domenica 5 febbraio 2012

Sinapsi, gangli e blackout

La credulità è propria 
degli ignoranti, l'incredulità 
ostinata dei mezzi dotti, 
il dubbio metodico dei saggi.
                           Jean-François Marmontel


Ci sono cose che vanno fatte, può non piacere, ma vanno fatte, ci sono scelte da valutare, e non è mai facile, si sa sempre cosa si ha, ancora meglio quello che si vorrebbe, quasi mai cosa si perde, ma la linea che le divide, potrebbe rivelarsi difficile da vedere, e comunque, insormontabile.
Sono in attesa.
Di troppe cose.
Di risposte a domande, talune complesse, altre difficili e qualcuna pericolosa.
Sono in attesa.
Di domande, a molte delle quali, non saprò rispondere, ad altre non vorrò, alcune non potrò.
Sono in attesa.
Di parole, quelle che ti sanno confortare, scaldare, eccitare e far piangere.
Sono in attesa.
Di parole, quelle che giustificano, che chiedono o danno perdono.
Fraintendere è sinonimo di routine.
Routine è sinonimo di noioso.
La noia scade nell'apatia.
L'apatia è il purgatorio dei sentimenti.
Non ami abbastanza da desiderare, non odi abbastanza da rifiutare.
L'incertezza è l'unico filo conduttore, il controsenso paradosso, la certezza del dubbio.
Intanto corro.
Dietro a necessità, vere e presunte.
Intanto corro.
Per raggiungere traguardi già tagliati.
Intanto corro.
Scappando dalla realtà, da quel che non voglio, da chi mi spaventa, da me.
La paura si trasforma in coraggio.
Il coraggio diventa furore.
Il furore rende ciechi alla realtà.
Realtà non univoca ma interpretabile, quindi una non realtà, l'incongruenza delle vere falsità.
Sono confuso.
Dalla mancanza di certezze e la rinuncia a cercarle o fornirle.
Sono confuso.
Dalla totale rinuncia ai valori, sconfitti prima ancora che nascano.
Sono confuso.
Dalle ombre che offuscano il presente e nascondono il futuro.
Tutti invocano l'eccezionalità, io non sò neanche cosa significhi normalità.
Forse solo io non capisco.
O non voglio.
O non posso.
Saluti.

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