sabato 28 maggio 2011

Perché?

Perché?
Perché?
Perché?
Perché?

Perché?
Perché?
Perché?
Come si fa?

Come si può?
Com'è possibile?
Più ci penso, più mi lambicco il cervello, più provo a capire, e meno ci riesco, non riesco a farmene una ragione, come si fa a dimenticare il proprio figlio in macchina?
Ho un figlio che tra pochi giorni compie due anni, VIVO letteralmente per lui, la mia vita, come quella di mia moglie "girano" intorno al piccolo, i suoi bisogni, per me è un pensiero costante, non "ammorbante", costante, al mattino quando mi sveglio è il primo pensiero e sto nel letto attendendo che si svegli, guardarlo mentre si sveglia tutto "stropicciato".. aspettare che ti metta a "fuoco" prima di esplodere in quel suo sorriso "devastante" di amore e necessità...
Necessità.
Necessità, per tutto, "dipendono" totalmente per qualunque necessità, in testa a tutte, la più facile, l'amore... Dobbiamo semplicemente amarli.
Esco per lavorare, distaccandomi a fatica dalle sue "suppliche"... Le ore volano veloci, sapendo di ritrovarlo rientrando a casa, ho modificato ogni aspetto della mia "routine" lavorativa, per passare più tempo possibile "in famiglia", loro, sono tutto, tutto, tutto, il "resto" è, e deve esserlo, secondario, non meno importante, ma comunque secondario, per me prima c'è la mia famiglia, appena più in là, tutto il resto.
Quindi, proprio non me ne faccio una ragione per gli accadimenti di questi giorni, ma la cosa che mi fà incazzare di più, non è il fatto in sè, per quanto devastante a livello emotivo, non c'è "accusa" o "condanna" peggiore che vivere nel rimorso, nella colpa e nel dolore che ti sei procurato, per quello che hai "perso", benché ci sia anche chi considera, per quanto folle, l'ipotesi del "dolo", della "volontarietà"... Tutto questo, mi fà male, ma non incazzare, quello che mi tira fuori dai gangheri è, il "professorone" o "l'opinionista" di turno, che "deve" trovare il perché e conseguentemente, una "giustificazione"... Lo stress, i ritmi, i tempi moderni... 
Ma stiamo scherzando? Passerò per stronzo, ma per me non esiste niente che possa "giustificare" una cosa del genere, neanche la "carità cristiana" di porgere una mano allo sventurato...
I figli, sono vita.
La vita, va rispettata.
Altrimenti, non meriti rispetto.
Saluti.

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