martedì 17 aprile 2012

Essere o non esserci

Parlare, in senso fisico, è una 
attività piuttosto semplice, 
parlare con cognizione di causa 
è decisamente più difficile, 
parlare con cognizione di causa ed 
essere capiti è un esercizio di stile...
                                                   Lorenzo Reschiglian


A volte essere un metro e ottanta per oltre cento chili, ed essere trasparenti, è la stessa cosa...

I misteri del dialogo.

Parlo in continuazione, il mio lavoro è così, un continuo scambio di nozioni tra presone con necessità diverse accomunate da intenti diversi, io che vendo, con la necessità di guadagnare, l'altro che compra con  la necessità di spendere il meno possibile, entrambi nell'intento di uscire "vincitore" dalla situazione...
E' una sorta di duello, dove le armi sono sostituite, nel mio caso, dalla competenza e la costanza, nel caso del cliente, spesso basta un pò di pazienza...
Sono sempre meno numerosi i "furbi", cioè quelli che sono sicuri d'avere sempre ragione, e per altro, sono quelli più facilmente "fregabili" proprio grazie alle loro convinzioni...
Poi c'è una categoria che esce da qualunque dialettica, sono i "passivi", la dove con passivo non intendo persone amorfamente senza carattere, cioè passive perché inermi o inerti a qualunque stimolazione, no, qua passivo prende una declinazione completamente diversa, passivo per me è quello che per quanto puoi parlare, per quanto puoi argomentare ed esaltare il discorso che stai proponendo, a questi le parole li attraversano senza lasciare la minima traccia del passaggio, i passivi continuano imperterriti nei loro discorsi...
Ma finché questo succede con i clienti, non è un gran problema, basta assecondarli nei loro deliri d'onnipotenza piazzando poche ed efficaci "stoccate" dove e quando servono, per andarsene ordine alla mano, mentre loro ancora ciarlano nel vento che vi spolvera le spalle...
Ma quando il passivo non è un cliente? Cosa fare quando il passivo è un vostro "superiore" o comunque una persona alla quale tenete?
Beh, nel caso del o dei superiori, dipende dal grado di "indipendenza" che si è raggiunto all'interno dell'organico, più si è "liberi" meno è necessario ascoltarli, certo non sempre è facile, soprattutto quando    ci vengono mosse critiche...
Ora, io sono sempre aperto alle critiche, anche senza la necessità che siano costruttive, cioè non ho bisogno di trarre comunque un insegnamento, ascolto anche le critiche inutili e senza senso, ma con una "clausola": L'interscambio, o quanto meno il diritto alla replica...
Non sempre succede, anzi, il più delle volte tocca sorbirsi il pistolotto vedendo vanificato qualunque intervento in propria difesa...
Pazienza.
Tanto prima o poi la gnola passa e con essa il mal'umore che ha generato.
Ben altro discorso quando il passivo è una persona vicina o speciale, una alla quale siete, a vario merito, legati...
Qua, quando succede, quando si diventa trasparenti agli occhi di queste persone, non si può far altro che stare male, soffrire riempiendosi il cuore del vuoto che siete per loro diventati...
Saluti

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