domenica 4 dicembre 2011

Io e Dio.

Gli uomini lotteranno per la religione; 
per essa polemizzeranno, 
combatteranno, morranno; 
faranno tutto... meno che viverla.
                                        Charles Caleb Colton


Da un paio di giorni, ho una nuova lettura, il blog dell'amico Romano, dico amico anche se non lo conosco veramente, ma leggere quello che una persona scrive, a mio modo di vedere le cose, è come diventare amico di questa persona...
Mi piace come scrive e soprattutto, mi piace quello che scrive, dice anche di voler scrivere un libro, speriamo lo faccia, ne comprerei una copia e la vorrei autografata...
Romano, pensaci su...

Comunque, scrivere il post che state leggendo, è una conseguenza diretta di questa nuova "amicizia"...

Dio, la religione, la fede e io...

I primi ricordi vanno parecchio indietro nel tempo, più o meno trent'anni fa quando con la scuola, chissà perché, si andava a messa, sapevo che le cose sarebbero state strane...
E lo furono... Parecchio...
Non ricordo quale ricorrenza si celebrasse, ma non conta, eravamo in questa enorme chiesa e io non riuscivo a stare serio, guardavo quel pomposo prete tutto atteggiato che parlava di cose assolutamente inverosimili, la mia mente vagava tra vitelli grassi e vacche magre, tra devastanti cavallette e una puzzolente b(arca) piena di puzzolentissimi animali, che alla deriva, aspettava che al padreterno passassero le paturnie...
Cavoli, che caratteraccio...
Poi dopo tutta la tiritera, arriva il momento "dell'eucarestia", ed è qui che per me cominciava il fastidio, perché io non partecipavo...
Non potevo, per me niente oratorio, niente catechismo e niente "prima comunione", quindi niente ostia... Mi faceva stare malissimo, perché tutti tranne io?...
Certo, un papà comunista al quale era stato imposto di farci fare il Battesimo, non aiutò nel proseguimento del nostro cammino religioso, ma non è giusto dare la colpa a lui, perché se glielo avessi chiesto, non me lo avrebbe vietato, ma gli anni passarono e io li lasciai passare, l'antico malessere lasciò il posto ad un formale disinteresse, diventai grande guardando con sufficienza quei poveretti "obbligati" a perdere tempo la domenica mattina mentre io potevo andarmene in giro per i cavoli miei...
A dirla tutta, tra i 15 e i 16 anni, ci fu un periodo dove sentii il bisogno di relazionarmi con "l'altissimo", non ricordo perché, ma tutte le mattine recitavo il padre nostro e tutte le sere, "chiacchieravo" un po con lui, facevo una specie di resoconto giornaliero prima di andare a dormire, ma la mia naturale "inconcludenza", come al solito ebbe la meglio, e pian piano smisi...
Passarono un sacco di anni, io in chiesa ci andavo solo per le ricorrenze "inevitabili", funerali e matrimoni... Ma fu proprio al matrimonio di una coppia di amici, dove feci l'incontro che cambiò la mia visione del discorso...
Don Francesco.

Un incontro davvero notevole, che merita un post tutto suo, quindi abbiate pazienza fino a domani...
Saluti.

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