martedì 24 aprile 2012

Era il secolo scorso

Nella stagione autunnale, 
sono le foglie che muoiono. 
Nell'autunno della vita, 
sono i nostri ricordi.
                                 Flor Des Dunes



Era il lontano 1988, a gennaio avevo compiuto 16 anni, ero ancora siglessissimo e da quasi due anni risparmiavo ogni singola lire che riuscivo a racimolare...
Poi il giorno arrivò.
Mi alzai di buon mattino, era un sabato tiepido e assolato di primavera inoltrata, ormai il freddo di quell'incredibile inverno era passato, aveva nevicato tantissimo ma malgrado tutto ero riuscito a non perdere neanche un giorno di lavoro, il mio povero motorino, un "motobecane" con circa due miliardi di chilometri all'attivo e con più saldature "d'emergenza" che originali, l'avevo venduto, tra le lacrime, qualche giorno prima ricavando centomila lire casco compreso...
Dopo colazione, impaziente come un ragazzino al primo appuntamento, inforcai la bicicletta e partii, la meta era quello che per me allora era il desiderio...
Pedalo sciolto, senza fatica con tutta l'energia dell'adolescente che insegue i suoi sogni...
La strada scorre veloce, consumata dal vento dei miei pensieri, i miei occhi si muovono veloci alla ricerca di un qualsiasi ostacolo o pericolo che potrebbe rallentarmi, ma i santi protettori hanno deciso che per quanto io eluda qualunque regola, che sia dettata dal codice della strada o dal buon senso, nulla si interpone tra il mio pedalare e l'obbiettivo dei miei pensieri...
Al di la di ogni legge che regola la fisica lo spazio e il tempo, arrivo alle porte del paradiso...
Ma non c'è nessun etereo San Pietro ad aspettarmi, al suo posto un ben più fisico uomo, l'amico "mori" proprietario della "Moran motor"...
Finalmente mi compravo la moto...
Mi compravo la moto, sottolineo il "mi" compravo la moto, perché me la pagai tutta io con i soldi dei miei stipendi, dopo tutto, avevo deciso di fermarmi alla terza media anche per questo motivo, e non dover pesare sulle casse di famiglia, era per me motivo d'orgoglio, mio papà se avesse potuto, avrebbe tirato giù la luna dal cielo per renderci felici, ma con uno stipendio da operaio e cinque bocche da sfamare, non c'era molto spazio per sperperare denari, quindi in lui si vedeva, guardando bene bene, il dispiacere di non poter "soddisfare" i desideri dei suoi cari, ma era ben più evidente l'orgoglio che traspariva nei suoi mezzi sorrisi, mentre mi guardava lucidare la mia due ruote...
Povero grande uomo, la vita gli ha restituito troppo poco di ciò che lui le aveva donato...
Era un "Fantic Motor strada 125 sport", una motorella oramai uscita di produzione da qualche anno, un fondo di magazzino, non era la più bella, ne la più veloce, ma era la mia, e con lei cominciai a volare per il mondo...
Non c'era pioggia o vento o neve che potevano fermarmi, la usavo tutti i giorni per andare a lavorare, poi nei fine settimana, ero capace di partire alle sette del mattino e tornare alle sette di sera, distrutto sfinito ma incapace di levarmi un sorriso beato dalla faccia...
Quanto mi mancano quelle emozioni, quelle sensazioni e quella impalpabile leggerezza con la quale si affrontava qualsiasi cosa...
Non rimpiango niente, sono solo un pò nostalgico...
Saluti

P.S. La mia motoretta era come questa...






3 commenti:

  1. Come posso non condividere, io.....

    :-D

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    1. Già, solo chi ha ancora l'odore di ricino nel naso può capire...
      Appunto per quello il post é intitolato "era il secolo scorso"...
      Ciao.

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  2. Tu dimentichi che a casa mia si respira solo aria del secolo scorso.... :-D

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