domenica 1 aprile 2012

Che carta igienica usa Superman?

I giovani d'oggi vogliono 
tutto e subito per togliersi 
il fastidio di crescere.
                        Marino Piazzolla


Forse non sono mai stato bambino, forse non nel senso accademico del vocabolo...
Come ho già scritto tempo fa, l'aver scoperto molto presto che babbo natale era una trovata pubblicitaria, non mi procuro traumi, anzi ne fui piuttosto lieto, potendo contare su un filo "diretto" con quelli che avrebbero realmente preso gli eventuali regali richiesti...
Avere dei genitori "mostruosamente" pazienti, ha giocato un ruolo fondamentale nella mia infanzia...
Ma anche i fattori ambientali sono strettamente correlati allo "svezzamento" mentale...
Per capirsi:
Credo che nascere in una famiglia "poco presente" che per rifarsi di questa mancanza, ti cresce nella "bambagia", possa portare l'infante ad essere poco attivo e reattivo, perché dovrebbe, ha tutto e quel che manca, basta che lo chiede...
Al contrario, una famiglia asfissiante e iperprotettiva potrebbe indurre il piccolo a esplorare tutto ciò che gli viene coercitivamente precluso, con effetti potenzialmente catastrofici...
Ma sia una che l'altra delle ipotesi non sono "regole", e tra un estremo e l'altro, le possibilità sono davvero innumerevoli...
Io ho passato parecchi anni in un quartiere non propriamente "residenziale", e la vicinanza con personaggi non propriamente "regolari", mi ha in un certo senso, fatto "svegliare" un pò prima della normale età nella quale solitamente questo succede...
Cosa c'entra tutto questo con babbo natale?
Probabilmente niente...
Ma come scritto poc'anzi, quando scoprii che i regali li portavano i miei genitori, fui contento...
Ero contento, perché a me quella storia di un grasso omone vestito di rosso che portava doni a tutti i bimbi del mondo, non mi aveva mai convinto....
Cioè, dai, perché cavolo avrebbe dovuto?
Bontà d'animo? Estremo altruismo?
Ma chi ci ha mai creduto!
Comunque, tronfio di questa mia nuova consapevolezza, cominciai a passare al vaglio tutte le storie e storielle che i "grandi" ci rifilavano...
Cavoli, scoprire che erano tutte, appunto, storielle, mi pose in una situazione antipatica, perché da una parte c'erano i "grandi", che si aspettano che tu creda a tutto quello che ti dicono, dall'altra parte c'erano i miei coetanei, a volte anche più grandi, che quelle storielle se le bevevano con tutto il bicchiere...
Io in mezzo, capii quasi subito che sprecare tempo cercando di spiegare a quel mucchio di mocciosi moccolosi, che la solfa era ben diversa, sarebbe stato inutile, e del resto, fare il "bimbetto" davanti ai grandi, portava ancora qualche utile...
Così decisi di starmene zitto, ridacchiando tra me e me, guardando quanto riuscissero a essere "convincenti" i grandi mentre ci raccontavano l'ennesima panzana, ed era spassoso vedere la meraviglia, quella ingenua meraviglia, negli occhi di chi le panzane ascoltava...
Crescere porta sempre qualche domanda, a me le risposte sono sempre arrivate anche a costo di andarmele a cercare...
Adesso, guardando il mio pupetto, non posso fare a meno di chiedermi quando smetterò di essere il suo "eroe"... 
O se mai lo diventerò...
Saluti.

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