giovedì 21 febbraio 2013

Ne resterà uno solo...

Veniamo dalle remote profondità del 
tempo, ci muoviamo silenziosamente, 
attraverso i secoli, vivendo vite segrete, 
lottando per arrivare al grande incontro: 
il giorno in cui i pochi superstiti si batteranno, 
finché resterà uno solo di noi. 
Nessuno sapeva che eravamo tra di voi... 
fino ad ora. 
                                                     Highlander

Ci sono dei reality che mi piacciono, quasi tutti parlano di cucina, adoro il caratteraccio di Gordon Ramsay, la fresca semplicità di Jamie Oliver e le sorridenti bontà di Benedetta parodi...
Quest'anno ho seguito tutto Master Chef, con umori alterni e come sempre, non ha vinto quello che secondo me meritava...
Ma del resto chi sono io per decidere?
Vabbé, Master Chef è finito, ha vinto quella falsona, opportunista, imbrogliona e antipatica di Tiziana, a suo favore si deve ammettere che è migliorata molto e l'enorme esperienza accumulata, anche precedentemente alla competizione, certamente hanno fatto peso nel giudizio finale, comunque sia mi stava veramente sulle scatole...
Buon per lei, il tempo darà ragione a lei, rendendola famosa oltre la tivù, o darà ragione a me facendola sparire, dimenticata nell'oblio della noiosità culinaria...

Archiviamo il discorso...

Anche perché, ogni volta che seguo un reality, l'unica vera considerazione che mi rimane è questa: Mi sembra un contro senso che per diventare famoso e "visibile" si debba, anche imbrogliando e giocando sporco, eliminare tutti i contendenti per assicurarsi una solitaria vittoria...
Cioè, faccio fuori tutti, mi isolo sempre più per raggiungere il premio finale, e il premio finale è, un infinito bagno di folla e notorietà...
Secondo me è una buffa follia, ma questa mia affermazione è ammorbata dalla mia quasi totale mancanza di senso della competizione...
Capiamoci.
Anche a me piace "crescere" e migliorarmi, ma sia la crescita che il miglioramento, non devono essere fini a loro stessi, devono perseguire un senso comune e comunque utile non solo per me, ma soprattutto, la via per il raggiungimento del risultato deve essere scandita da "vittorie" pulite, cioè dettate dall'impegno, dalla condivisione e dallo scambio interpersonale, scambio che deve portare al confronto e confronto che deve portare all'ottimizzazione e al riconoscimento delle peculiarità personali, col risultato finale di trovare le giuste competenze da delegare alle giuste persone, alla fine il leader cresce ed emerge in maniera naturale, leader che sarà accettato e seguito proprio perché "coltivato" all'interno del gruppo...
Purtroppo la meritocrazia è utopica al pari della vera fede...
Così in alto non si trova chi è giusto che ci sia, ma solo il più "furbo"...
La storia, l'attualità e la realtà odierna, sono perfetti testimoni di questa malata situazione, con il risultato che viviamo tutti i giorni...

E' giusto o sbagliato? Deciderà il televoto...

Saluti

Nessun commento:

Posta un commento