sabato 3 dicembre 2011

Per un'amica.

Non dire che vuoi regalare: regala. 
Non riuscirai mai a soddisfare un'attesa.
                           Johann Wolfgang Goethe


Ci avviciniamo al natale, ho già letto molti post che parlano di questa "Santa ricorrenza", tutti estremamente sentiti, sia quelli sdolcinatamente felici, sia quelli pesantemente tristi...

Il "mio" Natale...

Fasi alterne.

Scoprii molto presto che Babbo Natale non portava davvero i regali. Ne fui veramente felice!

Accadde la sera di vigilia di un natale di oltre trent'anni fa, io ero "diligentemente" a letto, in attesa di addormentarmi, quando i miei sovreccitati sensi, si accorsero di un intenso andirivieni dei miei genitori, era un continuo entrare e uscire tra la loro camera, la cucina e il salotto, la curiosità che mi ha sempre mosso, e che spessissimo mi cacciava nei guai, mi fece sporgere dal letto in maniera sufficiente da intravedere delle scatole...
Queste scatole, erano sospettosamente simili a quelle del trenino elettrico tanto desiderato, ma la cosa più incredibile era, che queste scatole quando uscivano dalla cucina, erano tutte impacchettate e infiocchettate...
Il mio primo pensiero fu: Cavoli finalmente il trenino!!!
Il secondo pensiero invece fu: Babbo Natale non esiste, sono mamma e papà che portano i regali... Meglio! Almeno loro sanno veramente cosa voglio!
Tornai a letto, felice come non mai, mi addormentai quasi subito, ma potrei giurare d'aver sentito un risuonar di campanellini, un istante prima di "partire"...

Poi gradualmente l'interesse per la festività diventò sempre meno, fino a diventare fastidio, passarono lunghi anni, senza trarre il benché minimo piacere nel ricevere o fare regali, era tutto "dovuto" preparato e freddo...
Non mi dispiaceva affatto, anzi era la scusa perfetta per non sentirsi in obbligo con chicchessia...

Poi, nella mia vita arrivò Odette.
Lei ha una visione dei regali tutta sua, niente feste, nessuna ricorrenza o motivazione, per lei il momento per un regalo è, quando ci viene voglia di farlo, cioè, se vedi qualcosa e quel qualcosa ti fa venire in mente qualcuno, allora è il momento di fare un regalo...
Non ci credevo molto, ma poi...
Un giorno stavamo andando a fare colazione, siamo fermi ad un semaforo, lei mi chiama e dice: Guarda la... Dalla vetrina di una edicola, faceva capolino una statuetta raffigurante un gatto con in bocca un cartello sul quale c'è scritto "welcome"... Lei dice: Carina, sembra il Silver (uno dei nostri gatti)...
Faccio solo tempo a dire si, poi il semaforo scatta e andammo via, la giornata passò e quando fu ora di tornare a casa, mi fermai all'edicola deciso a comprare la suddetta statuetta, costava pochissimo, 7 o 8 euro, la portai a casa nella sua scatoletta, la impacchettai e attesi il rientro di Odette...
Arrivò poco dopo, vide il pacchetto, le dissi che era per lei, non ebbe bisogno di aprire per capire cos'era,   ma quando tirò fuori il gattino, mi guardò come se avesse appena trovato il più grosso diamante mai scavato da terra...
Mi abbracciò e pianse.
L'emozione che provai in quell'attimo fu tanto intensa da risultare vividamente dolorosa, come se qualcuno cercasse di strapparmi il cuore dal petto, ed in un certo modo fu proprio così...
Il cuore rimase al suo posto, quello che se ne andò, fu l'amarezza accumulata negli anni.

Oggi, di regali ne facciamo pochissimi, ma quando succede, in ogni pacchetto c'è un pezzetto del nostro cuore...
Eppoi, c'è il pupetto, da quando sono diventato papà, ho rivalutato tutte le feste, anche l'odiatissimo carnevale, perché vedere il piccolo ridere spensierato è la medicina più potente del mondo.

Per concludere, il Natale, di per se, non conta nulla, è ciò che sentiamo noi e come interpretiamo quel che sentiamo, che fa la differenza.
Saluti. 

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