domenica 17 marzo 2013

Alcool e carte...

La base di ogni volere è bisogno, mancanza, 
ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dalla
origine, per natura. 
Venendogli invece a mancare oggetti del 
desiderio, quando questo è tolto via da un 
troppo facile appagamento, tremendo vuoto 
e noia l'opprimono: 
cioè la sua natura e il suo essere medesimo 
gli diventano intollerabile peso. 
La sua vita oscilla quindi come un pendolo,
di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono 
in realtà i suoi veri elementi costitutivi.
                                                         Arthur Schopenhauer

Mi capita sempre più spesso, capita che mi sorge un pensiero, uno di quelli che capisco subito essere buono, uno di quelli che va sviluppato e completato, ma in cuor mio so che lascerà il segno, così lascio la mente libera di vagare senza una meta precisa, libera di scegliere questo o quel percorso senza una apparente logica, così poco alla volta quel piccolo pensiero, quella nebulosa traccia, comincia a prendere forma, i tratti si fanno via via più definiti e precisi, si delinea una storia con tutto quel che serve, personaggi, trama, intrecci, colpi di scena e finale a sorpresa, tutto diventa sempre più chiaro e poco dopo arriva anche il titolo per "finire" l'intero percorso, ma...
Ma, preso da questo turbinare di pensieri e parole, io mi dimentico regolarmente di scrivere qualcosa, di prendere un qualsivoglia appunto, così, basta una qualunque distrazione, una benché minima interruzione al flusso dei pensieri, che tutto svanisce, l'intero castello di carte crolla miseramente lasciandomi solo quelle che ho in mano e quelle poche di cui si vede la figura, solo qualche ricordo di ciò a cui stavo pensando, ricordi cui non riesco più a dare un senso, solo immagini sempre più sfocate e parole come echi lontani, sempre più lontani, lontani...
Mi capita qui, proprio in queste situazioni di arrabbiarmi, ovviamente con me stesso, ma non per i pensieri appena persi, per un racconto potenzialmente fantastico che si va a perdere tornando tra le contorte curve della mia testa, no, il motivo che mi fa arrabbiare è la sensazione di vuoto che accompagna il perdersi dei miei pensieri, quel senso di non appartenenza, l'inebriante vaganza alcoolica di una sbronza triste...
E' da fessi vero?
Ultimamente di fesserie ne sto facendo a palate...
Non so, è come ste stessi aspettando qualcosa...
Qualcosa che proprio non so che sia...
Proprio non so...

Saluti

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