domenica 4 aprile 2021

Un giorno come gli altri?

In tre giorni si possono fare o
cambiare tante, ma tante cose, 
volendo.
                                    Lorenzo Reschiglian


Cambiamento, passaggio.

La pasqua, se tolta delle connotazioni religiose è questo e, in questo periodo la voglia, la necessità di cambiare è forte più che mai.
Cambiare, cambiare per tornare uguali a prima della pandemia, magari con un po' di consapevolezza in più, la consapevolezza della nostra precarietà, la consapevolezza di quante cose ritenute necessarie, in realtà non lo siano e di quante le diamo per scontate, accorgendoci poi che non lo sono affatto.
Allora auguriamoci buona pasqua, dicendoci buon cambiamento, per non dimenticare chi siamo, per cancellare il "distanziamento sociale" ma, ma senza dimenticare che, se al supermercato non si deve star appiccicati l'uno a l'altro, non lo si deve fare semplicemente per evitare il contagio, ma per rispetto degli spazi altrui e sana educazione.
Siamo umani, nasciamo con la naturale necessità di contatto, siamo animali sociali, ma troppo spesso confondiamo la viva interazione con la "socialità da tastiera", restiamo umani, non lasciamo che ci facciano dimenticare quanto siano belli gli abbracci, quanto sia necessario parlarsi, ascoltarsi, viversi... 
Dobbiamo tornare a sentire le farfalle nello stomaco, quelle nell'attesa ti incontrare qualcuno, la gioia di passare del tempo con qualcuno, starsi tanto vicini da sentire il respiro di chi parla, tanto vicini da sentire il sapore delle parole.
Non ci dobbiamo abituare alle relazioni tra schermi, alla fredda, distaccata interazione tra microfoni, non voglio dire, ti amo, ad un mucchio di pixel's, voglio emozionarmi, sentire il cuore che rimbalza, voglio la paura delle reazioni di chi mi ascolta, ecco, voglio la paura, il timore di ciò che può succedere quando parli occhi negli occhi, quando non ci sono filtri, quando non puoi fingere di non essere ciò che sei.
Voglio la verità che vive nella realtà e nella realtà, spesso la verità fa male.
Il mondo è sempre più piccolo, basta un click per "essere" ovunque e per essere "chiunque", il mondo è sempre più connesso, interlacciato, pubblico e disponibile, ma anche distorto, piegato alle esigenze di chi vuole controllarlo.
Controllo, ecco cosa raggiungono tenendoci sempre più davanti a computer, televisione o smartphone, controllo, sapere dove siamo, cosa facciamo, cosa diciamo e a chi, controllo per farci pensare tutti allo stesso modo, per "guidarci" verso le necessità che ci faranno credere di volere.
Allora la pasqua non deve essere uova, colombe o conigli ma, cambiamento.
Torniamo a pensare, torniamo a ragionare, a discutere, torniamo ad imparare cercando i perché, torniamo, cominciamo a leggere buoni libri, lasciamo siano loro a farci viaggiare, lasciamo che ci risveglino i sogni e tornare a immaginare...
Vogliono chiuderci in una "realtà" comoda per noi e remunerativa per loro, la pubblicità serve a farci desiderare ciò che non ci serve.
Non siamo noi a guardare il grande fratello è il grande fratello che controlla noi.
Ci vogliono togliere la fantasia.
Io voglio guardare negli occhi le persone, non perché sono l'unica cosa fuori dalla mascherina, ma perché è lì che risiedono le emozioni ed io voglio continuare ad emozionarmi, voglio fantasticare sulle reazioni che quegli occhi avranno alle mie parole.
Voglio vivere sentendomi vivo.
Quindi, buon cambiamento, cambiamo per restare noi stessi, senza che ci cambino in ciò che non siamo.

Saluti.

Nessun commento:

Posta un commento