martedì 2 ottobre 2012

La mia era una provocazione

La mia era una provocazione, e ha sortito l'effetto voluto...

Stasera in riunione ho letto la relazione che voi avete avuto in anteprima, se qualcuno non sa di cosa parlo, si vada a leggere il post di ieri...

La cosa si è svolta così, quando ci siamo trovati tutti nell'aula magna, e dopo i saluti di rito, mi sono alzato e ho consegnato la lettera al capo filiale, il quale l'ha letta e mi ha dato il permesso di leggerla a tutti...

L'ho letta...

Non che mi aspettassi chissà che, ma solo un flebile e ovattato applauso ha interrotto il silenzio glaciale seguito alla lettura...
Ma dopo un pò, inizialmente incalzati dal capo filiale, poi spontaneamente, alcuni colleghi hanno cominciato a commentare e a dire la loro...
Bene, ne è scaturita una bella discussione con scambi di vedute e un botta e risposta tra noi e il capo filiale...
L'effetto voluto era proprio questo, portare le nostre idee alla direzione, certo è stato rischioso, almeno per me, ma sono abituato da sempre a dire quello che penso e a pensare a quello che dico, può non piacere, posso risultare antipatico, ma sicuramente non corro il rischio di essere frainteso e alla fine chi se ne frega se nessuno a firmato la lettera, fa niente se solo una piccola parte dei miei colleghi ha detto di apprezzare quello che ho scritto e non m'importa neanche che tutti quelli che mi hanno detto d'apprezzare quello che ho letto, me l'abbiano detto solo quando il capo filiale se ne era andato, non mi importa l'approvazione altrui, la lettera non aveva lo scopo di fare "accoliti" ma di dare voce al malcontento comune, quel malcontento che la "paura" e una buona dose di omertà ricacciavano nelle tasche, ma si sa prima o poi a furia di cacciare roba nelle tasche, queste ultime si sfondano e quando capita ci si fa male...

Bene, molto molto bene, sono contento di come è andata la cosa, il resto della riunione è stato interessante e coinvolgente, quindi torno a casa soddisfatto e rigenerato, ma per quanto posso essere contento, non è nulla rispetto a quello che trovo rientrando a casa...
E' tardi sono quasi le 21,30 quando entro dalla porta, un coro di ciaooo papà mi accoglie, sono ancora svegli, salgo in camera, il bacio di Odette mi mette in pace con il mondo, l'Adriano che mi abbraccia stretto stretto ricoprendomi di quei suoi biscottosi bacetti mi stende... mi stava aspettando per andare a nanna, mi siedo vicino a lui e guardiamo finire un cartone animato, poi lui si alza dal lettone e mi dice di seguirlo mentre va nel suo lettino, ci si fionda dentro e io gli rimbocco le coperte, è stanco si vede, quindi sono felice quando mi chiede di cantargli la ninna nanna, lui mi tiene la mano e piano piano sento che la presa diventa via via più morbida, dopo qualche minuto la sua faccina sorridente russa sommessa, faccio per alzarmi, lui apre gli occhi, gli dico: Vado a fare la pappa... Lui mi dice che ci sono le pizzette e che le ha impastate lui, "sono buone" dice, poi aggiunge, buona notte e si gira...
Il cuore mi vuole schizzare fuori dal petto e le pizzette sono buone davvero, sono buone perché impastate con l'amore e cotte nel forno del cuore...
Saluti

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