mercoledì 14 dicembre 2011

Pessimismo e rassegnazione

Pessimismo.
Atteggiamento filosofico imposto, a
dispetto delle più radicate convinzioni,
dalla scoraggiante prevalenza degli
ottimisti con le loro speranze da spaventa
passeri e i loro stolidi, esasperati sorrisi.
                                                       Ambrose Bierce

Vi è in ogni uomo una enorme 
capacità di rassegnazione, 
l'uomo è naturalmente rassegnato. 
È per questo che dura.
                                                       Georges Bernanos


L'avvicinarsi del Natale, questa volta, non serve a niente, niente...
Sapete qual'è la frase che si sente più spesso quando chiedo ai clienti, come va? "E' un bagno di sangue"...
Un bagno di sangue...
Il mio lavoro si sta lentamente modificando, sono sempre meno necessario come rappresentante di prodotti o professionista del settore, da un paio d'anni, la maggior parte del tempo, nel maggior numero di visite che faccio, lo passo ad ascoltare le "rogne" del cliente di turno...
Devastante...
Badate bene, non sto parlando ne del "lamentatore cronico" cioè quello che si lamenta sempre e comunque, anche e soprattutto quando non ce n'è assolutamente bisogno, ne del "lamentatore seriale" cioè quei personaggi che non aspettano altro che arrivi chiunque per attaccare un pippone senza fine...
Io parlo di persone sane ed intelligenti, imprenditori che non hanno paura di sporcarsi le mani, gente che non compra il "macchinone" se la scelta è tra l'auto nuova o pagare gli stipendi degli operai, persone  pronte a rinunciare a tutto nel tentativo di tenere in piedi la propria attività, uomini veri, eroi veri che credono profondamente in quello che fanno, è con questi personaggi che mi relaziono, sono gli unici che ascolto veramente, perché sono gli unici a dire sempre quello che pensano, ma non prima d'aver pensato a cosa dire...
Ecco, quando sono questi clienti a lamentarsi, è proprio perché siamo alla frutta, se sono loro ad essere pessimisti sul futuro aziendale e la loro combattività lascia il posto alla rassegnazione, allora vuol dire che il futuro è compromesso...
Pressione fiscale insostenibile, aumenti delle materie prime incontrollabili, concorrenze estere sempre più aggressive e senza scrupoli, nessuna politica d'incentivazione all'impresa, sindacati sempre meno collegati alla vera realtà lavorativa e manovalanze sempre meno interessate alla vita aziendale, portano le aziende, anche quelle più sane e solide, lentamente alla rovina...
L'Italia sta deliberatamente buttando al cesso, la propria storia manifatturiera, le aziende, schiacciate da costi sempre più alti, cercano respiro nelle economie emergenti, soluzione che nel breve periodo da risultati, ma che nel lungo termine, di fatto, porta alla rovina, ed è quello che sta succedendo, inoltre, il mancato ricambio "generazionale" porta alla scomparsa delle maestranze specializzate, cioè di quei personaggi capaci di seguire il lavoro in tutte le sue forme, dall'invenzione dell'articolo fino all'imballaggio finale, questo buco di conoscenza, renderà l'eventuale ritorno alla produzione nazionale, difficile, laboriosa e costosa...
Le prospettive sono poche e non si vede la fine del tunnel.
Anche i più fervidi ottimisti, vedono decisamente ridimensionati i loro pensieri, e la consapevolezza che il peggio debba ancora arrivare, getta un ombra di preoccupata tristezza sul prossimo futuro... 
Saluti.

2 commenti:

  1. Io credo che se la vita fosse facile , non avrebbe significato : sarebbe un susseguirsi di giorni felici , tutti uguali e per nulla stimolanti ..
    Invece , con gli ostacoli & le vicissitudini , noi impariamo sempre nuove lezioni , e ci perfezioniamo :-O
    Gli anglo-sassoni dicono che " when the going gets tough , the tough gets going " ed io sono d'accordissimo ..
    Ti ci vuole un bel CalcioNelCulo , in poche parole .. ;-P

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  2. Vero, infatti alla soglia dei 40, mi sto rimettendo in gioco, cambiando lavoro...
    Sei preziosa, come sempre.
    Baci.

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