martedì 30 agosto 2011

io e le....

Donne...

Seconda parte: Transizione.

Forse si migliora... Ragionando...
Ma a volte il caratteraccio...

Riprendersi dopo le mazzate non fu uno scherzo, perché per far diventare i buoni propositi, reali azioni, bisogna essere integerrimi, concentrati e motivati, non inconcludenti, distratti e boriosi...
Purtroppo io facevo parte della seconda categoria...
I due anni intercorsi tra la ex, e l'arrivo di Odette, furono un vero marasma, perché la mia naturale irruenza, faceva a botte con la tranquillità mentale che cercavo...
Non ci misi molto a capire che era impossibile, dopo tutto mi dicevo, sono fatto così, quindi gli altri mi devono accettare, del resto, io mica chiedo a loro di cambiare, se mi vengono dietro bene, se no vadano tutti al diavolo, non ho bisogno di nessuno...
Estremamente democratico vero?
Ma assolutamente lontano dalla realtà...
Solo che io, ancora non lo sapevo...
Per fortuna, ci sono persone al mondo, che sembrano refrattarie a qualunque ingerenza possano essere  sottoposte, anzi, per loro diventi una sorta di missione...
Io trovai questa specie di samaritano...
Walter...
Il mio meccanico, un personaggio unico, ci si conosceva già da tempo, forse proprio per questo, vide il mio disagio, e capì, che sarei finito male se lasciato a me stesso, così, la già buona amicizia che ci legava, divenne una frequentazione continua, passavo ore da lui in officina e casa con la sua famiglia...
Non fraintendete, con i miei andava tutto benissimo, ma, un po scioccamente, non volevo che loro si preoccupassero per me, quindi mantenevo una facciata, "tutto va bene"...
Poi, anche la "natura" ci mise lo zampino...
Perché al di la di quel che pensavo e dicevo, cominciò a pesarmi la mancanza di un rapporto "stabile"...
Fu proprio in quel periodo, che conobbi un'altra ragazza che mi bastonò sonoramente...
Sabina...
Una matta di proporzioni epiche, tutto l'opposto di quanto avessi mai conosciuto prima, libera, energetica, sincera e schietta, tanto da riuscire a mettermi in imbarazzo... 
Le mazzate che mi diede lei, furono parecchio diverse da quelle di Stefania, lei mi bastonò direttamente il cuore, facendomi sentire prepotentemente il bisogno di equilibrio, quel equilibrio che solo una coppia può avere...
Quindi le cose, già non semplici, riuscirono a complicarsi ancora di più, prendendo purtroppo anche una direzione tragica...
La frequentazione in casa di Walter, mi aveva avvicinato a sua figlia, qui, le mazzate furono davvero pesanti...
Mara...
Persi totalmente la testa per lei, mi innamorai profondamente, e fin qui, niente di male, lo dissi prima che a lei, ai suoi genitori, e anche qui, niente di male, anche lei si innamorò, ed è qui che iniziarono i problemi, perché non era single...
Però la cosa funzionava, lei si stava "liberando", io ero stracotto, contraccambiato e mi vedevo già in comune a firmare... Ma...
Ma la vita, spesso è cattiva, sembra che ti debba fare male e soffrire, appena credi d'aver raggiunto un briciolo di felicità...
Felicità che mi fu brutalmente strappata una mattina di gennaio, precisamente il 3, giorno del mio compleanno, quando, all'una e mezza del mattino, mi suonò il cellulare, era Mara, ascoltai, piangeva, corsi da  lei, sperando di arrivare in tempo e di poter fare qualcosa, qualunque cosa, qualunque...
Entrai in ospedale, pregando un Dio in cui non credevo, i singhiozzi di lei riempivano il pronto soccorso, il corpo di suo padre giaceva, senza vita sulla barella...
Non credo ci sia un età "giusta" per morire, ma sono sicuro che 47 anni, proprio non lo sia...
Qualcosa dentro di me, morì con lui quella notte, dovetti telefonare io a sua moglie, qualcuno glielo doveva dire, e i figli sono fuori discussione... Quando la chiamai, lei capì subito, non dubitò un solo istante delle parole che le stavo dicendo, urlò e urlò e urlò e urlò, ogni suo grido mi pugnalava il cuore, mille e mille pugnalate quella notte... 
Il suono di quel pianto è, ancor oggi parte di me.
Tutto finì li, le giornate in officina, le chiassose cene, la storia con Mara e, pensai, anche la mia vita.
Dal giorno del funerale, passarono anni prima che riuscissi a ritornare a "trovarlo", piansi davanti alla sua lapide, piansi quanto non avevo, fin lì, mai fatto, e mi servì, molto, in un certo senso, mi preparò a quello che sarebbe successo a me qualche tempo dopo.
Dopo il funerale di Walter, i giorni passavano piatti e vuoti, lavoravo, andavo a casa, lavoravo, andavo a casa, poi arrivò Febbraio, in quel Febbraio successe la cosa che mi cambiò la vita, andai al compleanno del mio miglior amico, non volevo andarci, lui mi telefonò decine di volte, ma a me non andava, arrivò a minacciarmi ritorsioni se non mi fossi presentato, mio malgrado, andai, ringraziando il cielo andai, perché fu proprio a quella festa che conobbi, Odette.
Saluti.  


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