martedì 13 settembre 2011

Pensieri tra le righe.

Che titolo figo.
Per me un problema...
Perché non riesco a fermare in parole i pensieri che mi frullano nella testa...
Sono troppo lento, e quelli troppo evanescenti...
La tecnologia mi aiuta, l'immediatezza del cellulare mi permette di "salvare" pensieri e idee che altrimenti si perderebbero, spinti via da nuovi pensieri e altre idee...
Prima era più bello, con carta e penna, indubbiamente molto romantico, romantico come solo le cose retrò sanno esserlo, carta e penna, adesso che ci sono i "social", parlare di carta e penna, è l'apoteosi del retrò...
Ma a me piace scrivere, gli eruditi dicono sia una conseguenza del leggere, cioè, se ti piace leggere, prima o poi ti metterai a scrivere, è il mio caso, leggo, leggo tantissimo e leggo di tutto, non ho un "genere", leggo per il semplice piacere del leggere, e sono retrò, perché mi piace la "fisicità" dei libri, il semplice gesto di "girare" una pagina è come aprire il sipario su un mistero, e ad ogni pagina, un sogno una sensazione un sentimento, il sipario si apre e chiude su immaginifici mondi, su viaggi fantastici e storie impossibili, impossibili ma accattivanti, leggere "libera" la mente, anche il peso o il profumo di un libro sono parte del "gusto"...
Vi è mai capitato di leggere, o meglio di rileggere un libro letto molto tempo addietro? Io ho una buona memoria, non dico di ricordare tutto il libro, ma il senso del racconto si, eppure se lo rileggo, le sensazioni che mi trasmette, non sono le stesse, non più leggere o blande, diverse, quasi sempre più forti, come se solo la seconda lettura possa regalarti il vero senso dello scritto, come se solo rileggendoli si possa entrare in possesso della vera anima di chi li ha scritti, quasi si "sente" la fatica dell'autore, le parole non scritte, gli errori e le frasi cancellate, vivi l'impasse per un capitolo che non "gira", soffri perché lo vedi nascere storto, strappato e appallottolato nel cestino...
Mi piace pensare che quando i libri sono sullo scaffale, in realtà siano vuoti, solo copertina e pagine numerate, le parole, si formano solo quando lo apriamo e non ci raccontano una storia, ma "la" storia, quella che vogliamo che ci racconti, la nostra storia vista attraverso le parole scritte da un altro... 
I libri andrebbero sempre riletti, per scoprire quanto di noi è rimasto tra le pagine e quanto invece è nascosto dietro alle parole...
Aprire e riaprire il sipario, per vedere se siamo ancora in grado di regalare un altro bis, o se rimaniamo spogli sullo sfondo di una pagina bianca...
Saluti.

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