sabato 10 dicembre 2011

E se a Icaro non si fossero sciolte le ali?...

Tutto passa, il mal di denti,
il tempo, l'amicizia non sincera,
il vento tra i capelli, l'odio con 
il suo alter ego, l'amore, la vita,
e passa pure la morte, l'inevitabile
morte, basta aver pazienza...
                              Lorenzo Reschiglian 

La pazienza è una malattia.
Pensiamoci bene, fin da che si nasce, ci viene detto e ripetuto, per migliaia di volte, in milioni di situazioni diverse, da miliardi di persone: Ci vuole pazienza...

Forse è tempo di cambiare.
Io ho fatto della pazienza, una ragione di vita, un mantra, un credo... Potrei diventare il precursore di una nuova religione, "i pazientisti"...
Non è sempre stato così, chi mi legge con assiduità, sa benissimo che vivo e ho vissuto "fasi alterne", un po come tutti del resto, fino ai 20 anni, la furiosa irruenza della stupidità, fino ai 30 anni, la furiosa irruenza dell'inconsapevolezza, fino ai 39 anni, la furiosa irruenza del dover fare, adesso, affacciato sulla soglia dei 40, mi sono un po rotto i coglioni...
Si perché, se prima la pazienza era necessaria nel rapporto con terzi, sul lavoro per accontentare i clienti, in famiglia, per il quieto vivere, con gli amici, per non creare malanimo, adesso la pazienza serve solo con me stesso, in un continuo scendere a patti tra il ciò che vorrei, dovrei o farei...
Forse è solo la classica crisi di chi arriva ai 40...
O forse no.
Forse è il primo passo verso la follia vera...
Quasi quasi...
Per uno che pensa che nei manicomi rinchiudano, non i pazzi, ma quelli che hanno capito la verità, scivolare verso la follia è il primo scalino verso il valhalla, l'illuminazione, il sapere....
Dubito che Thor voli così in basso...
O forse si?
Sta di fatto che nei prossimi giorni, dovrò prendere alcune decisioni, con la consapevolezza che ognuna di queste è assolutamente necessaria, ma allo stesso tempo, so che qualunque scelta opererò, comporterà dei cambiamenti, profondi cambiamenti, e proprio perché necessari, potenzialmente devastanti, per me e il mio "equilibrio", la dove con equilibrio, non intendo quello mentale, qualora ci sia mai stato, ma quello fisico, inteso come "domanda e offerta", quanto sarò disposto a cedere, delle mie necessità, per soddisfare le necessità altrui?
Ora non lo so e non voglio esibirmi in allegorici voli pindarici...
Devo rimanere con i piedi saldamente ancorati a terra, la testa sulle spalle e il cervello dentro di essa, fresco e reattivo...
E forse per l'ultima volta, fare affidamento alla mia sconfinata pazienza...
O forse no...
Saluti.

2 commenti:

  1. Non si sceglie di essere pazienti , lo si diventa per necessitá !!
    Poi , peró , si intuisce che é attraverso la pazienza che ci é possibile apprendere le lezioni importanti della nostra vita .
    Amico , le palle hanno la loro funzione come organi riproduttivi , non sono elementi-giratori della tua anatomia .. ;-P
    Se a Icarus fossero resistite le ali , sarebbe entrato in orbita e , adesso , girerebbe incessantemente intorno a questo pianeta , senza possibilitá di scendere .. hehehe
    BUONA DOMENICA :-*

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  2. Carla, graffiante come sempre, grazie per le piccole delucidazioni, non so proprio come farei senza di te...
    Forse entrerei in orbita anche io grazie alla propulsione giropallica, che per quanto totalmente ecologica, risulta particolarmente stancante...
    Un sincero abbraccio.
    Baci.

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