lunedì 5 dicembre 2011

Io e Dio. 2

L'importante sta nella vita, solo nella vita, 
nel processo della sua scoperta, 
in questo processo continuo e ininterrotto, 
e non nella scoperta stessa!
                                           Fëdor Dostoevskij        

Don Francesco.

Quando l'ho conosciuto ero nel punto più basso del mia parabola religiosa.
Io e Odette eravamo invitati al matrimonio di una coppia di amici, l'ambientazione era veramente molto molto bella, una chiesetta che sembrava uscire da un libro di fiabe, piccola come una bomboniera barocca e altrettanto leziosa, oltre tutto, piazzatela in mezzo ad un bel boschetto e il gioco è fatto, la favola è completa..
Noi arriviamo con largo anticipo, fuori dalla chiesa, in una piccola radura, un gruppo di ragazzini fa un casino d'inferno giocando a pallone, decidiamo di entrare per sottrarci dal baccano e il caldo, dentro l'ambiente è confortevolmente raccolto, pochi banchi, un pulpito minuscolo e un altare lillipuziano, dietro l'altare, un giovanissimo sacerdote picchia poderosi pugni a qualcosa...
Buongiorno Don, dico per palesare la nostra presenza, lui dice: La smettiamo di far casino! E' un luogo sacro questo! Andate a giocare da un'altra parte!!
Poi si gira verso di me, alza gli occhi, è un po sorpreso nel non trovarsi di fronte ad un ragazzino sudato, sorride, mi è già simpatico, ha in mano i pezzi del leggìo, un po imbarazzato dice: Sto cercando di metterlo in sesto...
Cominciammo a chiacchierare, di chiesa, fede, "chiamata", matrimonio e altre mille cose, è veramente simpatico e ha l'innata capacità di renderti la sua calma, ha la mia stessa età, e per me è alquanto anomalo, quindi intavoliamo un discorso che comprende, oltre alle già citate, fede e chiesa, anche donne, stimoli, sessualità ecc ecc...
Cosa ci siamo detti non ve lo dico, sono cose tra me e lui, ma sappiate che prima, molto prima dell'arrivo degli sposi, avevo deciso che se mai mi fossi sposato in chiesa, lui sarebbe stato il prete celebrante...
Quel giorno, non conobbi un prete, non nel senso stretto del termine, quel giorno ebbi la fortuna di conoscere una persona formidabile, un uomo di chiesa certo, ma nel contempo, un uomo solidamente attaccato ai valori umani, capace di farmi trovare il coraggio d'affrontare le mie mancanze, i miei limiti e le paure accumulate.
Passò un po di tempo, e quando mi sentii pronto, richiesi a Odette di sposarmi, lei come la prima volta che glielo chiesi, disse di si a condizione di farlo in chiesa, motivo che avevo rifiutato la prima volta e che aveva decretato, conseguentemente, la posticipazione a data da destinarsi, stavolta accettai la condizione...
Fu l'inizio di uno dei periodi più incredibilmente folli che avessi mai vissuto, mesi brulicanti di vita ed emozioni, una spassosa corsa contro il tempo, un pazzo caracollare fino al giorno che cambiò definitivamente tutti i miei equilibri...
Nel frattempo, feci pace con le mie paure, abbandonai tanti preconcetti e ricevetti un dono enorme, l'emozione di riavvicinarmi a chi era sempre stato lì al mio fianco, ma che io non volevo "sentire"...

Viviamo in un periodo nel quale la parola "fede" è abbinata alle più svariate situazioni, ora, io non vorrei passare per retrogrado, ma la Fede è una, sola ed inequivocabile, puoi averla o non averla, è lo stesso, ma se c'è, non ci sono "interpretazioni" o dubbi.

Saluti.

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