mercoledì 19 dicembre 2012

Vent'anni buttati al vento...

Negli anni di adolescenza noi 
siamo per lo più scontenti della
 nostra situazione e del nostro 
ambiente, qualunque esso sia; 
a tale ambiente infatti noi 
attribuiamo ciò che in ogni 
caso dipende dalla vuotezza e 
dalla miseria della vita umana
                                             
Arthur Schopenhauer


Tranquilli, non vi farò l'esasperante cronistoria dei miei "primi" quarant'anni, ne ho le scatole piene io, figurarsi se sto qua a raccontarveli a voi...
Non vi voglio così male...
No, il mio pensiero va proprio a che di anni ne ha venti, perché francamente non li capisco...
Sembra che la parola d'ordine, quella che li accomuna è "indolenza"...
Indolenza.
Vi sembrerà brutto, ma questi ragazzi non hanno futuro, ed è colpa loro.
Vogliono tutto, senza fare nulla.
Hanno tutto, senza fare nulla.
E sono insoddisfatti di tutto.
Stasera chiacchieravo con una di queste  e sentirsi dire: Non ho più voglia di niente... Non ho nessuna capacità e non ho neanche voglia di lottare per niente... 
Scherziamo? A vent'anni??
Ma andate a zappare nei campi!
Sento i soliti secchioni che fanno l'eco con la solita frase fatta "la colpa e dei genitori"...
Col cavolo!
Perché se è vero, ed è vero, che solitamente i genitori "moderni" demandano alle fantomatiche "istituzioni" il compito di far diventar uomini i loro pargoli, è altresì vero che dopo una certa età, l'infante diventato ragazzo, dovrebbe maturare una sua "personalità", e anche ove non fosse, a vent'anni oramai si dovrebbe aver capito la differenza tra bene e male o tra giusto e sbagliato, quindi scegliere di "vivere" passivamente la propria vita è da indolenti, da stupidi, viziati e inutili indolenti...
Stasera l'amica di poco più su mi ha detto: Ho semplicemente smesso di lottare...
Io le ho risposto: A vent'anni, non hai nemmeno iniziato a lottare...
Svegliatevi stupidi tapiri!! Vent'anni non sono niente! Avete appena smesso d'essere "adolescenti", dovete purtroppo incominciare a pensare, capisco sia una cosa complessa, dovete pensare e capire che siete delle entità fisiche indipendenti e che le scelte, le decisioni che prenderete avranno un effetto immediato, un impatto diretto su di voi e su chi vi sta accanto, è un impegno non da poco ammettiamolo, ma tutta questa fatica, tutte queste pene vi faranno un regalo, se siete capaci a capirlo, tutte queste responsabilità vi faranno il dono più grande che riceverete mai, la vita...
La vita.
Non mi sembra un regalo da poco...
Saluti

1 commento:

  1. Eppure è tutto molto semplice, quando ti arriva tutto facilmente, quando non servono sforzi per avere cio' che desideri, perdi il gusto di desiderare qualcosa. E i giovani, o meglio quelli più giovani di noi :O) sono proprio così, confermo. Hanno tutto e di conseguenza sono privi di desideri.
    In merito ho avuto un buon padre che pur potendo non mi ha fatto mai avere tutto, ma ogni cosa desiderata dovevo comunque impegnarmi per averla, e se desideravo qualcosa mi proponeva sempre non il più bello, non il più caro, ma qualcosa di adeguato. Oggi li vediamo tutti andare in giro con un cellulare da 600 euro, come se fosse un giocattolo, e se non ce l'hai allora sei uno sfigato. Mi ricordo quando l'ho comprato il mio primo cellulare, è stato faticoso e frutto di risparmi e per questo mi ha dato più soddisfazione.Ormai purtroppo è tutto così ed un genitore credo non se la senta proprio di far sembrare il proprio figlio uno sfigato e pur facendo sacrifici e rinunciando a qualcosa fa di tutto per accontentarlo. Ricordo ancora con gioia un regalo di natale fatto di 6 rotoli di scotch, quanto più semplici eravamo?

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