venerdì 16 dicembre 2011

Lorenzo ali di gabbiano.

Pindaro e Icaro in un ideale
abbraccio, condividevano un
traguardo, incontrarsi in un luogo
dove gli uomini potessero
essere quello per cui sono nati:
Sognatori.
                                        Lorenzo Reschiglian

Volare.
Il sogno inseguito dai coraggiosi del secolo scorso, coraggiosi o folli, cambia poco, è il senso che dai alle cose che fa la differenza...
Il volo umano, che pazzia, non mi ricordo chi, ma qualcuno, molto tempo fa disse: "nulla che è più pesante dell'aria potrà mai volare"...
Ai pionieri questa "certezza" non interessava, si gettavano da scogli e dirupi con delle improvvisate ali e si schiantavano al suolo... Sono convinto che l'ultimo pensiero, un istante prima della morte, di questi grandi romantici fosse: Non io, non oggi non qui, ma l'uomo volerà...
Quale morte migliore, se non quella abbracciati alle nostre certezze...

E per volare, non sempre servono le ali...

Oggi, è stata la peggior giornata della mia vita, ma non vi assillerò col freddo resoconto di tutti i gusti della merda che mi sono dovuto mangiare, vi voglio bene e sapere che ci siete, mi fa l'effetto di un amoroso collutorio...

Però, mentre ero li a surfare tra i flutti escrementizi, la mia mente ha cominciato a librarsi leggera, i miei pensieri, come sospinti da una brezza interiore, spiegarono le ali, offrendo il loro profilo alla corrente consentendomi di volare...

Lorenzo ali di gabbiano...

Un inchino, profondo, al mondo, piccolo e grandioso visto da quassù, apro gli occhi e non guardo, ma vedo... Formiche brulicanti, gli uomini che si affannano nel, triste, tentativo di apparire per quello che, altri uomini, vorrebbero da loro, vite e vitalità consumate nella ricerca della felicità, felicità col fiato corto nel tentativo di raggiungere chi tanto la cerca, freschi boccioli d'amore, bruciati da virulente passioni...
Volo, e al mio fianco, su solide ali nere, la mia tristezza mi guarda dal profondo delle mie paure, mi sfida con un sorriso marcio, carico di promesse mancate, piego le ali nel tentativo di fuggire, una picchiata perfetta penso, ma lei è lì dietro e ride sguaiata, la bocca, sempre più grande, mi inghiotte, finalmente precipito nel mio nulla...
Silenzio, vuoto e confortevole silenzio, non respiro, non serve, non c'è un cuore da alimentare, non penso, non serve, non ci sono fiori da spogliare, finite le carezze i pianti le emozioni, solo nuvole amare per annebbiare occhi velati e spenti, silenzio, silenzio, pace... Poi...
Un soffio lontano, una voce, leggera portata dal vento, un canto forse, sempre più forte, il vento aumenta, un rombo di tuono e la tempesta si scatena, con uno schiocco mi strappa le  ali, grido senza voce portando le mani su occhi secchi e chiusi di lacrime, il frastuono mi assorda ma sento... Papà, papà, vieni?
Spalanco gli occhi cercando quella manina calda che mi accarezza, non c'è, sono da solo, ma so quello che ho da fare.
Tornare da quelle manine calde e appiccicose d'amore, parto, e nello specchietto vedo un ombra che, su traballanti ali nere, si allontana, strano, un po mi assomiglia, ma ormai è lontana, sento un profumo, come di baci pieni di briciole e risate...
Che voglia di biscotti, tra me e me, sorrido.
Saluti.

2 commenti:

  1. ali di gabbiano.... fregiarsi del soprannome di una pregiatissima macchina non aumenterà il tuo share o il tuo rating!!!!
    lucratore!!! :-D

    Pistone

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  2. Ciao Pistone... Effettivamente il nome da adito ad un sospetto... Però è un caso, strano forse, ma un caso.
    Comunque è bello sapere che leggi...

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