domenica 8 gennaio 2012

Il tempo scorre...

Si va in cerca del grande amore 
come di un complice fidato senza il 
quale il colpo della vita non può riuscirci.
                             Giovanni Soriano


Oggi ho montato il letto nuovo per il piccolo, messo in cantina il lettino con le sbarre, da stasera il pupo è libero...
Cavoli.
Non ci si rende conto, o meglio, ci si rende conto di quanto in fretta crescono i bambini, ma avendoli sotto il naso tutti i giorni, la sensazione è mitigata dalla normalità...
Proprio stamattina, incontrando degli amici che da un po non vedevamo, ci siamo trovati a dire la stessa frase, cavoli com'è cresciuto/a, loro hanno una bimba, sembra ieri che siamo/sono andati/venuti a trovarli/ci in ospedale, e adesso i bimbi corrono giocano parlano...
Ripeto, tutto normale, ma mi è inevitabile pormi delle domande, tipo, quand'è che non sarò più necessario? Quando si renderà "indipendente"? Quando la mia funzione genitoriale si limiterà a fornire un "indirizzo"? E soprattutto, tutto questo quanto mi mancherà e quanto sconvolgerà me, i miei equilibri e le mie "necessità"??
I figli sono emozioni, nel bene e nel male...
Questa frase mi arrivò come risposta ad una domanda che feci anni fa ad un mio amico, io mi ero sposato da poco, lui già padre con due figli, la maggiore di quasi 11 anni, lui uno schietto "estremista" la dove estremista non significa uno che va in giro a dar criccate in testa alle persone, estremista perché molto solido e inamovibile dalle sue convinzioni, quali esse siano, comunque una gran brava persona.
La domanda gliela posi più per vedere la sua reazione, che mi aspettavo piuttosto distaccata, più che per conoscere il suo punto di vista...
Beh, la risposta che mi diede, "i figli sono emozioni, nel bene e nel male" e tutta la spiegazione a corollario della sua affermazione, mi lasciarono piacevolmente interdetto, perché il tutto, contrariamente a quello che mi aspettavo, era condito da un amore cieco, totale e assoluto, mentre ascoltavo era impossibile non notare l'orgoglio che illuminava le parole, un orgoglio pulito non fine a se stesso, non l'orgoglio di avere un figlio "migliore di altri", ma l'orgoglio di un padre che è felice d'essere padre al di là di quel che fanno o non fanno i figli...
Bellissimo.
Non nascondo che all'epoca l'idea di avere figli ancora un po mi spaventava, ma sentire quelle parole e percepire la potente sincerità che le accompagnava, fece cadere ogni pensiero, o quanto meno, mi fecero capire che al mondo non c'è niente di più naturale che avere figli, le menate te le crei solo per avere la scusa di non riconoscere quanto sei egoista...
Stasera vedremo cosa succede, probabilmente sarà una "lotta" far stare a letto il piccolo, ma sono un combattente nato, eppoi, a dirla proprio tutta tutta, non vedo l'ora che arrivi quella mattina dove, aprendo gli occhi, mi troverò a guardare negli occhi il pupo che mi è venuto a svegliare...
Saluti.

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