giovedì 1 settembre 2011

Io e le......

Donne...

Quarta parte: Il germe della felicità...

Gli spaghetti, purtroppo, non erano un gran chè...
La compagnia, invece, molto molto meglio...

Potrà sembrare strano, che due persone sulla soglia dei trent'anni, potessero sentirsi "in imbarazzo" a frequentarsi, insomma, non eravamo due ragazzini di "primo pelo" eppure fu così, e cosa succede quando non si sa cosa dire, o meglio, quando non si sa da dove cominciare?
Nel nostro caso, partimmo con l'abc...
Chi sei, cosa fai, quale musica ascolti, quali film guardi... Ma, questo scambio di convenevoli, non durò molto, perché già una sorta di tensione si stava creando tra di noi, questa tensione si trasformò in necessità, una necessità di sapere, di "sapersi", di capirsi...
Nei giorni successivi, questo bisogno divenne pressante, cominciammo così a frequentarci assiduamente, l'aspettavo sotto casa, il rumore dei suoi passi che si avvicinavano, era il preludio a serate che, come capii tempo dopo, sarebbero state vitali...
Serate che passavamo quasi sempre nello stesso locale, entravamo ordinavamo qualcosa e ricominciavamo da dove avevamo interrotto la sera precedente, io lei, occhi negli occhi, e via a "svuotarci" o meglio, a riversarci l'uno nell'altra...
Da subito capii che Odette non era una persona "comune", il suo modo di parlare, ad esempio, unico... Unico perché, non ha mai detto una parola inutile, ogni singola parola veniva pesata e collocata precisamente dove lei voleva che stesse, niente fronzoli, ricami o doppi sensi, schietta, chiara e pulita... E il tono poi, il tono della sua voce è la prima cosa che mi è veramente piaciuta di lei.
Lo sapete, sono un egocentrico, eppure passavo ore in silenzio ad ascoltarla, dovevamo, volevamo capirci, ci raccontammo tutto, i sogni, le necessità, i desideri infranti e le storie precedenti...
Le mie non ve le riporto, poco interessanti e ancor meno edificanti, le sue non ve le dico perché non sono affari vostri...
Non fu sempre facile o bello, perché la vita non è sempre facile e bella, la prima volta che, durante una chiacchierata, la vidi piangere, rimasi bloccato, non sapevo cosa fare, cosa dire, era successo così all'improvviso, la guardavo impotente, le presi una mano, per farle capire che "c'ero"...
Ed è li che ebbi la prima consapevolezza del "noi" che stavamo diventando...
Oramai ci vedevamo tutte le sere, il 17 di marzo uscimmo per andare al cinema, non ricordo che film era,  Odette sicuramente si... Ricordo però un Happy Ending con lacrime, perché quando mi girai, con gli occhi pesti, vidi che anche lei aveva pianto, era tutta rannicchiata sulla poltrona, la trovai splendida e irresistibile, mi avvicinai, lei schivò ridacchiando, poi finalmente, il primo bacio.
Le chiesi se voleva mettersi con me, non rispose...
La riportai a casa, anche stavolta avevamo fatto tardissimo, o prestissimo vista l'ora, ci accoccolammo in macchina, poi mi chiese se volevo "salire" a casa...
Panico... La mia mai guarita "ansia da prestazione" mi blocca quindi rifiuto, ma Odette la pensava diversamente, conobbi per la prima volta la sua risolutezza quella notte, perché al posto di offendersi per quel rifiuto, lei insistette e dopo molte coccole, le dissi: stavo riconsiderando l'offerta di prima...
Salimmo, che paura, il fatto che eravamo a casa dei suoi, un po mi intimoriva, ma niente in confronto al terrore che provai una volta "sprofondato" nel letto col materasso più soffice mai provato, vedendo lei che, in una casa con pavimenti in legno, soppalchi in legno e sottotetto in legno, accendere decine di candele e appoggiarle, così a "crudo", su mensole di legno...
La paura di finire incenerito nel rogo di quella stanza, non ebbe "ripercussioni" negative sulla mia "prestanza"... 
Qualcosa "bruciò" quella notte, ma era "soltanto" la nostra passione...
Sembrava la scena di un film o un sogno, ed è per questo che dopo le chiesi: ma allora, devo considerare che siamo insieme? Lei rispose con il più semplice, ma incredibilmente emozionante, si, che avessi mai sentito...
Uscendo di casa, pensai: Sono l'uomo più felice del mondo...
Erano le 6 di mattina del 18 Marzo, da lì a qualche giorno sarebbe iniziata la primavera, per me in quella soleggiata alba, è iniziata la vita...
Potrei chiudere con una delle solite frasi fatte, quelle trite e ritrite tipo, "da allora non abbiamo mai smesso di amarci" oppure "da quel giorno, il nostro amore è sempre più forte"... Potrei, anzi lo faccio, perché è proprio così...
Saluti.

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