giovedì 25 agosto 2011

Suoni e movimenti 2, l'alba di una nuova vita...

Il post di ieri finiva con noi in macchina, che pianin pianotto, ci dirigiamo verso l'ospedale...
Sabato 13 Giugno 2009.
Ore 07.18, ospedale Castelli di Verbania...
Lo dico subito, al di là di qualunque voce o pettegolezzo, noi al Castelli ci siamo trovati benissimo, tutti bravi, efficienti e professionali.
Sembra l'alpitour resort... Una coppia con valigia e trolley, si avvicina alla reception... No, volevo dire al  reparto maternità...
Ore 07.28, raggiungiamo la camera, prendiamo possesso del letto e sistemiamo gli abiti nell'armadietto.
Ore 07.40, sala medica, primo "tracciato" di controllo, confermano la rottura del sacco, il pupo sta benissimo, dilatazione praticamente nulla, contrazioni assenti...
Ore 07.55, Inizia la lunga attesa...
Questa "lunga attesa", nei miei ricordi, e uno dei momenti più belli mai vissuti, perché non avevamo nulla da fare, niente mestieri o faccende, niente commissioni da fare, niente di niente, neanche preparasi il pasto, anche mentalmente, il fatto di essere in ospedale, ci liberava la mente dalle rogne e brutti pensieri. 
Perché bello? 
Perché in quella calma, io e Odette abbiamo fantasticato, lasciando libere le menti di vagare, un po su quello che sarebbe successo da li a breve, ma sopratutto, sul dopo sulla vita su di noi, dove quel noi, non era più, noi due...
Tra un pensiero e l'altro, le ore passano, tante, e tanti tracciati, ma il pupo si nasconde...
Ore 16.30, visto che non si muove nulla, viene applicato un "aiutino" agli ormoni, ma sono a lento rilascio e ci dicono che possono passare anche 24 ore... Beh pazienza, dopo tutto sono passati nove mesi, un giorno in più non fa differenza...
Ore 22.30, non essendoci novità, e con all'orizzonte un'altra lunga giornata di attesa, decidiamo che posso andare a casa per mangiare qualcosa e dormire un po, tanto c'è tempo...
Alle 23 sono a casa, mangio, doccia e nanna... Domani sveglia all'alba..
Domenica 14 Giugno 2009.
Ore 01.28, Mi suona il cellulare, Odette, voce che non lascia dubbi su quel che sta succedendo... "vieni giù, arriva"...
Scendo dal letto alla velocità della luce, mi vesto a ritmo fotonico, scendo in auto come inseguito dai lupi, accendo e lento come una lumaca vado in ospedale, paura... Non del parto, anzi, pensavo: sarebbe proprio da idioti fare un incidente mentre si va in ospedale... 50 all'ora... Assolutamente snervante, non c'è in giro un'anima e io lì, la strada sembra non finire mai e la mia mente immagina scene catastrofiche di me che arrivo e trovo Odette che batte nervosamente il piede a terra col pupo in braccio che dice, papà sei in ritardo! Scaccio il pensiero, la strada finisce entro in ospedale...
Gli ululati di mia moglie riempiono i corridoi...
L'infermiera mi vede entrare, "sua moglie è un po agitata fa fatica a respirare"...
Entro nella sala travaglio, vedo Odette, i nostri sguardi si incrociano, ci amiamo, il mondo si ferma...
Ci abbracciamo, lei si tranquillizza, insieme siamo invincibili, lei mi fa sentire superman e mentre una grande "S" mi si sta formando sul petto, passeggiamo per i corridoi seguendo il ritmo delle sue contrazioni, chiacchieriamo senza mai staccarci, Ody dice: è il momento, e lo era davvero anche se i medici dicevano di no, così di fretta e furia entriamo in sala parto, fa male, il viso di Odette non mi nasconde nulla...
Spinga signora...
Dolore, tanto...
Spinga..
Dolore..
Alla quinta spinta: Ecco la testa è uscita!
Odette si ferma, mi guarda dice: Lory, non ce la faccio, non esce...
La guardo, l'accarezzo, dico: E' quasi fuori, dai tata, sai quello che devi fare...
E come se gli avessi "rivelato" il segreto di Fatima, lei chiude gli occhi e spinge...
E' fuori! 
Lo scroscio dei suoi polmoncini che si riempiono per la prima volta d'aria, mi ammutolisce, poi un timido e composto Uèèè...
Il piccolo viene appoggiato al petto della mamma, lei lo guarda e dice: Ciao Adriano, lui guarda in su, e fa: Nghè... E si attacca al seno, Odette è già su un altro pianeta, il dolore non c'è più, manco si accorge che la stanno "ricucendo"...
Mi chiedono se voglio tagliare il cordone, non lo faccio, non voglio essere io a "distaccare" quel miracolo di unione... Però gli faccio il primo bagnetto litigando con l'infermiera perché secondo me sbaglia a "misurarlo" poi, primo impacciato pannolino e lo mettiamo nel lettino...
Torniamo in camera, il piccoletto dorme tranquillo, la mamma è felicemente distrutta, la lascio dormire, io... Io sto bene, guardo Adriano pacificamente appisolato, sto bene, mai stato meglio, sono papà...
Saluti.

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