lunedì 20 agosto 2012

4 chiacchiere con Simona.

Ma la vita, poi cos'è?
Se non la continua e
sfiancante ricerca di
una risposta alla sola
vera domanda:
Ma la vita, poi cos'è?
                                    Lorenzo Reschiglian

Mi piace quando quello che scrivo apre una discussione, il post di ieri ne è una prova.
Se non l'avete letto, fatelo...
.
.
.
.
.
.
Fatto?
Bene.
La mia amica Simona ha commentato così:

"Meno stress? Mmmh non sono d'accordo, credo che lo stress sia aumentato con il migliorare della qualità della vita, non per niente le città pullulano di centri benessere, psicologi, corsi di yoga e corsi per alleviare la tensione... Per quanto riguarda il discorso cibo ed in particolare carne, hai ragione, ma hai mai visto qualcuno lamentarsi perché potrebbe vivere 30 anni in più del suo bisnonno? Tendiamo sempre a versare lacrime di coccodrillo ma la verità è che le cose ci vanno bene cosi, con la botte vuota e la moglie ubriaca"

Chi è Simona?
La mia amica Simona è una splendida ragazza, intelligente e sensibile.

Ciao Simona, il tuo commento è pertinente e, non poteva essere diversamente, estremamente intelligente, ma c'è un ma...
Il ma in questione non inficia il tuo pensiero, ma questo pensiero è stato fuorviato da un mio piccolo errore, errore che ha portato te (e altri) un pelo fuori strada...
Quando nel mio testo scrivo:

"...Meno fatica, meno stress, meno rogne, uguale vita più lunga..."

La voce "stress" indicava, nelle mie intenzioni, comunque quello fisico e non quello mentale...
Però il tuo discorso ha comunque motivo d'essere, perché è verissimo che lo stress, quello mentale, è aumentato in maniera inversamente proporzionale alla diminuzione di quello fisico...
Per capirsi, il secolo scorso non c'era bisogno di grandi cervelli per lavorare, utili erano resistenza e forza, voci che contribuivano notevolmente al logorio fisico e alle conseguenti dipartite premature, successivamente il lavoro "fisico" ha gradatamente lasciato il posto a quello "mentale", qui il tuo pensiero calza come una comoda pantofola, non che il lavoro fisico non esista più, ma certamente i sistemi moderni hanno notevolmente alleggerito e migliorato la quotidianità dell'operaio medio, tanto è vero che come dici tu è un "fiorire" di attività dopo lavorative, ma se vuoi anche queste sono un pò il segno dei tempi, certo una volta, quando si lavorava "a cottimo", al momento del rientro a casa non solo non avevi il tempo per dedicarti ad altro, ma non ne avevi nemmeno la voglia...
Adesso sembra quasi che se non vai in palestra o periodicamente non ti "ritiri" per un week end in una "spa" non sei che un povero sfigato...
Forse, e dico forse, si sta perdendo il senso di ciò che è veramente necessario, schiacciati come siamo da tutto il superfluo di cui non possiamo "fare a meno"...
La cosa buffa in tutto questo è che l'operaio scende in piazza, fomentato dall'inutile sindacalista di turno, protestando per avere orari meno stressanti e condizioni di lavoro meno sfiancanti, poi va a massacrarsi in palestra, fa milioni di chilometri in bici, cuce all'uncinetto, pratica la boxe o fa biscotti in casa... 
Mi sembra che ci sia un leggerissimo contro senso in tutto ciò...
Eppoi...
No, non credo esista nessuno, sano di mente, che possa lamentarsi se campa trent'anni più del suo bisnonno...
Però, volendo fare il pizzighino a tutti i costi potrei obbiettare qualcosina anche qua...
Forse non sono propriamente sano di mente, in fondo, chi può dirlo?
A parte ciò, c'è "vivere" e vivere, perché se è vero che le persone alle quali vuoi bene, non vorresti mai vederle "andare via" è altresì vero che le stesse persone, proprio perché le ami, non le vorresti vedere "vegetare", quando va male attaccate ad una macchina o quando va malissimo, spente dentro loro stesse a causa di una qualche malattia degenerativa...
L'accanimento terapeutico è, per me, un male infinitamente peggiore di una qualsiasi eutanasia "controllata"...
Questa mia ultima affermazione mi porterà un sacco di guai, lo so, ma tacciatemi di inverecondo egoista quando penso che non voglio essere un peso per chi c'è...
Fin quando sarò in grado di arrangiarmi, fin quando riuscirò a prepararmi un piatto di pasta e a pulirmi il sedere da solo, bene, ha un senso che io stia al mondo, ma se per fare queste due semplici operazioni, dovrò avere bisogno di una badante o peggio, di un parente, allora è arrivato il momento di entrare in un comodo cappotto di legno...
Grazie Simona per l'interesse che sempre muovi nei confronti dei miei "scritti", sono felice ed onorato, di poter dire che sei mia amica.
Saluti

2 commenti:

  1. Interessante questo scambio di vedute ...
    pero' io i commenti al blog non li vedo :(

    perche' sono piccolo e nero? :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. i commenti sono sul profilo FB...

      ;P
      Odette

      Elimina