lunedì 20 febbraio 2012

Fallimenti

Farsi troppe domande è 
come non farsene proprio,
con una sola differenza, la
certezza di svegliarsi con
uno spaventoso mal di testa.
                             Lorenzo Reschiglian




Perché con certe persone non si riesce proprio a ragionare?

Ormai è solo questione di tempo, quello necessario per definire le cose.
Ho perso.
E non mi consola sapere d'aver fatto del mio meglio per evitarlo.
Ho perso.
Ma non mi spaventa quello che "ho perso", mi terrorizza ciò che perderò.

Devo cambiare mestiere, devo smettere di fare quello che secondo me, è il più bel lavoro al mondo, devo smettere perché questo lavoro, fatto come lo faccio io, non fa guadagnare abbastanza, in questo settore, l'onestà e la correttezza, non pagano, ci ho provato, ed in parte ci sono anche riuscito, ma la verità è purtroppo diversa dalla mia "visione", vi suonerà storto, però vi assicuro che c'è gente al mondo, messa lì solo per essere "fregata", c'è una folla di raggirabili  incompetenti, che non vedono la differenza tra un topo ed un elefante, questi personaggi, sono spesso dei "presunti" responsabili degli acquisti, ruolo che viene ricoperto senza ne capacità ne con spirito imprenditoriale, ma spessissimo sono i titolari stessi delle aziende, quelli che si atteggiano a "furbissimo che sa sempre tutto" a rivelarsi degli incredibili incapaci...
Questa "gentaglia" prostrata nell'incapacità, diventa fertile terreno dove lo "squalo" di turno o "l'imbroglione casuale" razzolano becchettando e banchettando alla faccia dell'onestà...
Io non sono capace.
Un branco di feroci scrupoli mi tengono lontano dalla prassi "comune" di fregare quanto più costantemente possibile sia, il mal capitato cliente che di te si fida...
Non ci riesco, lo ammetto, dovrei e potrei vendere molto, ma molto di più, ma non lo faccio, perché vorrebbe dire che metto in discussione i miei stessi pensieri, le mie convinzioni...

Non posso più fare quello che mi piace, allora faro quello che serve...
E quello che serve, è portare a casa soldi a sufficienza per mantenere la famiglia...
Sono costretto a lasciare un lavoro che amo, perché non sono capace di imbrogliare, perché voglio passeggiare senza rogne nel week end, senza la paura o la necessità di nascondermi per evitare "rappresaglie"....

La soluzione, è cambiare mestiere, abbandonare tutti e tornare a fare il "dipendente" sacrificare tutte le esperienze sull'altare delle necessità...
E' devastante per me, perché con la sveglia elle 05:30 e il rientro alle 19:30. la mia amata vita famigliare, di colpo svanirà, Niente colazione insieme, niente bimbo a nanna niente di niente, guadagnerò più soldi, a volte molti di più, ma perderò la famiglia, non potrò più "prendermi la libertà" di mettere a nanna il piccolo, o di pranzare tutti insieme, farò quello che sarà da fare, per doloroso che sia...
Saluti.

4 commenti:

  1. Solo una parola...ma perchè "Fallimenti"?
    Non lo fai per te...non lo fai contro la tua famiglia...e allora??
    "Sono costretto a lasciare un lavoro che amo, perché non sono capace di imbrogliare(...)", penso che questo basti per cambiare titolo al tuo post...
    Un abbraccio...

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    1. Come al solito, non posso che darti ragione, ma ieri ero preso male...
      Grazie...
      Baci.

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  2. .... Non è la quantità che conta ma la qualità del tempo che saprai dedicare a tuo figlio.... Anzi, sarà così prezioso che lo apprezzerai maggiormente. Ricordati poi che i cambiamenti portano nuovi stimoli, nuove esperienze e, nel caso, contribuiranno alla serenità della famiglia tutta.
    Quindi forza e coraggio.
    In bocca al lupo.

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    1. In un certo modo, hai ragione, ma a me piacciono certi momenti, momenti che ovviamente non vivrò più, e che comunque prima o poi sarebbero "finiti", ma perderli col tempo in maniera "naturale" è una cosa, dovervi rinunciare è tutt'altro discorso...
      Ciao.

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