lunedì 24 ottobre 2011

Quando la passione uccide.

E' indifferente gareggiare 
con la morte, piuttosto che 
contro la morte, ma in 
ogni caso quest'ultima parte 
sempre avvantaggiata.
                                     Lorenzo Reschiglian


Niente facili moralismi.
Ieri è morto Marco Simoncelli.
Io guardando l'incidente, ho pianto.
Sono un motociclista da sempre, l'ho già scritto, il mio è un amore incondizionato verso le due ruote, so cosa vuol dire cadere in moto, i segni che lascia una caduta, li porti con te finché campi e io di segni ne ho più di qualcuno...
Non certo per "l'istinto del campione"... Io cadevo perché quando hai 17 anni, sai di essere immortale, quello che non sai, sono i rudimenti della fisica applicata ai giroscopi... Insomma cadi perché vai sempre oltre i limiti "fisici" del mezzo...
Ovviamente non c'è paragone, forse solo la passione mi accomunava al grande "Sic"...
Da quando è successo, su Facebook mi sono arrivati centinaia di messaggi al riguardo, tante persone, tanti punti di vista diversi, molto dolore e qualche punta di cinismo, molti messaggi erano "simbionti" cioè uguali, pensieri che rimbalzavano da un "profilo" all'altro seguendo l'inevitabile onda emozionale che un fatto del genere suscita...
Lasciando perdere gli stupidi, quelli che fanno commenti idioti o inutilmente cinici, quello che rimane è il senso di vuoto, come se ad andarsene fosse un amico o un parente...
E' l'effetto che fanno i Vip, però i Vip di quel genere, persone di una caratura diversa dagli altri, un diamante dal taglio fine e delicato, che nel caso del "Sic" faceva a pugni con la sua personalità, spontanea e amichevole ma grezza e spigolosa, tipica della sua terra d'origine, la sincerità sopra tutto, anche se fa male o è fastidiosa...
Sono sicuro che, dell'incidente, se ne parlerà ancora per molto, più per l'assurda dinamica che per l'effetto finale...
Anche se...
Anche se, c'è già qualcuno che dice: ... era troppo aggressivo... ... era un pilota che non rispettava le regole... bla bla bla...
Forse tutti questi "espertoni" di corse, non sanno che per vincerle, le corse, non si stà seduti in poltrona con una birra in mano...
Badate bene, con questo non voglio dire che al manubrio di una moto da gp, si possa fare qualunque cosa, ma da sempre, i campioni sono quelli che osano di più, quelli che cercano continuamente di spostare i "limiti" un po più in la, sapendo benissimo quello che comporta tale ricerca, o la gloria o il disastro...
Ma sto diventando retorico anche io, se non smetto, tra un po comincerò a dire: ... sono piloti, sanno benissimo quello a cui vanno incontro...
All'inizio del post, ho fatto cenno alle centinaia di messaggi che mi sono arrivati tramite Fb, io per una sorta di "comunanza", ho messo "mi piace" praticamente a tutti, fosse solo per una forma di rispetto nei confronti dello scomparso, ma c'è ne uno che mi ha colpito di più, lo ha scritto l'amica Karen, e dice così: "che sia morto "Simoncelli il personaggio pubblico" non mi interessa... Mi importa che sia morto un ragazzo di soli 24 anni che aveva tutta la vita davanti a prescindere da chi fosse e cosa facesse...
Brava Karen, hai colto nel segno il senso del perché lascia un vuoto incolmabile...
Saluti.

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