giovedì 26 gennaio 2012

Mai guardarsi indietro

Non ricordare il giorno trascorso e non 
perderti in lacrime sul domani che viene: 
su passato e futuro non far fondamento, 
vivi dell'oggi e non perdere al vento la vita. 
                               Omar Khayyam


Sono le situazioni difficili a tirare fuori il meglio, o il peggio, dalle persone.
Il naufragio della Concordia, ha dato vari esempi di entrambe le casistiche.
Ma non voglio parlare della più grande figuraccia della marina Italiana.

Viviamo in brutti periodi.

Vedo cose che gli altri non vedono.

Sapete già che faccio uno strano lavoro, questo strano lavoro mi porta a contatto con decine di persone, il più delle volte superficialmente, anche se non ho il classico approccio "venditore/cliente", la grande maggioranza delle "transazioni", avviene in maniera estremamente professionale, quindi, anche se non sono un freddo martellatore, dal momento dell'approccio a quello dei saluti, passano pochi efficientissimi minuti...
Mi conoscete, sapete che non mi piace, è necessario che la cosa sia così, un po per ottimizzare le "entrate" un po perché, con alcuni clienti è così, non si deve andare oltre.
Poi ci sono gli altri, quei clienti che per un motivo o per l'altro, non sono più clienti, ma amici, di questi amici, alcuni sono diventati punti di riferimento, non solo per la filosofia lavorativa, ma soprattutto per il loro modo di affrontare la vita, e di conseguenza, il lavoro. 
Di alcuni ho già parlato, Francesca, Valerio, Gloria, Annabella, Patty, Davide, Debora, Rosella, sono persone speciali, perché a vario titolo e con modi diversi, ognuno di loro, mi ha insegnato qualcosa, a volte per il lavoro, ma soprattutto, per la vita.
Oggi ero a Omegna, nella zona del centro commerciale, dietro a ciò che resta del "trony", c'è un barettino, piccolo, quasi nascosto, roba che potresti anche non vederlo passandoci davanti, anche il nome potrebbe far impensierire, "la grotta"...
Però, al di la dell'ubicazione o del nome, l'entrarci anni fa, mi regalò la fortuna di conoscerne il titolare, Marco.
L'anacronismo fatto persona.
Bravo, competente, esperto, esigente, pignolo e appassionato, tutte qualità che si trovano in consumate vecchie volpi del bancone, non in un allegro trentottenne...
Doveva nascere due o tre secoli fa, perché è un "signore" d'altri tempi, dietro a quella faccia sempre sorridente, si nasconde un gentleman, o meglio, un Cavaliere, gli manca soltanto il cavallo bianco...
Non vi dirò perché oggi fosse a pezzi, non me lo perdonerebbe.
Lui, è solo l'ultimo della lista, una lista sempre più lunga, una lista di persone che malgrado le sconfinate attitudini, sono costrette a lasciare ciò che fanno, che hanno e che amano, perché "schiacciate" dallo schifo imperante.
Oggi, lavorare bene, onestamente e con dedizione, è da idioti, perché non c'è più nessun riscontro, c'è sempre meno gente che capisce la differenza tra un buon caffè e la sciacquatura di piatti, tra un vino fatto con l'uva e il vino nel tetrapak, tra un formaggio d'alpeggio e una suola di scarpone...
Marco prima o poi dovrà smettere, non si possono lavorare 15/16 ore al giorno solo per il piacere di fare quello che si ama fare.
E' un peccato.
Saluti.

2 commenti:

  1. mi dispiace per marco e per le migliaia di persone come lui che si sentono ingabbiate in un sistema non piu a misura d'uomo. ci siamo fatti fregare...e ce ne stiamo accorgendo solo ora, ma forse non è ancora troppo tardi per rimediare, dai MARCO NON MOLLARE!

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    1. Grazie, chiunque tu sia, per le belle parole.
      Purtroppo l'individualità va scomparendo, schiacciata da l'imperante bisogno d'apparire, tutti rivendicano i propri 15 minuti di notorietà, anche se per averli bisogna svendersi i sogni...
      Ciao, anonimo, magari la prossima volta, il nome metticelo...
      Baci.

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