venerdì 8 giugno 2012

Frammentazione

Piccole briciole cadono stanche, come se a sospingerle ci fosse una mano anziana, pensieri sovrapposti e sogni sovraesposti, disattesi, incrinati e impolverati, impoveriti dal sommesso levare, alleggerire nel tentativo di volare, spiccare un immaginifico volo, con la necessità di scappare, un balzo dall'immaginario trapezio della vita, vuota senza rete senza cadute, caduche foglie autunnali nell'ultima parte del viaggio, vigile l'occhio ma stanco il pensiero, briciole di sentimenti sparse sulla tovaglia della vita, vola e si posa a banchettare con le mie emozioni, evoluzioni saltellando di briciola in briciola cancellandole dalla mia memoria, marmorea la volontà ma volatile la realtà, lealtà dismessa, dimenticata, tradita e abbandonata, addolorata e ricacciata nel sogno malato di uomini che non dormono, tornano i pensieri a quello che era, ma le briciole non ci sono più, e la mano sempre più stanca, si posa dove erano senza capire che più non sono, vuoto, pulito e ordinato vuoto, freddo e schematico vuoto, forse la fine o forse l'inizio, tanto distanti tra loro, ma così indistinguibili nell'unicità del momento, non c'è un perché, perché non c'è un cosa e il triangolo si chiude senza un dove, un filo sottile scivola ad inumidire guance secche d'età, lo sguardo è vivo, curioso e attento, cemento il corpo lento, sento ancora l'eco dei sogni ma è lontano e sempre più fioco, sciocco a credere nell'eternità dell'io, mio lo scivolare lento nel tormento, momento solo un momento per fermare l'inevitabile incedere, incidere su un'ipotetica corteccia: io sono stato, avrei voluto essere, ma per essere c'è bisogno di un io, e io non sono.
Briciole di essere, piccoli pezzi di io...
Saluti

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