mercoledì 17 aprile 2013

Il forse delle cose...

A vedere il modo in cui i malati sono 
trattati negli ospedali, si direbbe che 
gli uomini abbiano inventato questi 
tristi asili non per curare gli ammalati 
ma per sottrarli agli occhi delle persone 
felici, delle quali quegli sventurati 
turberebbero le gioie.
                                                          Nicolas de Chamfort

Sapete qual'è il luogo più pericoloso, quello dove capita il più alto numero di infortuni e incidenti al mondo?
Casa nostra.
Ogni anno, nella sola Italia 1.300.000, un milione e trecentomila persone, a vario titolo, finiscono al pronto soccorso, 4500 di queste non torneranno mai più tra i muri domestici...
La nostra abitazione può diventare anche la nostra cassa da morto, la troppa sicurezza e un'innata incoscienza ci espongono quotidianamente ad un numero infinito di possibili incidenti, se poi in casa si aggirano bambini, i pericoli aumentano esponenzialmente...
Martedì scorso siamo entrati a far parte di quel milione e rotto...
Per fortuna il pupo non c'entrava nulla, l'incidentata era mia moglie, nulla di particolarmente grave, una ferita lacero contusa che le sarebbe valsa un paio di punti di sutura...
Tanto spavento, lei, qualche presa per i fondelli, io, una gitarella imprevista al pronto soccorso, che palle, noi...
Ne ho già scritto qualche tempo fa, entrare in un pronto soccorso è come varcare il portale per un universo parallelo...

Cronaca di un viaggio allucinante...

Ridacchiamo mentre ci dirigiamo al pronto soccorso, un pò per sdrammatizzare ma anche perché non ci si deve per forza prendere sempre sul serio, parcheggiamo e facciamo i pochi metri che mancano alla porta del "triage" come se fossimo due ragazzetti in gita, certo lei è un po dolorante, ma stoicamente resiste...
Entriamo...
Io per tanti anni ho fatto volontariato alla croce verde, quindi mi capitava spessissimo di andare al pronto soccorso, qualche volta ci sono entrato per me e ieri ci ho accompagnato Odette, bene, ogni volta la sensazione che ho entrando è sempre la stessa, sembra che il mondo rallenti, tutto e tutti si muovono più lentamente, la gente all'interno cammina piano sembra quasi che tutti abbiano paura di scivolare, i pazienti pigiamati si trascinano avanti e indietro come zombi senza meta, ma molto più lenti degli zombi si muovono gli infermieri, infermieri che sembrano dei missili se paragonati ai dottori, questi ultimi vanno così piano che sembrano fluttuare senza nemmeno toccare il pavimento...
Anche le ore passano con una lentezza innaturale...
L'unica cosa che si muove alla giusta velocità e che anzi, aumenta proporzionalmente al tempo che passa, sono le palle che girano sempre più vorticosamente, tanto da dover rimanere seduti per evitar di decollare...
Comunque, ci assegnano un numero, il 34 per essere precisi, nella sala d'attesa ci sono altre due persone, io penso, saranno i numeri 33 e 32, ed effettivamente è cosi, poi entra un'altro al quale danno il numero 37, e non mi faccio domando su dove siano finiti il 35 e il 36, appena il numero 37 si siede, entra uno che si era "limato" una mano, nel frattempo viene chiamato il numero 32, all'uomo limato viene assegnato il numero 39, ma il 38 che fine ha fatto?
Sono li che ancora mi chiedo dove finiscano i numeri fantasma, quando la voce del "signore", così ho soprannominato quello che al microfono chiama i pazienti, dice al numero 33 di seguire la linea verde, bon penso, i prossimi siamo noi, così torno a sedermi anche perché è già passata un'ora e le palle già frullano ad'una discreta velocità, finalmente l'altoparlante gracchia, ma la voce chiama il 37...
La cosa mi fa imbestialire, perché l'ometto detentore del numero sembra non avere nulla, ma non posso certo saperlo io, forse lo sapeva l'accompagnatore che dopo avergli detto d'aspettare la chiamata, s'era dileguato nei meandri dell'ospedale, per tornare un istante prima che il suo paziente venisse chiamato, boh, misteri della matematica...
Passa un'altra carrettata di minuti, finalmente dio microfono ci chiama, noi decisamente anchilosati, ci dirigiamo verso il destino...
Bussiamo alla porta in fondo alla linea blu, entriamo e subitomi dicono che io devo stare fuori, ma scusate c'è scritto che può entrare un accompagnatore, si ma noi stiamo visitando anche un'altra persona, quindi per la privacy deve uscire, Odette la prende male, così per evitare incidenti decidiamo di aspettare che finiscano con l'altro paziente, così facendo passa un'altra mezzora, tempo che passiamo commentando la varia umanità che vaga per l'ospedale, gente che viene, gente che va, tartarughe in camici variopinti si aggirano apparentemente indaffarati, l'omino delle pulizie che lentamente segue la macchina lava pavimenti, macchina che fa un baccano infernale ma che non sposta nemmeno la polvere, rumorosi parenti chiacchierano di altri parenti degenti, finalmente ritocca a noi, stavolta la saletta medica è vuota, la dottoressa si prodiga intorno alla ferita di Odette, mi adula dicendo che l'ho pulita bene e ci informa che saranno necessari due punti...
Va bene, facci anche la fidelity card, basta che ci lasci uscire da questo manicomio...
Disinfettano, cuciono, medicano e vaccinano mentre Odette trova anche le forze per scherzarci su, preparate e firmate le scartoffie, siamo pronti per andarcene, sono quasi le quattro del pomeriggio, vabbè, una volta a casa scalderemo il pranzo e faremo merenda...
Brava Odette, sei stata forte...
Bravo Lorenzo, sei stato "paziente"...
Bravo servizio sanitario nazionale, il tempo passa ma tu sei sempre uguale a te stesso...

Saluti

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