza.
Questa pandemia, forse un giorno porterà qualcosa di buono, ma ora, oggi, nell'immediato, adesso, ascoltiamo i cuori dentro quei corpi pelosi.

Saluti

domenica 4 aprile 2021

Un giorno come gli altri?

In tre giorni si possono fare o
cambiare tante, ma tante cose, 
volendo.
                                    Lorenzo Reschiglian


Cambiamento, passaggio.

La pasqua, se tolta delle connotazioni religiose è questo e, in questo periodo la voglia, la necessità di cambiare è forte più che mai.
Cambiare, cambiare per tornare uguali a prima della pandemia, magari con un po' di consapevolezza in più, la consapevolezza della nostra precarietà, la consapevolezza di quante cose ritenute necessarie, in realtà non lo siano e di quante le diamo per scontate, accorgendoci poi che non lo sono affatto.
Allora auguriamoci buona pasqua, dicendoci buon cambiamento, per non dimenticare chi siamo, per cancellare il "distanziamento sociale" ma, ma senza dimenticare che, se al supermercato non si deve star appiccicati l'uno a l'altro, non lo si deve fare semplicemente per evitare il contagio, ma per rispetto degli spazi altrui e sana educazione.
Siamo umani, nasciamo con la naturale necessità di contatto, siamo animali sociali, ma troppo spesso confondiamo la viva interazione con la "socialità da tastiera", restiamo umani, non lasciamo che ci facciano dimenticare quanto siano belli gli abbracci, quanto sia necessario parlarsi, ascoltarsi, viversi... 
Dobbiamo tornare a sentire le farfalle nello stomaco, quelle nell'attesa ti incontrare qualcuno, la gioia di passare del tempo con qualcuno, starsi tanto vicini da sentire il respiro di chi parla, tanto vicini da sentire il sapore delle parole.
Non ci dobbiamo abituare alle relazioni tra schermi, alla fredda, distaccata interazione tra microfoni, non voglio dire, ti amo, ad un mucchio di pixel's, voglio emozionarmi, sentire il cuore che rimbalza, voglio la paura delle reazioni di chi mi ascolta, ecco, voglio la paura, il timore di ciò che può succedere quando parli occhi negli occhi, quando non ci sono filtri, quando non puoi fingere di non essere ciò che sei.
Voglio la verità che vive nella realtà e nella realtà, spesso la verità fa male.
Il mondo è sempre più piccolo, basta un click per "essere" ovunque e per essere "chiunque", il mondo è sempre più connesso, interlacciato, pubblico e disponibile, ma anche distorto, piegato alle esigenze di chi vuole controllarlo.
Controllo, ecco cosa raggiungono tenendoci sempre più davanti a computer, televisione o smartphone, controllo, sapere dove siamo, cosa facciamo, cosa diciamo e a chi, controllo per farci pensare tutti allo stesso modo, per "guidarci" verso le necessità che ci faranno credere di volere.
Allora la pasqua non deve essere uova, colombe o conigli ma, cambiamento.
Torniamo a pensare, torniamo a ragionare, a discutere, torniamo ad imparare cercando i perché, torniamo, cominciamo a leggere buoni libri, lasciamo siano loro a farci viaggiare, lasciamo che ci risveglino i sogni e tornare a immaginare...
Vogliono chiuderci in una "realtà" comoda per noi e remunerativa per loro, la pubblicità serve a farci desiderare ciò che non ci serve.
Non siamo noi a guardare il grande fratello è il grande fratello che controlla noi.
Ci vogliono togliere la fantasia.
Io voglio guardare negli occhi le persone, non perché sono l'unica cosa fuori dalla mascherina, ma perché è lì che risiedono le emozioni ed io voglio continuare ad emozionarmi, voglio fantasticare sulle reazioni che quegli occhi avranno alle mie parole.
Voglio vivere sentendomi vivo.
Quindi, buon cambiamento, cambiamo per restare noi stessi, senza che ci cambino in ciò che non siamo.

Saluti.