domenica 9 dicembre 2012

A Pino.

Lo so, dovrei lavorare invece 
di cercare fessi da imbrogliare, 
ma non posso, perché nella vita 
ci sono più fessi che datori di lavoro.
                                                             Totò

Non so proprio come funziona il cervello, ammesso d'averlo...
Nel senso che non so proprio come e perché certi ricordi saltino fuori, quali sono le interazioni che facciano "ritornare" alla mente uno oppure l'altro...
Stasera leggendo alcuni dei commenti che farciscono queste pagine, ne ho trovato uno dell'amico Pino, il commento di per se era piuttosto stringato, solo pochissime parole, ma queste sono riuscite comunque a scoperchiare un mio personalissimo vaso di Pandora...

Alcune doverose premesse.
Ho imparato, quando arrivano i commenti, a non leggerli passivamente, ma a contestualizzarli leggendoli solo dopo aver riletto il post per il quale sono stati lasciati, così facendo rientro nello spirito del post stesso e nelle emozioni che mi hanno spinto a scriverlo, questo apre la mente e mi fa "assimilare" il commento come se fosse arrivato verbalmente, praticamente mi immagino una specie di chiacchierata, uno scambio di idee tra me e chi quel commento lo ha lasciato.
Chi è Pino?
Pino è un mio ex professore, uno di quei pochi che riuscivano a farmi studiare, non solo, era uno di quelli che riusciva a farmi piacere lo studio...
Un visionario, un romantico poeta folle?
Se dovessi descriverlo, probabilmente non basterebbero tutte le parole del mondo e soprattutto, a lui non piacerebbe.
Pino è un Uomo, la U è maiuscola non a caso.
Pino è un Uomo e signori, di questi tempi non è cosa da poco.
Forse è anche "colpa" sua se sono quello che sono...

Al di la di quando scrivo di politica o quando mi capita di avere il morale sotto le scarpe, le due cose spesso sono concomitanti, quando non scrivo di emozioni famigliari o di vita domestica, è evidente che mi piace scrivere cose leggere, mi piace cercar di far ridere le persone, a dire il vero la cosa mi riesce molto meglio "dal vivo", ma ogni tanto qualcosa di divertente credo di averlo postato...
C'è anche da dire che alle volte pubblico qualcosa che mi fa sbellicare, ma che non ha nessun riscontro, altre volte ricevo commenti entusiastici su pubblicazioni che ritenevo normali, vai a capire, forse ho bisogno di un editore...
Ma da dove ha origine questo mio bisogno? Perché mi piace far ridere le persone? Cos'è successo e chi mi ha messo questo tarlo nella testa?
Pino.
Proprio lui.
Nel senso, che fossi un dannatissimo casinaro, non era una novità, ma fino ad allora le mie invettive stavano nel mucchio, ero solo un casinista in una classe di casinisti in una scuola tutt'altro che silenziosa...
Stasera, il commento che ha lasciato al mio post, mi ha fatto tornare in mente cos'è successo, quello che uno strizzacervelli chiamerebbe: Il nodo Gordiano della situazione...
Il colpo di spada Pino l'ha stoccato quando...

Era una notte buia e tempestosa...
No, non è vero, era un'assolatissima mattina di primavera, eravamo tutti in classe quando Pino, sognante oltremisura, ci mette a conoscenza di un concorso organizzato dal Touring Club, non ricordo bene in cosa consisteva la "gara", ma ricordo che andavamo in giro per la città, cercando e descrivendo gli stili architettonici, scrivevamo le nostre impressioni e ci si divertiva un sacco, poi una volta raccolto il materiale, si fece un riassuntone che venne spedito, noi si rimase lungamente in attesa di riscontro, ma non arrivò mai nulla...
Durante quell'infruttuosa attesa, Il buon Pino decise di farci fare un "sano" compito in classe, compito nel quale avremmo dovuto raccontare come avevamo vissuto la cosa...
Ho scritto avremmo, perché non andò proprio cosi, praticamente io e svariati miei compagni da me plagiati, scrivemmo la più incasinata accozzaglia di follie, fino a trasformare il nostro prof, in un mitologico eroe salvatosi da un esplosione nucleare e capace di redimere la guerra Usa/Iraq che imperversava in quel periodo, un vero delirio...
Mi piacerebbe ritrovare quei compiti...
Lì, durante il mio pellegrinare tra un banco e l'altro, dispensando chicche e consigli su cosa scrivere e come, lì guardando Pino scuotere sconsolato il capo, lì capii due cose, la prima, che la scuola proprio non faceva per me, la seconda, che mi piaceva far ridere, mi piaceva la sensazione che da il riuscire a far scaturire una risata...
E mi piace ancora.
Grazie Pino e scusami, io un allievo come me, non l'avrei sopportato come tu hai sopportato me...
Saluti

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