giovedì 7 febbraio 2013

Accademia della Brusca...

Tutto può cambiare, ma non la 
lingua che ci portiamo dentro, 
anzi che ci contiene dentro di sé 
come un mondo più esclusivo 
e definitivo del ventre materno.
                                                     Italo Calvino


Sapere che c'è qualcuno che legge quello che scrivo, ovviamente, mi mette di buon umore, e fino a qualche tempo fa un pò mi preoccupava...
La preoccupazione maggiore risiedeva nel non voler "deludere" nessuno, deludere non solo per i contenuto di quel che scrivevo, tipo l'argomento o il tono con cui affrontarlo, ma anche non deludere per come il testo viene "fisicamente" trasposto in parole, quella che comunemente è conosciuta come "forma lessicale"...
E' quest'ultimo aspetto quello che più mi preoccupava...
Perché?
Perché pensavo che la mia "scarsa" scolarizzazione mi avrebbe decisamente limitato, con scarsa scolarizzazione intendo proprio scarsa in senso quantitativo, visto che ho conseguito solo la licenza di terza media, licenza che, per altro, i professori di allora mi concessero, non tanto per i miei scarsi meriti scolastici, ma più probabilmente per togliermi di mezzo...
Come non capirli, ero una tal testa di cavolo...
Al di la dei miei dubbi, cominciai comunque a scrivere, mettendo al massimo le opzioni che vengono in aiuto, come il controllo ortografico e tenendo sempre aperta una finestra su un buon numero di dizionari on line, poi una volta scritto quello che volevo, non rimaneva altro che leggere e rileggere più e più volte il tutto alla ricerca di quello che un computer non può interpretare, cioè il senso finito del discorso, l'eventuale filo conduttore o la sinusoide della metafora, fatta anche quest'ultima operazione, cliccavo su "pubblica" e speravo per il meglio...
Non sempre il risultato era all'altezza delle mie aspettative, perché quello che nella mia testa era un ottimo pensiero, argomentato perfettamente, una volta scritto e letto, perdeva buona parte del "mordente"...
La causa di questo decadimento era, il più delle volte, imputabile alla esasperata ricerca di una innaturale "pulizia lessicale", il voler essere neutro, compito ed educato a tutti i costi...
Quella ricerca portava a dover trovare lunghi "giochi" di, educate, parole per evitare volgarità o parole sgradite se non maleducate...
Ora tutti questi dubbi e timori non li ho più, scrivo abbastanza fluentemente e spesso mi basta seguire il filo dei miei pensieri, così come passa, senza farsi troppe menate, per produrre un buon post da pubblicare, poi rimanendo nei limiti di una sana decenza, mi concedo qualche parola o qualche concetto leggermente più coloriti, ma solo quando sono utili al discorso, cioè quando non spezzano o ovidenziano il concetto che si vuole esplicare, faccio un esempio...
Il post precedente a questo, contiene una frase che se presa decontestualizzandola, risulta effettivamente brutta e indisponente, la frase è questa: solo un continuo vomitarci addosso merda...
Indubbiamente brutta, ma se la leggiamo all'interno del discorso dal quale è stata estrapolata, diventa invece funzionale perché veicola chiaramente il sentimento che vuole descrivere, lo fa in modo crudo se vogliamo, crudo ma estremamente diretto evitando di doverlo andare a sviscerare con lunghi e noiosi filosofismi lessicali...
Ripeto, su queste pagine non troverete mai una "parolaccia" fine a se stessa, troverete solo parole di uso comune e vocaboli ritrovabili su qualunque dizionario o comunque, parole che fanno parte di quella quotidiana realtà che è la vita di tutti i giorni...
Saluti

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