mercoledì 12 febbraio 2014

Quando l'amore invecchia

Non so bene quanti, ma la nostra
storia è iniziata parecchia anni fa,
all'epoca, quando capitava che io
cercassi di avvicinarmi, mordevi,
e non in senso metaforico...
                                         Lorenzo Reschiglian

Il regresso di un sentimento puro. Incondizionato.

Se volete guardare negli occhi l'amore vero, cercatelo tra gli sguardi dei nostri animali domestici, chiunque abbia in casa cani o gatti, lo sa.
I gatti in maniera un pò più compassata, quasi con sufficienza, i meno attenti potrebbero dire, distaccata, ma non è così, certo il gatto rimane sempre un pò più "indipendente" e volubile di carattere, ma anche loro, una volta riconosciuto il capo branco, lo seguiranno amandolo ciecamente fino alla morte.
Il cane risulta sempre un pò più "suddito" e questa innata sudditanza che spesso ce li rende più graditi, rispetto ai compassati felini...

Io il cane ce l'ho, si chiama Pulce, in onore alle sue "notevoli" dimensioni...
Era il cane di una coppia di amici, e io non le stavo per niente simpatico, ogni volta che cercavo di avvicinarmi cercava di mordermi, anche quando mi avvicinavo ai suoi padroni cercava di mordermi praticamente ogni volta che passavo, se non era legata, cercava di mordermi e quando legata lo era, mi abbaiava furiosamente dietro...
Capitò però che i suoi padroni, complice il trasloco in un condominio dove era vietato tenere animali, si trovarono nella necessità di lasciare l'amato quadrupede; trovando improponibile la soluzione canile, per gli sfortunati trascorsi della bestiola (abbandonata gravida nella struttura, adottata prima, restituita al canile poi), gli affranti padroni proposero che la prendessi io...
Obbiettai rammentando loro, che a casa mia già vivevano tre gatti e che la cagnolina mi considerava più un pasto piuttosto che un possibile proprietario o capo branco...
Io e Odette ne parlammo, decidemmo e infine accettammo...
Ora il problema era l'impossibile caratteraccio del cane...
Optai per l'approccio soft..
Il giorno dell'incontro mi presentai un pò preoccupato, lei usava il retro di una fiat panda, come rifugio, io un passettino alla volta cominciai ad avvicinarmi, tra i ringhi e sguardi trucidi, che feci finta di non subire, finalmente riuscii a sedermi sul bordo del bagagliaio, non tentai di accarezzarla, temendo per la mia salute, quello che feci fu di mettermi a parlare, le dissi chi ero e perché ero li, lei mi guardò strano, si avvicinò e posò il suo musetto sulla mia gamba, la coccolai, ero appena stato scelto...
Ditemi che non credete a queste cose, vi posso capire, ma per me gli animali capiscono chiaramente ciò che gli accade intorno, Pulce aveva capito che avrebbe cambiato famiglia, magari non ne capiva il motivo, ma sapeva che la cosa era così,la portai a casa, ma non fu una convivenza semplice, almeno non all'inizio.
Lei era piuttosto indipendente, certamente non era la classica cagnolina da compagnia, innanzi tutto perché abbaiava ad ogni granello di polvere che si muoveva, eppoi perché portarla a spasso era un vero e proprio esercizio ginnico.
Aveva la sfinente abitudine di tirare come una pazza, tendeva il guinzaglio tanto da togliersi il respiro, ci vollero mesi e mesi di paziente educazione, e qualche energica presa di posizione, per attenuare il suo vizio, ma ci riuscii e vederla correre e saltare quando la si liberava, era davvero divertente..
Gli anni passano e se sei fortunato, si accumulano alle tue spalle.
Adesso ripensare a quei momenti mi fa sorridere, adesso che le passeggiate sono diventate lente...
E' invecchiata la piccolina, e gli anni non sono stati clementi, ormai è quasi completamente sorda e ci vede poco, continua ad essere coccolona e affettuosa, ma sta quasi tutto il giorno nel suo cestino a fianco del divano, adesso la portiamo fuori solo quando c'è il sole e di notte il pavimento della casa è tappezzato di traverse assorbenti, che lei puntualmente manca sporcando quell'unica piastrella "incustodita".
Adesso è qui a fianco a me, respira male e ogni tanto si alza per rimanere bloccata pochi passi più in la o a metà tra il cestino e quell'obbiettivo che solo lei vede, la coccolo, l'accarezzo per tranquillizzarla, ogni tanto mi alzo per recuperarla e rimetterla nel cestino, lei appoggia ancora il musetto sulla mia gamba, un musetto ormai tutto bianco e tremolante, ancora mi guarda con quegli occhi sempre un pò tristi e quasi ciechi, solo lo sguardo non è cambiato è come era, pieno di amore per la sua famiglia e sempre alla ricerca di amore per se...
Non so quanto ancora rimarrà con noi, l'età e la malattia la stanno lentamente spegnendo, ma finché sarà noi saremo con lei, quando se ne andrà, sarà lei con noi, per sempre con noi, nei nostri ricordi.

Saluti

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