venerdì 22 marzo 2013

Aria ammalata

Adesso vi dirò una banalità...
O forse no...
Ma tant'è...
                       Lorenzo Reschiglian

Sono ormai mesi che, tra altri e bassi, in casa mia siamo tutti malati, malaticci e mucoappiccicaticci, Adriano, ancora sciroppato è appena uscito da una polmonite, Odette tra tosse e mal di gola non passa una giornata tranquilla, io sono talmente mal messo da non essere più nemmeno "rottamabile"...
Poi mi guardo in giro e vedo, occhi gonfi, nasi sgocciolanti, starnuti, tosse e quant'altro, centinaia e centinaia di persone ammalate, vado al supermercato e l'unica cassa con la coda è quella della parafarmacia, nei carrelli che vedo passare, bistecche e prosciutto hanno lasciato il posto a fazzoletti, antistaminici, sciroppi e analgesici, ovviamente quasi tutti sono prodotti "da banco", perché la crisi non ci permette medicinali "di marca", ma la stessa crisi non ci permette di stare a casa per curarci, ci fa paura anche chiedere i giorni di mutua...
Ma che cavolo di vita è?
Ma soprattutto, perché continuiamo ad ammalarci?
Ed ecco la banalità...
Cosa cavolo c'è nell'aria che respiriamo?
Inoltre...
Ma le medicine che ci pippiamo, servono a qualcosa? Qualcosa oltre ad arricchire le case farmaceutiche intendo...
Dico questo perché...
Perché ci si ammala, e fin qui "tutto bene", allora andiamo dal medico, ancora tutto bene, il medico ci dice quali medicinali prendere, tutto bene, prendiamo le medicine e le cose cominciano ad andare peggio, un pò perché gli effetti "benefici" non si sentono da subito, al contrario degli effetti "indesiderati" che invece sono praticamente immediati, così al mal di gola e al dolore osseo, dobbiamo aggiungere, mal di stomaco, nausea e tutta la sfilza di effetti ordinatamente riportati dal foglietto informativo, foglietto che non abbiamo nemmeno finito di leggere che subito ci riammaliamo...
Qualcosa non mi torna...
I nostri bis nonni non si ammalavano mai, un giorno passavi a salutarli, il giorno dopo eri al loro funerale, niente minchiate, niente scatolette distributrici di medicinali, scatolette che ci siamo abituati a vedere dai nonni, nonni che arrivano a prendere 8, 10, 15 medicine diverse al giorno, pillole per ogni cosa ed ogni caso, pillole per prendere altre pillole e pillole per ricordarci di prendere le pillole...
Follia...
Ma il benessere è anche questo e mentre i nonni si "calano" la qualunque, i loro figli cioè i nostri genitori, in una strana escalation salutistica, non fanno nemmeno tempo a diventare pillolodipendenti, perché muoiono prima devastati da malattie sempre più aggressive, e noi?
Beh, come avevo scritto in un vecchissimo post, noi abbiamo nascosta da qualche parte, già la nostra data di scadenza...
E i nostri figli?
Già, cosa ne sarà dei nostri figli?
Preferisco non pensarci e meschinamente, nascondermi...

Saluti

Nessun commento:

Posta un commento