lunedì 28 novembre 2011

Ma l'età, conta?

Arriviamo impreparati alle 
diverse età della vita e spesso vi 
manchiamo d'esperienza nonostante gli anni.
                             François de La Rochefoucauld


Chiacchiere.
Sono uno che chiacchiera, mi piace parlare, e ancor di più, mi piace ascoltare...
E' incredibile quanto ci sia da ascoltare, già, perché a ben vedere, tutti vogliono dire la propria, ma ad ascoltare non sono in molti...
Ma ascoltare, non basta, bisogna anche capire quello che si sente, ed è qui che iniziano i problemi...
Capire.
Oggi, chiacchieravo con un'amica, giovanissima, ma al contrario della quasi totalità delle sue coetanee, ha una bella testa, e anche se si esprime con un idioma che alle volte mi risulta ostico, ripeto, è giovanissima, mi piace stare ad ascoltarla, ha una visione della vita che ricorda moltissimo il mio, almeno quando avevo la sua età, molto, molto tempo fa...
Comunque, il filo conduttore è una certa incoerenza, o meglio, c'è un po di confusione, un mix di idee, curiosità e inesperienza che a ben guardare, con gli occhi di un quarantenne, fa tenerezza...
Cosa vedo io:
Negli occhi ha ancora tutta la strafottenza, la grinta e l'insofferenza tipici della giovane età, anche se, qualche fregatura è già passata, lasciando nello sguardo, una nota leggermente triste, nota che quasi sparisce quando sorride, e per fortuna è facile al sorriso...
Fisicamente, può piacere o non piacere, è una sportiva vera, una di quelle che lo sport lo pratica per davvero, quindi tosta e un po goffa ma ben commisurata...
Giudizi sull'avvenenza, non ne do, il bello o il brutto, sono talmente personali da rendere impossibile un discorso univoco.
Perché ho fatto tutto questo pistolottone iniziale?
Perché uno dei suoi crucci è il non vedersi bella o affascinante, io conoscendola, le ho fatto notare che ha un discreto codazzo di spasimanti, quindi, sicuramente non è la tipica "fatalona" ma insomma...
Oggi le chiacchiere vertevano sulla differenza di età tra i membri di una copia e...
Entrambi concordiamo che l'età è abbastanza relativa, ovviamente con alcuni limiti, perché se è vero che sei o sette anni non sono niente, e che dieci o dodici non sono un problema insormontabile, ci troviamo d'accordo che, in tempi  odierni, anche vanti o venticinque anni di differenza sono "sopportabili", secondo me però in questi ultimi casi, è meglio che sia la donna quella più attempata...
Qui, lei mi fa un discorso strano, perché dice: Ovviamente se è single, perché un uomo sposato e magari con figli, non lascerebbe la famiglia dopo aver fatto sacrifici su sacrifici per mettersi con una "ragazza"...
Ovviamente non sono d'accordo, ma lei insiste: Se due si sposano, è perché si amano, com'è possibile mollare tutto? 
Beata gioventù, dove gli "ideali" non sono ancora stati presi a calci dalla "normale realtà"...
Io le ho detto: E' proprio perché ci si ama, che non è giusto portare avanti un rapporto se quell'amore non c'è più, cioè, se l'uomo in questione, si addormenta pensando alla "ragazza", passa la notte a sognarla, quando si sveglia è il primo pensiero e passa la giornata attendendo di vederla o sentirla, direi che c'è qualcosa da rivedere, ma se è sincero, inanzi tutto con se stesso e la moglie, il problema è risolvibile in un migliaio di metodi pacifici, anche perché sarebbe ingiusto, proprio nei confronti dell'amore che li ha legati, proseguire una storia finita, se poi, ci sono di mezzo anche bimbi, io ritengo sia meglio una sana e pacifica separazione piuttosto che una convivenza forzata e malvissuta...
Non era molto convinta...
Ripeto, beata gioventù...
A volte è un peccato crescere...
Saluti.

2 commenti:

  1. Ciao.

    Capito qua perché, come te, lettore di "Tornadanoi".

    Ho letto tutto il post fino in fondo e m'è venuta voglia di lasciarti un commento.

    Ma ci si domanda mai perché le storie finiscono? Quando iniziano, non si diceva forse, prometto di amarti per tutta la mia vita? Ad un occhio attento non dovrebbe sfuggire che la fiammella si sta spegnendo e quindi correre al riparo prima che sia troppo tardi. Non è solo questione di bambini. Se proprio uno non vuole, non ci sono nemmeno scrupoli ad abbandonarli. E' che si finisce spesso col cercare lontano ciò che poi scopriamo di aver sempre avuto accanto, lì a portata di mano.

    Può darsi che mi capiti di leggerti ancora...

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  2. Ciao, bel commento, fiammelle che si affievoliscono, perché non ce ne accorgiamo? Forse perché accecati dalla nuova fiamma che ci abbaglia?
    Se poi questa fiamma è l'inizio di una fulgida nuova vita o, più probabilmente, una fiammata che lascerà solo brutte ustioni, non ci è dato saperlo o meglio, non ci interessa saperlo, noi come testosteroniche falene ci lanciamo verso queste luci con un solo intento, e non c'è bisogno di scrivere qual'è...
    Io intanto mi sono messo a leggere il tuo di blog, lo trovo estremamente "vivo" e sincero, quindi continuerò a leggere gli arretrati e ti metto nel mio blog roll per le nuove pubblicazioni.
    Ti faccio delle tardive condoglianze per la tua perdita, e sono felice di sapere che quel vuoto è stato riempito...
    Ciao e grazie.

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