sabato 28 gennaio 2012

Controsensi

La coscienza è uno di quei
bastoni che ciascuno brandisce
per picchiare il suo vicino, e del
quale non si serve mai per sé stesso.
                                   Honoré de Balzac


Che il mondo sia una zozzeria, è un dato di fatto...
L'uomo inquina allegramente da sempre.
Adesso, sotto la spinta emozionale di qualche ben pensante, qualche cosolina, per non peggiorare la situazione, si sta facendo, ma è come tirare via una secchiata d'acqua dal mare, uno sforzo enorme per un risultato risibile...
I soliti secchioni in fondo alla classe diranno: Poco è sempre meglio di niente e comunque noi abbiamo la coscienza a posto...
Questo è il problema vero.
La coscienza.
Non l'inquinamento, il nucleare o la spazzatura, no, il vero problema è la coscienza.
I secchioni sbuffano rumorosamente.
Adesso, cari secchioni, vi spiego perché il problema è la coscienza.
Nella frase "io nel mio piccolo faccio quello che posso", frase che viene detta proprio dai "coscienziosi" c'è nascosto il più bieco menefreghismo, o meglio, il coscienzioso, raggiunge il miglior risultato possibile, col minor sforzo possibile...
Non capite?
Pensate davvero che fare la "differenziata" cioè, fare quel "nel mio piccolo" vi faccia diventare degli ecologisti?
Babbei!
Comprare con oculatezza, preferendo articoli a "chilometri zero", stagionali e magari, acquistati dai produttori, è già qualcosa, comprare solo lo stretto necessario e non sprecare niente è ancora meglio, ma è comunque poco, soprattutto se per andare a fare la spesa, utilizziamo inutili suvvoni che sprecano secchiate di carburante...
I secchioni urlano: Ma i nostri suvvoni sono "ibridi"...
Bene, dico io, quindi comprate inutili suvvoni, che anche ibridi consumano secchiate di carburante, senza neanche chiedervi, dove finiranno le inquinantissime batterie che alimentano questi suvvoni, ne tantomeno sapere, quanto la loro produzione sia enormemente più inquinante del modello "normale"...
Siete proprio fuori strada, se vogliamo davvero fare qualcosa, la coscienza deve trasformarsi, deve passare dallo stadio di "io nel mio piccolo" e diventare la "coscienza comune" cioè, uscire dall'anonimato del "nel mio piccolo" e diventare una visione comunitaria, io non solo faccio, ma controllo che gli altri facciano, e quando così non è, devo lamentarmi e segnalare la cosa, uscire dall'anonimato, non vuol dire diventare degli "spioni", vuol dire che si ha a cuore le cose e ci si batte per difenderle, questa è la coscienza comune, un fine comune perseguito da tutti, solo così si possono raggiungere risultati importanti.
Forse facendo così, riusciremo ad evitare le speculazioni.
Un giorno, prima o poi, qualcuno troverà il modo di far diventare "l'ecologia" remunerativa, oggi non ci si riesce, per l'unico motivo che il petrolio fa guadagnare montagne di soldi, sia direttamente che con l'enorme indotto dei "derivati"... Quando qualcuno troverà il modo di guadagnare le stesse montagne di soldi, con l'ecologia, state certi che nel giro di un batter di ciglia, saremo tutti degli ecologisti che vanno in giro con auto che consumano bucce di banana, ma le bucce di banana costeranno come la benzina adesso...
Svegliamoci, non lasciamo tutto in mano ai soliti furboni.
Saluti.

2 commenti:

  1. mi piace quanto dici, tante volte penso come è possibile invertire la tendenza, allora io incomincio a fare qualcosa e poi proprio non so
    cosa forse anche mostrarsi sdegnati da certe ostentazioni qualcosa migliorerebbe

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    1. Ciao, Gio, innanzitutto benvenuta, grazie per il bel commento...
      Adesso vado a "cercarti"...
      Muahahaha... Risata diabolica brevettata...
      Baci.

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