domenica 29 aprile 2012

Dica tre volte 33... Novantanove...

Morì con tanta bravura che sembrò 
non avesse fatto altro in vita sua.
                                       Francesco Burdin



Ma il tristo mietitore, è retribuito? E se sì, paga le tasse?

Pensieri inconcludenti.

Si vive con le paure, prima fra tutte, quella di morire.
L'ho già scritto in altri post, non ho paura di morire, mi scoccia un bel pò, ma non ho paura, mi spaventa di più il come...
Potendo scegliere, andare a dormire per poi "svegliarsi" nell'aldilà, è sicuramente il modo migliore, a prescindere dall'aldilà, se c'è e qualunque cosa sia...
Ma non si può essere sempre così "fortunati"...
Solitamente si diparte in maniere cruente, incidenti o malori fulminanti, anche in questo caso, il "passaggio" è piuttosto veloce, si spera tanto veloce da non lasciare che il corpo se ne accorga, e di conseguenza, il cervello non faccia in tempo a far impazzire i recettori del dolore tutti insieme "regalandoci" i peggiori, oltre che ultimi, istanti di vita...
Ecco la mia vera, non unica, ma vera preoccupazione, star male, soffrire...
Morire ci tocca, è un fatto, soffrire nell'attesa è una fregatura...
Malattie devastanti, incidenti e quant'altro, tutto lì, per lasciarci sopra un letto di dolore ad aspettare, sperando non ritardi, l'oscuro viandante, il già citato tristo mietitore o la morte che dir si voglia...
Passati i quarant'anni poi, quando si ha la consapevolezza di aver fatto il "giro di boa", giro che per quanto ne so, potrei aver già fatto cinque, otto o dodici anni fa, ma che per ottimismo, preferisco pensare ai quaranta, comunque, la consapevolezza è lì, appunto consapevole del fatto che ne abbiamo meno da fare, rispetto a quelli già fatti...
Qualche pensierino negativo mi viene...
Poi, sono un ex soccorritore e perciò conosco tutti i sintomi "precursori" di alcuni dei più frequenti motivi di decesso, e la cosa, al contrario di quel che si può pensare, non aiuta perché quando ti svegli nel cuore della notte, con dolori al petto, difficoltà respiratoria e indolenzimenti che si propagano dalle braccia fino alla punta delle dita, passano alcuni terrorizzati momenti, prima che la parte razionale torni a prevalere sulla parte "dio che fifa sto per crepare"...
Però, la mattina successiva, non prendo neanche in considerazione la possibilità di andare dal medico a raccontargli quanto successo, ne tanto meno, andare a fare una visita o un controllo...
L'ineluttabile ci rende incoerenti?
O è fifa vulgaris?
Adesso vado a prendermi un'aspirina...
Saluti

5 commenti:

  1. Lorenzo,don't worry,be happy! Io ero depresso e sfiduciato...ORA ho visto la luce! Stay tuned with me!Nicola

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  2. Il triste mietitore lo trovi su twitter. Lui ha tutte le risposte...

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  3. Credo che fino ad una certa eta' la morte sia vista come un evento molto esterno ed estraneo a noi...negli anni, quando inizi a perdere amici, persone care...ti rendo conto che anche tu ci dovrai passare. E' vero, i 40 sono un giro di boa. Si entra nella "mezza eta'", anche se in fondo si e' ancora abbastanza giovani e nel pieno di tutte le proprie facolta'. Anche io penso con angoscia alla morte...il fatto di non potermi piuu' godere le bellezze di questo modo mi rattrista enormemente, forse piu' del dolore e della malattia. kiss

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    1. Uffa, morire.... che scocciatura, tempo fa scrissi un post (data di scadenza) dove mi chiedevo, nel caso ognuno di noi sapesse con certezza il giorno della propria dipartita, mi chiedevo come e se saremmo diversi, nel comportamento nelle scelte ecc, oggi come allora, non ho una risposta "definitiva", troppe variabili, prima fra tutte, il fatto che era soltanto una ipotesi...
      Boh, in questo caso come non mai, chi vivrà vedrà e chi morrà capirà... Forse...
      Baci.

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