giovedì 20 dicembre 2012

Patatineee, pop corn, casse da mortoooo!!

Va bene, ci siamo, mancano
poche ore, forse...
                                   Anonimo Fifone

Questo post si autodistruggerà (con il resto del pianeta) alle 11,15 del 21.12.12...

La civiltà così come finora la conosciamo sta per finire e malgrado gli sforzi, Berlusconi non c'entra niente...
La fine del mondo, che parolona, da quel non so che di ineluttabile, inevitabile e sicuramente definitivo, o forse no, magari domani uno scienziatone scopre qualcosa, che di fatto, cambia tutto oppure arrivano gli UFO e non ci usano come snack, o magari un virus subisce una mutazione e ci infetta tutti facendoci diventare onesti e sinceri, oppure passeremo un giorno intero senza che i politici dicano minchiate...
No, quest'ultima esula dal discorso catastrofista, si va a finire in territorio sacro, nel caso si dovrebbe parlare di miracolo...
Eppoi la fine del mondo è troppo generica, nel senso, che se eliminiamo la catastrofe globale, ognuno di noi ha una sua fine del mondo, mi spiego, per me la fine del mondo sarebbe perdere i miei cari, ma c'è sicuramente qualcuno che invece in questo momento sta sterminando la propria famiglia, e magari per questo folle la fine del mondo è coincisa con la fine di Sex and the city, qualcun'altro non riuscirà ad affrontare un problema e penserà che sia la fine del mondo...
Ognuno di noi avrà i propri 15 minuti di notorietà e la sua personalissima visione dell'imminente catastrofe...
Ma poi, qual'è il modo migliore per dipartire? Lento, veloce o riflessivo?
I più sceglierebbero il veloce, adesso ci sei, un istante dopo ti sei polverizzato, niente pensieri niente dolore, puro spirito...
Oppure siete per il lento? Lento non significa necessariamente: agonia e dolore, ma sicuramente vuol dire che si sentirà il "passaggio", una moderna pasqua dove non si rompono uova di cioccolato, ma si riempiono urne cinerarie...
C'è anche una piccola parte che sceglierà il passaggio riflessivo, io sono tra questi,  io voglio  rimanere "attivo" il più possibile, pensando e ripensando all'imminente fine, me ne starò lì ad affrontare i grandi temi esistenziali, chi siamo, da dove veniamo, dove vogliamo andare, chi paga la bolletta...
Staremo a vedere, per domani il famoso detto: Chi vivrà, vedrà, verrà adattato alla nuova realtà e suonerà così: Chi vivrà, morrà...
Quindi, saluto tutti e se tutto va bene, ci ritroveremo tutti qui domani sera, se così non fosse, sicuramente non mi arrabbierò...
Saluti

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