venerdì 3 agosto 2012

Ma gli uomini, lo fanno?

Avete mai detto "ti amo" ad una
persona del vostro stesso sesso?
Io si, e non me ne vergogno, anzi
mi dispiace di non aver iniziato
prima, ci sono persone a cui non 
l'ho detto e alle quali non potrò 
più dirlo, e la cosa mi dispiace...
L'amore non ha sesso, l'amore 
inizia e finisce solo nel cuore.
                                        Lorenzo Reschiglian

Va bene, non posso più nasconderlo, quindi prima che la cosa venga strumentalizzata dai miei detrattori, prima che i soliti secchioni si scandalizzino, ne parlo io, gente è ora di fare Coming out...
Signore e signori, sono uno che crede nelle favole...
Ecco, l'ho fatto, finalmente sono riuscito a dirlo, finalmente mi sono tolto il peso, finalmente posso smettere di fingere, io credo nelle favole...
Credo nelle favole!!
Fermamente, fortemente, totalmente...
Le favole sono il vero e unico specchio della vita, credere nelle favole significa credere nella vita...
Stasera ho riguardato "Sherk e vissero felici e contenti", ho pianto, piango anche in altri film's d'animazione, per esempio i vari Toys story mi sono devastanti, ma anche i film classici "il miglio verde" in testa a tutti o "Birdy, le ali della libertà"...
Ci sono scene o momenti che mi mettono invariabilmente il magone, anche se viste e riviste, ci sono canzoni che mi fanno venire il groppo in gola, mi basta la musica anche se sono straniere e non capisco il testo...
Non sono sempre stato così, tutt'altro... Anni addietro riuscivo solo a ridere, il cinismo e il sarcasmo sono sempre stati il mio filo conduttore, non riuscivo a prendere le cose "sul serio", i pensieri vagavano sempre leggeri, senza senso, senza mai soffermarsi più di tanto sui perché, non c'era niente che valesse la pena di essere "ponderato", tutto doveva scivolarmi via il più velocemente possibile, svuotare o meglio, non riempire la testa con roba troppo complicata... Questo mi serve? Si? passa, questo non mi serve? Allora niente...
Ma tutto quello che butti via prima o poi la vita, che non è una discarica, te lo rende e ti presenta anche il conto e nel conto ci sono pure gli interessi, salati...
Così una mattina ti alzi, una mattina come tante altre, una mattina che dopo due minuti sei già annoiato e preso da quella noia esci per fare le solite noiose cose, pensi che sarà dura, veramente dura arrivare a fine giornata, lo pensi mentre giri il caffè della colazione, pensi anche che qualunque cosa sia meglio di quello che farai oggi, forse anche morire...
Però tutto questo da fuori non si vede, da fuori quelli che guardano vedono il solito "leggero" personaggio, quello che sa fare le battute, quello che "interpreta" talmente bene le barzellette che racconta, da riuscire a fartele vivere...
Ma dietro la maschera chi o cosa c'è?
Non lo so, non lo sapevo durante, e non lo so neanche adesso, neanche col beneficio del "senno di poi"...
A volte si deve morire per capire la vita...
E io sono morto, almeno quel "io" che ero, quel io che non ricordo...
E non è morto da solo, no, purtroppo se n'è andato insieme ad alcune persone che amavo, a dirla tutta è stato ucciso da queste persone, è stato ucciso anche dalla loro morte...
Un vecchissimo adagio recita così: Non ti accorgi di quanto sia importante una persona fin quando non la perdi...
Io ci aggiungerei anche che dipende pure come la perdi quella persona...
Eppure è tutto così maledettamente naturale, morire è naturale anche quando sono le malattie a ucciderti, innaturale è perderle perché non siamo capaci di tenercele vicine...
Se faccio il conto di quante cose non ho chiesto, di quante emozioni non ho vissuto, di quante porte ho voluto chiudere e di quante ne sono ancora aperte, se dovessi avere in "dono" un giorno per ogni dubbio che ho, allora camperei mille anni...
La realtà che schivavi con abili mosse, prima o poi ti fa lo sgambetto, perché la realtà sa essere bastarda e così, mentre sei a terra, ti prende e una volta preso, non ti lascia più...
A me il primo sgambetto fu fatto molti anni fa, ma quando sei giovane non ti accorgi nemmeno che ti sei sbucciato le ginocchia, ti rialzi e ricominci, così cicatrice sopra cicatrice, gli anni passano e tu fai sempre un pò più fatica ad alzarti, fin quando decidi di stare seduto un pò, almeno un pò, così quasi a voler pensare come uscirne, o a cercar di abituarsi all'idea...
Adesso, anche se tra mille paure e milioni di dubbi, la vita ha raggiunto il "giusto peso", le lacrime versate le ricordo tutte, dalla prima all'ultima, ma al di la del dolore che le ha provocate, scorrendo mi hanno pulito la faccia, togliendomi quella maschera donandomi la possibilità di essere me e questo me, non ha più paura di sentirle scorrere...
Saluti

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